TRISTEZZA pt.3

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Tutto era buio e caldo.

Sentiva i raggi di sole battergli implacabili sulla schiena e sulla nuca, mentre sotto d lui si muoveva qualcosa, con un piacevole rollio; mosse appena le mani sentendo qualcosa di peloso e morbido. Aprì un poco gli occhi e la sua mente registrò che il paesaggio era curiosamente inclinato.

Poi tutto tornò a farsi buio.


Intorno a lui era ancora tutto nero come la pece, ma sotto di sé sentiva della sabbia fresca e nessun movimento; aprì gli occhi, ma la vista era sfocata: era all'ombra, ma non sapeva dire se in una cavità o sotto un telo. Percepiva vagamente di essere supino e che non stava guardando il cielo. Lo sguardo vagò senza vedere nulla, fino ad incontrare due occhi verdi e delle labbra che sillabavano il suo nome.

Tutto ritornò buio.


- Stiles... - una voce lo stava chiamando dolcemente.

Era di una donna, ma non la riconosceva; eppure c'era qualcosa che gliela rendeva famigliare e amica.

- Stiles? – tentò di nuovo.

Il ragazzo sentì l'impulsi di rispondere, ma le sue labbra erano sigillate.

- Stiles, puoi sentirmi? Puoi vedermi? – chiese ancora.

Il ragazzo tenne gli occhi chiusi e non si mosse, diviso tra la volontà di obbedire alle richieste e quella di fuggire; fuggire da cosa poi? Quella voce faceva presagire tutto fuorchè cose malvagie.

- è da così tanto tempo che ti osservo... - il ragazzo sapeva che Derek non era lì, era lontano, lo sapeva per puro istinto; un rumore lo distolse dai sui pensieri, ma non lo fece muovere: la proprietaria della voce era accanto a lui.

- perché ti rifiuti i parlarmi? – il silenzio che regnava in quel luogo era cosi profondo che poteva sentire il suo respiro.

- se solo mi parlassi potrei alleviare la tua sofferenza... permettimi di alleggerirti il cuore... - 

Ancora silenzio.


- sai mentre ti osservavo non ho potuto fare a meno di notare che hai dei bellissimi occhi castani... - la sua voce era dolce e carezzevole, ma sembrava velata di tristezza; prima di parlare di nuovo emise un sospiro – non sono occhi che dovrebbero essere tristi, mai. – sussurra con le parole che trasudavano dolore, dolore per lui.

La necessità di fuggire si fece più forte ed fu sul punto di muoversi, ma poi lo sentì.

Un rumore ripetuto.

Erano passi.

No, zampe.

Si avvicinano spediti e un rumore flebile indicò che la padrona della voce si era alzata.

- tornerò Stiles, so che hai bisogno di me. Farò tutto ciò che serve per evitarti la sofferenza che provi ora. – il ragazzo sentì qualcosa sforargli il viso, forse una carezza.

Il cuore del giovane era avvolto da una morsa di dolore, respirare diventò difficile e la gabbia toracica sembrava troppo piccola per i suoi organi. Poi sentì un nodo stringersi nella sua gola, senza un apparente motivo.


Derek lo raggiunse qualche minuto dopo e, inginocchiatosi accanto a lui, lo scosse dolcemente. Solo allora il ragazzo aprì gli occhi e riprese a respirare davvero: gli sembrava di essere stato in apnea fino ad allora; si guardò intorno mentre cercava di mettersi seduto: il moro l'aveva portato in una sorta di grotta e aveva coperto l'ingresso col telo cerato, creando una piacevole penombra e frescura. Fuori il sole batteva impietoso, Stiles poteva capirlo dalla luce che penetrava attraverso il telo e da Derek, che aveva la fronte imperlata di sudore.

LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora