RIPRENDERSI LA PROPRIA VITA pt.2

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  Raggiunse la camera col letto cercando di non fare rumore; gli venne istintivo, anche se l'unica cose che voleva era trovare Derek sveglio e umano. Il mannaro era sdraiato nel letto e non dava segni d'essersi accorto di Stiles, ma non era più un lupo. Beh, quasi.

Quando gli si inginocchiò davanti vide che la trasformazione non era completa ma mancava poco.
Il volto di Derek era più scavato, i capelli arruffati e la barba più lunga ma incredibilmente sembrava ancora in ordine. Probabilmente se avesse fatto un giro in città le donne si sarebbero ancora voltate a guardarlo. La pelle sopra gli zigomi era abbronzata e poteva vedere delle lentiggini sul naso e le guance. Non se l'aspettava davvero; l'aveva sempre visto pallido, non si aspettava che la sua pelle potesse prendere una tonalità del genere.

Era ancora sotto l'effetto della pozione, aveva gli occhi vuoti e spenti.

Sentì il cuore sprofondargli nello stomaco: lo metteva a disagio vederlo così.

Inspirò e stese la mano. Si allungò fino a toccargli i capelli e cominciò ad accarezzarglieli.

Non successe nulla.

Derek non si era mosso e lui aveva ancora la mano attaccata al polso.

Espirò. Non si era reso conto di star trattenendo il fiato.
Continuò in quello che stava facendo ma sentiva la delusione pungergli il cuore; avrebbe preferito perdere la mano piuttosto che vederlo così. Era qualcosa di disturbante vedere Derek indifeso e immobile.
Dei passi leggeri lo fecero voltare verso l'arco da cui era entrato; la giovane si sporse dalla tenta che separava le due stanze con un sorriso incoraggiane.

- vado a stendere i panni; dagli un occhio finchè non si sveglia, non dovrebbe volerci molto. – detto ciò uscì, lasciandolo solo coi suoi pensieri.

Stiles tornò ad osservare il mannaro, i suoi occhi in particolare: stava cercando di cogliere qualcosa che gli facesse capire che stava bene e che si stava svegliando, ma quelli persistevano a restare vacui.
Si sentiva impotente, esattamente come accanto a suo padre l'ultima volta che l'aveva visto. Se fossero stati aperti, anche i suoi occhi sarebbero stati così? Vuoti e persi nel nulla?
No, non doveva pensare a suo padre. Non doveva pensarci o sarebbe crollato e Derek non aveva bisogno di questo.

Sentiva gli occhi pizzicargli e si impose di concentrarsi su altro. Tra poco Derek avrebbe potuto ascoltarlo e rispondergli, avrebbe dovuto parlargli e dirgli come si sentiva. Come avrebbe potuto introdurre l'argomento? Non poteva certo dirgli "hey, non provo più istinti suicidi, puoi rilassarti un po'" perché non gli avrebbe di certo creduto, non sarebbe suonato sincero. Magari prima di parlare di sé avrebbe potuto chiedergli di lui, come stava, come si sentiva, se aveva bisogno di qualcosa... in fondo dopo essersi occupato di lui tutto questo tempo, si meritava un po' di riconoscenza. Sì, sì avrebbe fatto così, sarebbe partito da lui, era il modo migliore per ...

Non finì il pensiero. Era appena cambiato qualcosa in Derek, ma non capiva cosa.

Sentì che gli si formava un nodo in gola e che la cassa toracica sembrava stringersi sui suoi organi.
Cosa c'era di diverso nel ragazzo steso nel letto davanti a lui?
Avvicinò un po' il viso al suo per studiarlo meglio e smise di accarezzargli i capelli per concentrarsi, ma non allontanò la mano. Sbattè più volte la palpebre e alla fine trovò il minuscolo cambiamento che cercava.

Le pupille del moro acquistavano più lucentezza ogni secondo che passava; si allargavano e restringevano come se lo stessero mettendo a fuoco. Si avvicinò ancora, cercando di cogliere altri segni del suo risveglio.
Ormai era a meno di due spanne dal volto del moro quando lo vide contrarre gli angoli della bocca; Stiles si trovò a deglutire a vuoto e con gli occhi fissi sulle labbra di Derek. Stava cercando di parlare?

LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora