LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen Wolf

DEPRESSIONE PT.2

- ti prego uccidimi –

Il mannaro lo guardò incredulo, come se non avesse capito.

- ti prego uccidimi – chiese il ragazzo senza esitazione; l'altro sembrò perdere il colore dal volto.

- perché dovrei fare una cosa simile?! – sibilò irato.

- tu uccidimi. Non ti serve sapere altro – insistette Stiles. Derek si accigliò, forse aveva sentito un odore inquietante nell'aria.

- lo sto facendo per il bene di tutti – disse il giovane. Lo sguardo del moro vagò sul suo corpo, trovando infine il taglio sul polso che ancora sanguinava.

- Stiles, cosa stavi cercando di fare? – chiede arrabbiato e forse spaventato.

- quello che ti sto chiedendo – disse diretto – avanti, uccidimi! – alzò la voce, mentre qualche lacrima usciva dai suoi occhi. – hai detto più di una volta che mi avresti aperto la gola coi denti, ora che te lo chiedo fallo! - 

Derek si alzò e si allontanò dal ragazzo, che si lasciò sfuggire qualche singhiozzo per disperazione e frustrazione.

Stiles si alzò poco dopo, trovando il mannaro vestito davanti a lui; raccolse un sasso e glielo scagliò contro, ma il mannaro lo evitò facilmente. Tuttavia l'espressione basita e vagamente tradita che si era formata sul suo volto fece capire a Stiles che non se l'aspettava. Pochi istanti dopo si stavano fissando con risentimento. 

L'umano si chinò e raccolse di nuovo un sasso, ma nel farlo colse un luccichio sinistro: lì poco distante c'era il coltello che aveva usato per ferirsi.

Lanciò un occhiata al mannaro e caricò il colpo.

- non fare stronzate - disse piatto il moro osservando il suo gesto senza muovere un muscolo.

Come il sasso lasciò la sua mano, il ragazzo scattò verso l'arma, raccogliendola. Subito si rimise in piedi cercando di capire se il mannaro si era accorto di cosa aveva fatto mentre evitava il ciottolo; sembrava di no.

Nascose il coltello tenendolo vicino alla coscia, preparandosi a fare la prossima mossa. 

Stiles respirava affannosamente e tirò su col naso prima di parlare di nuovo, astioso e disperato.

Il volto di Derek non esprimeva nessuna emozione, in attesa forse che lui rinsavisse; per qualche strana ragione, vederlo così serio, con il suo solito atteggiamento di superiorità, lo fece arrabbiare ancora di più. 

- uccidimi – sibilò a denti stretti. Il moro vide qualcosa luccicare nella sua mano. – uccidimi. Uccidimi, o sarò io ad uccidere te – disse stringendo i pugni e aspettando la reazione di Derek.

Quando il ragazzo scosse la testa, Stiles scattò verso di lui e cercò di ferirlo con il coltello che stringeva nella destra; il mannaro evitò facilmente il primo affondo e quelli successivi, ma dopo poco si stancò del comportamento del giovane. Così, al successivo e scoordinato tentativo di ferirlo, Derek gli afferrò il polso e cercò di fargli cadere il coltello; Stiles però non demordeva: anche a costo di farsi male, cerca di ottenere da lui la reazione che voleva.

Alla fine cedette: il moro gli aveva bloccato entrambi i polsi e l'aveva costretto a lasciar cadere il coltello; come sentì il leggero tonfo della lama sul terreno, il ragazzo si afflosciò come una bambola di pezza, piangendo silenziosamente. Derek guardò confuso il ragazzo che era crollato in ginocchio ai suoi piedi mentre ancora teneva stretti i suoi polsi.

- forza, ti riporto a casa – disse prendendolo per un braccio per aiutarlo a rialzarsi; la reazione del ragazzo però lo disorientò.

- no – lo sentì dire con un misto di disperazione e paura – non portarmi a casa – disse afferrandolo con la sinistra e facendo gocciolare del sangue sulla manica della sua giacca – ti prego, ovunque ma non lì – disse con un filo di voce. Alzò il volto guardandolo negli occhi: la sua faccia era una maschera di muco, lacrime e sporco, mentre il suo sguardo lo supplicava. Il moro lo guardò interdetto, probabilmente non avrebbe capito il motivo della sua richiesta, il dolore che gli avrebbe provocato. E infatti non gli diede retta.