LASCIAR ANDARE pt.2

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  Il viaggio durò quasi tutto il giorno, permettendo ai due di riposarsi; arrivati al capolinea scesero felici di potersi finalmente sgranchire i muscoli che si lamentavano per essere stati fermi così a lungo.

Durante il viaggio non avevano parlato molto, ma il clima si era mantenuto sempre abbastanza sereno: c'era qualche momento di tensione ogni volta che qualcuno li sorpassava per sedersi dietro di loro, ma nessuno aveva riconosciuto i due come fuggitivi. Derek aveva sonnecchiato tutto il tempo mentre Stiles si era concentrato sul paesaggio e sul finire la pizza: era straordinario come il suo corpo esaurisse così velocemente il cibo ingerito. Dopo una fetta si saziava, ma in capo ad un ora sentiva di nuovo i crampi per la fame; forse era la paga per il digiuno che si era autoimposto.

Ad un certo punto, dopo la terza fetta di pizza si era perfino addormentato sulla spalla di Derek.

Ricordava di aver aperto gli occhi nel dormiveglia ad un certo punto, scoprendo che il mannaro lo scrutava attentamente. I suoi occhi guizzavano cercando di cogliere ogni minimo cambiamento della sua espressione per capire come si sentiva. Magari non riusciva a sentire il suo odore a causa dell'infuso, così aveva cercato di articolare un sorriso per tranquillizzarlo. Probabilmente c'era riuscito perché ricordava che i suoi occhi si erano illuminati di felicità, nello stesso modo in cui l'aveva fatto da lupo mentre gli spruzzava l'acqua addosso per gioco.

Era straordinario il modo in cui gli occhi di una persona rispecchiavano i suoi pensieri, soprattutto quelli belli.

Probabilmente dopo era tornato a dormire per un po' perché al risveglio aveva visto che il sole stava tramontando dietro delle montagne brulle.

Ora era sera e Derek aveva appena finito di spiegargli che avrebbero dovuto passare la notte in albergo perché il treno che dovevano prendere partiva il giorno dopo.

Avevano trovato un motel dimesso in una via non troppo trafficata. Il mannaro aveva preso una stanza per due, con letti singoli, al pian terreno. Stiles era prontamente entrato dalla finestra, per evitare di trovarsi braccato dopo un quarto d'ora. Non poteva non essere stata diramata un'ordinanza di cattura o di ricerca visto in che stato era scappato.

Erano in quella stanza da un po' e nessuno dei due sapeva bene come passare il tempo. Mentre arrivavano lì in molti si erano voltati ad osservarli; poteva essere semplice curiosità, ma nessuno dei due voleva correre rischi. Avevano deciso di uscire più tardi, sperando che la maggior parte della gente fosse a casa propria.

Stiles era sdraiato a pancia in su nel letto, con le braccia spalancate e lo sguardo perso sul soffitto. Aveva appena dato il cambio a Derek per il bagno ed era in attesa di una rivelazione divina sul cosa fare.

Per la verità sapeva perfettamente cosa doveva fare, ma cercava in tutti i modi di posticiparlo: doveva prepararsi ad affrontare il branco.

In ogni caso, per quanto si sforzasse i suoi pensieri tornavano sempre lì: la paura di quello che avrebbe trovato una volta tornato, i suoi amici, tornare al capezzale di suo padre pregando che si svegliasse. Era spaventato, aveva il terrore di non riuscire a gestire quella situazione in una spirale d'ansia che stava cominciando a soffocarlo.

Non era pronto ad affrontare i suoi problemi.

Non lo sarebbe mai stato.

Pochi istanti dopo il suo stomaco brontolò, distogliendolo dai suoi cupi pensieri.

Aveva fame.

Di nuovo.

Si tirò su a sedere stringendosi la felpa all'altezza dello stomaco, dove sentiva di nuovo i crampi.

LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora