Si svegliò a notte fonda, con qualcuno che lo scuoteva con forza; ancora intontito, venne costretto ad uscire dal letto.
- avanti, alzati e metti questi – disse una voce nota, ma i farmaci lo intontivano troppo per riconoscerla subito; il tono era concitato e gli trasmise la fretta e l'ansia che gli servivano per assecondare le richieste che gli venivano fatte, sopraffacendo la volontà di vivere nell'apatia.
Mentre si metteva un paio di jeans, qualcuno gli infilò una felpa con malagrazia, facendo gemere i suoi muscoli indolenziti.
- che succede? – chiese piano e senza che gli importasse davvero.
- dobbiamo andarcene ora. Niente domande – solo allora riconobbe la voce di Derek. – metti le scarpe – disse infilandogliene una, mentre il ragazzo si metteva l'altra.
Appena fu pronto, Stiles si alzò e andò verso la porta.
- dove vai?! –chiese il mannaro, irritato.
- esco dalla porta? – rispose il giovane confuso dai farmaci e dalla reazione del moro. Da dove diavolo voleva che uscisse?
- no, passiamo dalla finestra. – disse imperativo e spingendo bruscamente il giovane nella giusta direzione; Derek raccolse poi uno zaino e tornò accanto all'umano.
Lo guardò un secondo, poi uscì sulla piccola tettoia sottostante, ma non saltò a terra: si girò e tese la mano al ragazzo.
- forza, che aspetti?! – chiese spazientito, quando vide Stiles immobile davanti a lui.
Ottenne solo di farlo sussultare, così lo trascinò fuori a forza. Il giovane non emise un fiato, nonostante il leggero dolore che sentiva al polso: si trattava di quello che si era tagliato e probabilmente Derek non si era accorto di averci messo troppo forza quando l'aveva stretto nella sua mano.
Scesero dal portico con un piccolo tonfo e il mannaro si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno si fosse accorto di loro: tutte le finestre avevano le luci spente. Tornò a concentrarsi sul ragazzo, che si stava rialzando su delle gambe molto instabili.
- cosa vuoi fare? – chiese atono, quando fu di nuovo in piedi.
- portarti il più lontano possibile da qui – e per un istante gli occhi di Stiles si accesero d'interesse.
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Stiles si svegliò per l'ennesima volta all'ennesimo scossone del treno.
Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che dormire e piangere in silenzio, senza che Derek lo disturbasse, cosa che il ragazzo apprezzò molto nei momenti in cui non era impegnato ad avere incubi o sensi di colpa: voleva essere lasciato in pace e non voleva assolutamente essere toccato o consolato; se avesse potuto si sarebbe eretto una barriera in cemento armato intorno, ma si dovette accontentare di voltare le spalle alla gente, girandosi verso il finestrino.
Con un sospiro rassegnato si ritrovò a ripercorrere le ultime ore e come ci erano arrivati su quel treno, mentre davanti ai suoi occhi scorreva un paesaggio sempre più arido che lui non vedeva davvero.
"Dopo essere saltati giù dalla tettoia, il mannaro l'aveva fatto correre fino a farlo rimanere senza fiato; non ci era voluto molto in realtà: non erano nemmeno arrivati in fondo alla strada che i muscoli e i polmoni di Stiles erano entrati in sciopero, costringendo Derek a camminare a passo svelto. Non che prima fosse stato un gran atleta, ma la totale inattività dei giorni precedenti e l'assenza di cibi solidi nel suo stomaco avevano decisamente peggiorato la situazione; il moro probabilmente se ne era reso conto, perchè non aveva detto nulla al giovane, che lo seguiva arrancando e senza chiedere nulla, e si era limitato a lanciare occhiate ansiose ai dintorni e al ragazzo.
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LOVE IS, ABOVE ALL, THE GIFT OF ONESELF || Teen Wolf
FanficOrmai da 2 settimane, a Beacon Hills vengono ritrovati dei cadaveri con evidenti segni di morsi. Tuttavia non è questo che angoscia e porta Stiles a mettersi al volante della sua jeep, facendola correre a velocità folli lungo le strade della città:...