Il paesaggio che vedeva fuori dal finestrino era arido e spoglio, come ogni zona desertica che si rispetti, e scorreva veloce davanti ai suoi occhi. Aveva la fronte appoggiata al vetro freddo e non parlava, l'unica cosa che faceva era guardare fuori, mentre la mente, incapace di distrarsi, ripercorreva e si accaniva sugli avvenimenti che lo portavano lì con quell'assurdo compagno di viaggio, silenzioso almeno quanto lui, ma sempre vigile.
Era esausto sia fisicamente che mentalmente, ma non sarebbe riuscito a trovare un po' di pace nel sonno, sempre che fosse arrivato. Sul suo cuore pesavano troppi pensieri per potersi permettere di dormire sereno, un lusso che non meritava.
Sospirò, mentre la sua mente ripercorreva di nuovo, dall'inizio, la storia di quegli ultimi giorni.
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La porta di casa Stilinski si chiuse sbattendo.
Stiles marciò verso la sua adorata jeep con un'espressione truce in volto: aveva appena finito di litigare praticamente con tutte le persone che conosceva, con suo padre in particolare.
Sbattè la portiera quando salì, per poi girare la chiave nell'accensione, ma la macchina non partì.
- accenditi, cazzo! - urlò, sbattendo le mani prima sul cruscotto poi sul volante. Prese un respiro profondo e provò a riaccendere la macchina con più calma e finalmente sentì il motore avviarsi. Ingranò la retro ed entrò in strada, senza nemmeno controllare se stesse arrivando qualcuno, e partì a razzo, verso quella che poteva essere una missione della massima importanza.
Stiles invece non aveva nessuna meta, cercava solo di allontanarsi il più possibile dal motivo della sua rabbia.
Sbuffò, si passò la destra nei capelli, strinse di più il volante, si morse il labbro, digrignò i denti, aveva tutti i muscoli tesi, tutto e causa loro e delle loro convinzioni idiote.
- stronzi... - mormorò astioso.
Gli avevano mentito. Tutti quanti.
- non è nulla Stiles, sono caduta dalle scale Stiles, sono agitato per la partita Stiles - disse imitando le voci dei suoi amici - già nulla di preoccupante, solo un cazzo di mannaro killer e cannibale!! - terminò urlando le ultime parole.
- ma abbiamo tenuto all'oscuro tutti gli umani Stiles, certo, come no! Ero l'unico a non sapere nulla di questo psicopatico! Chissà quanti omicidi e smembramenti avremmo potuto evitare se avessi saputo anche io cosa stava succedendo! - ringhiò al nulla. Ma la rabbia non arrivava da quelle morti; il vero motivo era che il ragazzo si era reso conto di essere stato escluso, per la prima volta, dalla vita del branco; per la prima volta, Scott aveva ritenuto che lui non sarebbe stato di alcun aiuto.
Liam e Hayden a Mason lo avevano detto, e anche Corey non era stato zitto. Ma Malia, Lydia, Scott... nessuno aveva parlato con lui.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso però era stato suo padre: Parrish si era accorto di quello che stava succedendo, era andato a parlare con il suo migliore amico e in comune accordo avevano deciso di coinvolgere anche lo sceriffo.
E lui, lui, aveva fatto l'impossibile per tenero all'oscuro di tutto.
Aveva perfino mentito sulle prove che gli aveva mostrato, aveva sviato il suo interesse su un caso vecchio di 2 anni, facendoglielo passare per quello che riportavano i giornali; e al diavolo l'averlo risolto, tutti gli avevano mentito, tutti l'avevano escluso.
E qual era stata la sua giustificazione?
"volevo che fossi al sicuro per una volta... lontano dai guai... non voglio passare il resto della mia vita sapendoti sotto due metri di terra o peggio..."
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LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen Wolf
FanfictionOrmai da 2 settimane, a Beacon Hills vengono ritrovati dei cadaveri con evidenti segni di morsi. Tuttavia non è questo che angoscia e porta Stiles a mettersi al volante della sua jeep, facendola correre a velocità folli lungo le strade della città:...