Capitolo 13

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Stefano's pow

Mi svegliai con i pochi raggi di luce che penetravano dal finestrino dell'aereo. Saranno state le sei del mattino, forse anche prima. Potevo guardare il sole sorgere. Ero contento della mia vita. Avevi visto il tramonto con Sascha e al mio risveglio lui era lì, vicino a me. Dormiva ancora. Era molto tenero vederlo dormire. Aveva gli occhi chiusi ed era coperto dal mio e dal suo cappotto. Salvatore ascoltava della musica mentre Giuseppe guardava un film. Guardai fuori, il panorama che con l'aereo sorvolavo velocemente. Le ampie pianure, talvolta solcate dai fiumi, sembravano brillare dalla luce che il sole estendeva sul territorio. Nessuna nuvola, un cielo limpido. Quel paesaggio rispecchiava me in quel momento. La serenità e la tranquillità. Eppure è strano che tutto sia così tranquillo. Troppo facile così. C'era sicuramente qualche problema, qualche ostacolo da superare. Ma io e il mio ragazzo l'avremmo superato insieme. Vero. Il nostro amore. Ecco. I fan. Come lo potevamo dire?
Un video in cui parlate no?
Semplice così, mia cara coscienza.
Provateci almeno, andasse male si può premere stop e riavviare tutto.
Hai ragione.
Io ho sempre ragione.
Se lo dici tu.
"A cosa pensi amore?"-chiese Sascha, strofinando gli occhi e sbadigliando.
"Niente, tranquillo"-lo calmai.
"Devo esserne sicuro?"
"Come mai tutta questa cura nei miei confronti?"-domandai. Sascha non era mai stato un tipo ansioso, o almeno con me.
"Perché voglio ricordati che ora stiamo ufficialmente insieme, amore mio, e quindi i tuoi problemi sono anche i miei"-sospirò, sorridendomi.
"Mi capisci, è per questo che ti amo tanto"-dissi, baciandolo.
Approfondimmo il bacio, quando lui mi chiese l'accesso per la lingua, io non esitai.
Il bacio durò alcuni istanti. Una voce femminile, seguita ad un colpo di tosse ci richiamò all'attenzione. Noi ci girammo, l'hostess ci sorrise e noi ricambiammo.
"Desiderate qualcosa da mangiare?"
"Due cappuccini e due brioche, grazie"-ordinai.
"Faccia pure tre"-esclamò Sascha.
Ridemmo, per poi tornare al nostro bacio.
Un limone, insomma.
Si coscienza.
Ci staccammo dopo  (N/A:finalmente direi) un po'. Ogni tanto, durante questi momenti la gente ci guardava o ci lanciava occhiate ma ora come ora non me ne potevo fregar di meno. Ero felice.
"Allora, a cosa pensavi?"-chiese lui, alzando il bracciolo che divideva i nostri posti e cingendomi tra le sei possenti braccia. Come stavo bene lì dentro, al caldo, poggiato sul suo petto.
"Sai, è tutta la mattina che me lo chiedo come dire tutto ai fan. Ho paura di come la prenderanno Sà"
L'hostess ci portò la nostra ordinazione. Io la ringraziai con un cenno della testa e tornai a  parlare al mio fidanzato, che intanto divorava le sue brioche.
Io intanto sorseggiavo il cappuccino bollente.
"Ho paura di essere discriminato da loro, insomma, milioni di persone che ci deridono. Ho paura."-dissi bevendo tutto il liquido e stringendomi nella presa di Sascha che, posata la tazza, mi accarezzò i capelli.
(N/A:stanno in un posto con i tavolini, con Surry e Giuse davanti a loro)
"Sai Stè, non so se tu hai notato tutti gli sguardi che riceviamo.."
Io annuii.
"..molti sono positivi, cioè ci guardano e sussurrano 'che carini' sono poche le offese ricevute. E se qualcosa dovesse andare male, ricorda che ci sarò sempre io."-mi mostrò l'anello che aveva all'anulare sinistro.
"Ti amo Sascha."
"Ti amo anch'io Stefano."
Ci baciammo.
"Arrivo fra 5 minuti"
Ricontrollammo tutte le cose che avevamo portato in aereo, gli zaini, le giacche e ci sistemammo per scendere.
Mentre scendevamo, per giungere in aeroporto tenevo la mia mano stretta a quella del mio ragazzo. Eravamo più uniti che mai ora.
"Dai che fra dieci minuti arriva il taxi"

[...]

Sascha's pow

Era arrivato il taxi. Salimmo sopra, sistemando le valigie e partimmo.
"Salvatore, devo parlarti di una cosa importante adesso che arriviamo a casa"
"Si, cosa Sà?"
Stefano mi guardò preoccupato, io gli strizzai l'occhio.
Lui sbuffò.
Dopo aver lasciato Giuseppe a casa sua, pagammo l'autista ed entrammo in casa di Stefano e Salvatore.
Sistematici dentro ci sedemmo tutti a parlare.
"Allora Sal, io spero non ti dispiaccia questa cosa che sto per dirti, in caso potrai anche dirmi di no.."-iniziai mentre Stefano si mordeva il labbro, preoccupato.
Gli sorrisi e lui sembrò calmarsi.
"....dicevo, non ti dispiacerebbe se Stefano venisse a vivere a casa mia?"
Sul volto del mio fidanzato si formò un sorriso a 32 denti e mi abbracciò, fortissimo.
"Daiii non respiro Stè"
"Grazie Sascha, per tutto questo ti amo"
Io gli baciai la fronte.
"Allora Sal?"
"Ancora qui state, via da casa mia!"
Chiamiamo un camion che portò tutta la roba di Stè a casa mia, ormai nostra.

Salvatore's pow
Ero davvero felice per loro, ma lo ero ancora di più per me. Inviti un messaggio a Claudia dicendo che un camion per i traslochi era venuto a casa sua per prendere tutto ciò che aveva e portarla da me. Io e lei avremmo vissuto insieme. Lei non ci credeva. Manco io, se devo dirla tutta. Aspettai il suo arrivo, avremmo festeggiato bene al suo ritorno.

FINE CAPITOLO

ALLORA IL PROSSIMO SARÀ SU LORO DUE E PENSO SARÀ SULLE 650/800 PAROLE, SPERO NON CORTO.
(UNA LORO GIORNATA SPECIALE INSOMMA)
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LOVE YOU 300 VIEWS ODDIO.
BYEEE
EMANUELE:)

 

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