RABBIA

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Passarono i giorni.
Ogni tanto qualcuno entrava nella stanza, per lo più infermiere, ma a lui non importava; si limitava a fissare nel vuoto, troppo consapevole del disastro che aveva combinato e della sua portata.

Il primo giorno passò in una nebbia confusa, forse vennero i suoi amici, per dovere, ma Stiles non avrebbe saputo dirlo con certezza: era totalmente irrilevante quello che gli accadeva intorno e non gli prestava attenzione.

Il secondo giorno di permanenza gli tolsero le cinghie.

Il terzo gli dissero che l'avrebbero dimesso a breve, cosa che avvenne quel pomeriggio, senza che il giovane avesse una qualche reazione.

Al quarto lo trovarono accanto a suo padre, di nuovo. Nessuno ebbe il coraggio di portarlo via dal suo capezzale stavolta, forse per compassione o senso di colpa; solo Melissa riuscì a convincerlo a spostarsi almeno sulle sedie in corridoio, per non intralciare i medici.

Le giornate di Stiles passavano senza che se ne accorgesse: tutto era grigio e ovattato intorno a lui, sembravano essere solo graduali cambi di luce; non riusciva a mettere a fuoco nulla, nemmeno il suo dolore. C'era, sapeva che era immerso nel dolore, ma non riusciva a trovarlo, a concentrarlo in un punto per sfogarlo; non riusciva a focalizzare la paura, la rabbia, la disperazione per suo padre e per sé stesso. Gli sembrava di essere vuoto e sotto pressione, come se fosse un contenitore sigillato coperto d'acqua: sarebbe bastata una piccola falla a distruggerlo.

Al settimo giorno, la cortina di dolore e apatia fu squarciata da Melissa McCall.

Quando gli si inginocchiò davanti già sapeva che gli portava brutte notizie; gli posò le mani sule ginocchia e, guardandolo con un misto di compassione ed astio, cominciò a parlare.

- Stiles - il giovane sentì formarsi un nodo in gola - è passata più di una settimana... - la nausea gli invase lo stomaco e i succhi gastrici cominciarono a bruciargli l'esofago. -abbiamo spostato tuo padre nel reparto di lunga degenza. Il suo coma si è stabilizzato... non sappiamo se si sveglierà... -

Ecco che la disperazione aveva trovato il suo sfogo.


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Erano passati 2 giorni da quella notizia terribile.

L'avevano costretto a tornare a casa, nonostante fosse il posto che più l'avrebbe fatto soffrire, ma nessuno sembrava curarsene; lo volevano solo fuori dai piedi.

Erano 2 giorni che non dormiva, non mangiava e non parlava. Alternava momenti di apatia a momenti di pianti e urla disperate.

I suoi amici erano passati a trovarlo uno per volta, forse con buone intenzioni, ma lui si era limitato ad ignorarli chiuso nel suo dolore; gli avevano portato da mangiare e avevano cercato di confortarlo, ma nulla era riuscito a superare la sua apatia, nulla sembrava riscuoterlo.

Sentì la porta aprirsi e qualcuno chiamare il suo nome, ma nella nebbia della sua mente non riusciva a capire a chi appartenesse quella voce. Collegò il nome al suono solo quando gli si parò davanti la persona che aveva parlato: Lydia.

Aveva la sua solita espressione seria, forse un po' più dura dl solito, quella che aveva quando doveva raggiungere il suo scopo ma la persona con cui si trovava non voleva saperne di collaborare. Oggi portava portava un vestito con il collo alto, dal sapore retrò, e una collana con un ciondolo importante; sembrava un qualche minerale con varie sfumature di colore. Aveva lasciato i capelli sciolti come faceva ogni volta che sentiva qualcosa di brutto in arrivo. In quei casi lasciava a metà qualsiasi cosa stesse facendo e partiva in direzione del poveretto che stava per fare una brutta fine; di solito erano proprio i capelli a subirne le conseguenze. Non che la cosa la rendesse meno bella, Lydia sarebbe potuta andare in giro con un sacco di iuta addosso e lanciare una nuova moda tanta era la classe che era capace di tener in qualsiasi frangente. Per di più i capelli lasciati liberi le davano un aspetto meno formale, Stiles si era sempre sentito più a suo agio quando li aveva sciolti, nella sua mente aveva l'impressione che in quei momenti scendesse dal piedistallo su cui insisteva a stare per tornare tra gli esseri umani.

LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora