Epilogo

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Prima di iniziare voglio dirvi che questa storia non avrà sequel, perché mi piace come è finita.
Buona lettura.


Stefano's pow

Il cielo era di un celeste limpido, la fresca brezza mattutina entrava dalla finestra spalancata, insieme alla fioca luce del sole. Sullo sfondo di Milano, con tutto il suo traffico, i grattacieli alti, i clacson squillanti, la figura del ragazzo affacciato era davvero strana.
Come poteva essere così calmo in una città così caotica?
"Buongiorno dormiglione, non pensavo fossi sveglio"-era Sascha, che si girò e mi diede un leggero bacio sulle labbra. Era in t-shirt grigia e boxer. Mi strofinai gli occhi e mi adagiai seduto, sul letto. Sascha era sparito e stava tornando con la colazione in mano. L'afa presente nella stanza, nonostante la finestra aperta, mi fece spostare il lenzuolo da sopra il mio corpo. Restai lì com'ero.
Quando Sascha tornò e appoggiò il vassoio sul letto restò a fissarmi.
Era a bocca aperta.
Mi avvicinai a lui e gli sollevai la mascella delicatamente, dandogli un bacio sulla guancia. Lui mi guardò.
Non disse nulla, ma si poteva intendere il significato del suo sguardo.
Vorrei sbatterti a quel cazzo di muro ora,pensai a ciò che potesse significare quello sguardo.
Sorrisi, pensando alla notte di fuoco passata con lui. Solo dopo mi resi conto del perché Sascha mi guardasse così. Ero a petto nudo, con quei pochi addominali che avevo, con solo i boxer addosso.
"Fa caldo per essere a inizio luglio no Stè?"-chiese, con sarcasmo.
"Eh già"-feci io, provocandolo.
Raccattai una maglia da terra e la misi, poi mi diressi verso di lui.
Lo baciai.
Uno di quei baci semplici. Sapeva di caffè e marmellata. Le sue mani scivolarono dietro di me, reggendomi. Io infilai le dita tra i suoi capelli, disegnando piccoli cerchi con le dita.
Mi sentivo leggerissimo nel mezzo della sua presa. Sembrava che fluttuassimo nella stanza. Dopo qualche istante, ci staccammo. Ci sorridemmo.
"Grazie per la colazione"-sospirai, anche per il fiato corto dopo il bacio.
Mi sedetti sul letto e iniziai a bere il caffè.

"Sbrigati Saschaaa!"-sbuffai, l'ennesima volta. Sascha uscì dal garage con l'auto rossa.
"Finalmente!"-lo dissi a voce tanto bassa che lui sembrò non notarlo.
Aprii lo sportello ed entrai.
"Non so dove tu mi stia portando, ma per favore non cacciamoci nei guai"-disse lui, lo sguardo fisso sulla strada.
"Non hai sentito la notizia?"-domandai.
"Che notizia?"-chiese.
"Non te l'ha detto Giuseppe?"
Lui scosse la testa come risposta.
"Sabato sera, emh...ecco...non so se posso dirtelo, non potrei..."-dissi, titubante.
"Stefano"-lui mi guardò preoccupato, accostando bruscamente al marciapiede.
"Mi stai lasciando?"-domandò, quasi urlando. Le mani che tremavano sul volante, il labbro morso per trattenere urla o lacrime.
"No Sascha. Non ti lasciarei mai."-lo abbracciai per quanto potevo. Lui scoppiò in un pianto lamentoso. Sascha era una persona sensibile, ma quel pianto diceva tutto di lui, le sue ansie, paure, preoccupazioni.
Gli accarezzai i capelli. Si riprese.
"Allora che devi dirmi?"
"Salvatore si sposa"-dissi d'un fiato.
Lui scoppiò in una fragorosa risata.
"Non è uno scherzo"
"Salva.....Surry si sposa?"-chiese, trattenendosi dal ridere.
"Si, sabato sera Giuseppe me l'ha detto, ma la proposta è stata fatta questo inverno. Sembra che abbia messo qualcosa nella borsa quel giorno. Dice che è stata lei a chiederlo, il matrimonio."
"Che cosa imbarazzante"-disse lui, tornato a guidare, diretto verso il centro della città.
"Perché? Non ti piacciono i matrimoni?"-domandai.
"Non ho detto questo, voglio dire, di solito la proposta la fa l'uomo"
"Quindi te la dovrò fare io, la proposta"-dissi, ma mi dannai mentalmente per ciò che avevo detto.

"Oh, se pensi questo ti sbagli. Nella nostra relazione sei tu la puttanella non io"-sospirò, parcheggiando l'auto.

Sascha e io discutemmo su quello che dovremo indossare al matrimonio, fra meno di una settimana. Se fosse per Sascha lui andrebbe in pantaloncini e maglietta, ma in queste situazioni devo intervenire io. Lo trascinai per un negozio che aveva gli interni di un bianco candido, sembrava di stare su una nuvola. Dopo tremende prove, trovammo gli abiti giusti, due smoking neri e camicie bianche.
Uscimmo dal negozio soddisfatti.

Era il giorno, il fatidico giorno. Ci eravamo svegliati abbastanza presto, visto che l'appuntamento in chiesa era per le 10. Sascha stava benissimo nel suo completo nero, che su di lui calzata benissimo, la camicia bianca che risaltava su quel nero. La cravatta annodata benissimo.
Tutto merito mio,pensai.
Quando uscii dal bagno Sascha mi guardava con lo stesso sguardo da "Ti sbattertei ora" di quel giorno. Era da qualche giorno che, a causa di youtube andavo a dormire stanchissimo, senza 'soddisfare' Sascha. La nostra carriera da youtuber andava bene, avevamo un'entrata mensile veramente buona e non posso dire che non ci toglievamo qualche sfizio. Sascha si avvicinò a me e mi baciò, con foga, forse troppa. Le sue mani scivolava veloci su tutto il mio corpo, facendomi gemere ogni tanto e provocandomi una breve sensazione di piacere.
"Sascha, capisco di essere occupato e non soddisfarti ma dai, non ora"
"Ti scoperei adesso"-disse.
"Anche io"
Lui sorrise.
"Ma ora andiamo"-disse.

La chiesa era una costruzione non troppo grande e le guglie del campanile e delle torri guizzavano in cielo. Non che Salvatore sia molto credente ma ha deciso di accontentare Claudia. Sascha ed io ci sistemammo vicino Salvatore insieme a Giuseppe. Quando Claudia fece il suo ingresso nella sala mi stupì di quanto fosse bella. L'abito bianco, con la gonna da 'principessa' le stava divinamente addosso. I capelli biondi erano raccolti in una treccia che le correva per la schiena e gli occhi azzurri, spiccavano su tutto il resto, grazie anche al lavoro della truccatrice. Dopo la celebrazione andammo a cenare. Tutto delizioso sino al momento della torta. Un grande dolce al cioccolato su tre piani con sopra un cuore gigantesco, probabilmente di plastica. Dopo il taglio della torta e i fuochi d'artificio Sascha prese un microfono.
"Vorrei chiedervi un po' di attenzione"-disse, guardandomi. Io lo guardai, curvando la testa.
"Vuoi tu, Stefano Lepri"-pronunciò lui, avvicinandosi-"vuoi essere mio marito?"
Ero felicissimo. Gli corsi incontro abbracciandolo. Lui mi infilò velocemente l'anello al dito e ricambio l'abbraccio. Mi baciò.
Questa volta sapeva di cioccolato e alcool, dovuto allo spumante bevuto poco prima. Ed eccola di nuovo, la sensazione leggiadra, come se stessimo volando, sotto la sua possente presa. Ed ero felice, perché ogni suo bacio mi dava una scarica di adrenalina.
Ed ero felice, eravamo felici.
E siamo felici, sono felice.
E saremo felici, sarò felice.
Spero che duri in eterno, questo nostro bellissimo amore, che sembra quello delle favole, ma sofferto e passionevole.
Uno degli amori più belli mai esistiti.

Questa volta è veramente la fine.
Supportate con stellina e commento.
Leggete anche l'altra storia.
Zauu.

True love❣-Saschefano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora