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Quest'anno il test di grafica è stato fissato l'8 Settembre e dopo questa data molti - oramai ex - liceali si troveranno alle prese con gioie e dolori della vita universitaria, compresa Celeste.
Ad aspettarla ci sarà il primo esame universitario che di solito manda gli studenti in confusione generando "malsani" dubbi: dalla validità del proprio metodo di studio all'atteggiamento che avranno i professori universitari. Più la data dell'esame si avvicina più un misto di timore e ansia apre una breccia nella mente di Celeste. Quel mix di ansia e timore non è nulla di nuovo, ma è stato provato anche il primo giorno di asilo, di elementari e di medie e quasi sicuramente sarà presente anche in futuro. Nonostante non siano emozioni nuove puntualmente si ripresentano all'orizzonte ad ogni nuova esperienza.

Celeste scende giù da casa, ma stavolta non vuole un gelato prima di fare l'esame, ma ha bisogno di un buon cappuccino. Sceglie il bar proprio sotto casa sua, il "The eagle pub". È molto bello esteticamente, fatto in legno ed anche abbastanza grande, e poi fa anche mensa. Decide di entrare e nota che ci sono solo due anziani con un boccale di birra e la pipa. Presta miglior attenzione e nota che come sottofondo musicale c'è la sua tipologia di musica: il country. Ed è anche la canzone di Sam Hunt, e decide di sedersi sulle sedie del bancone.

«John, c'è una ragazza!» urla uno dei due vecchi.

Da dentro uno stanzino esce un ragazzo che sta canticchiando la canzone.
«Salve. Cosa le porto?» chiede il barista.
«Uhm, buongiorno, vorrei un cappuccino ed un cornetto vuoto, grazie.»
Il barista si gira e comincia a riscaldare il latte mentre serve il cornetto.
«È nuova da queste parti, per caso?»
«Sì. Io vengo da Portland ma mi sono trasferita qui per frequentare l'università»

Celeste non capisce come mai si sia dilungata così tanto nella risposta. Sarà che il barista sembra così gentile e serio.

«Allora ora si spiega come mai è così agitata»
«Scusi?»
«Possiamo darci del tu?» e dopo aver atteso un cenno del capo. «Si vede lontano un miglio. Stai picchiettando con le dita sul tavolo, hai detto che fai l'università e poi è settembre, per cui siamo in periodo di sessioni.»
«Non è che sono agitata, sono solo molto tesa. È il primo esame, solo per questo.»
«Ti dirò, non serve a nulla nascondersi. Il problema c'è e ci sarà. Se non lo affronti ora, te lo porterai dietro ad ogni esame. Alla fine sei riuscita a fare l'esame delle medie, quello delle superiori. Non cambia nulla se è quello universitario, solo che è un pò più difficile.»

«Signorina, lo stia a sentire, creda a me. Questo sciocco ragazzo ha abbandonato l'università benché gli mancasse poco per laurearsi. Eh, talenti sprecati...» disse lo stesso vecchio, che evidentemente lo conosceva bene.

«Ben, a corto di soldi è difficile continuare.»
«Tutte scuse, ragazzo.»

«Lascialo stare, ama farmi la predica ogni volta che può.»
«Esattamente ragazzo, fin quando il padre eterno non mi prenderà con sé.»

«Perché facevi anche tu l'università?»
«Sì, ero immatricolato in facoltà di lettere, ma i soldi sono stati un problema, ed è stato difficile portare avanti gli studi, per cui mi sono ritirato.»
«E quanto ti mancava per laurearti?»
«Due esami e la tesi.»
«Oh, un vero peccato. Ed ora non puoi ritornare a farla?»
«Vedi, è complicato riprendere gli studi dopo che hai scoperto il mondo del lavoro. Mi sono accorto che non è per nulla semplice riprendere in mano un libro.»
«Mi dispiace, davvero. È incredibile, ma forse questa è l'unica volta che non so proprio cosa dire.»
«Lo sai perché? Non è neanche il fatto che io sia uno sconosciuto per te, bensì perché non do l'impressione che mi dispiaccia. Però guarda il lato positivo, ti sei distratta dall'esame.»
«Eh, non è poi così semplice non pensarci»
«Dai, mi sei simpatica, e per questo voglio darti un piccolo ma importante consiglio, sempre se lo vuoi.»
«Certo.»
«Hai frequentato le lezioni? Bene, allora vai serena in aula. Non assimilare i cattivi pensieri dei precedenti studenti che si sono trovati a disagio (ognuno è diverso dall'altro dopotutto). Fidati, vai serena e convinta dei tuoi mezzi, sei brava ed intelligente, in fondo hai seguito le lezioni, sicuramente preso appunti e magari studiato tanto. Vai lì e mostra al docente chi sei veramente. Ma soprattutto, dimostra a te stessa che non sarà certo il primo esame a stenderti.»
«Grazie, davvero.» e fa per prendere i soldi.
«Non ti preoccupare. La colazione la offro io, a patto che ritornerai qui per dirmi com'è andata.»
«Accettato. Grazie, davvero.» e va verso l'uscita, salutando gentilmente i due signori seduti al tavolo. E davanti l'uscita si volta indietro. «Ah, io sono Celeste.» e va via.

«Una bellissima ragazza John, dovresti chiederle di uscire.»
«Sicuramente Ben.»

Strano che un barista incontrato per caso sia riuscito ad infonderle tanta sicurezza, con poche parole. "Ci credo che aveva scelto lettere" pensava. E sua madre che diceva che diceva che non esistevano baristi gentili. Lui era diverso, non ha mostrato neanche un pò di interesse per il suo fisico, ma gli è stato a cuore la sua situazione, ed a lei stava a cuore la sua. Che brutta storia, che gran peccato. Dannati soldi che servono sempre. Talenti buttati per strada perché non ci sono soldi per permettersi un futuro migliore. "Chissà se gli piacerà fare il barista?"
E mentre pensava, Celeste è arrivata davanti l'aula d'esame
"Dai Celeste, ora tocca a te", ed entra per dimostrare il suo valore.

AMORE IRREALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora