21.

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Il telefono squillava, ma non ci fu risposta. Di nuovo. Questo era il quarto giorno che John provava a parlare con Celeste. Era rimasto al suo messaggio nel quale diceva di non sentirsi bene, e poi era svanita nel nulla. Non si vedeva più al pub, una signora del palazzo disse che l'aveva vista andare via con una valigia insieme ad un'altra ragazza. Era il giorno successivo a quando gli scrisse il messaggio. Almeno stava bene, e di questo John ne era felice. Lo era un pò meno, invece, quando si soffermava sulla sua assenza. Era strano, e cercava una spiegazione, almeno questa volta. Era già successo che lei non si facesse sentire, ma questa volta lei lo aveva "lasciato" con un messaggio in cui diceva di non sentirsi tanto bene, e quindi era ovvio che si preoccupava.
Dopo essersi detti ti amo dava per scontato che fossero una coppia, per cui non gli andava bene che lei fosse sparita così.
O lo voleva lasciare?
In tal caso, il suo non scrivergli sarebbe solo una via di fuga dalla loro relazione. E se non aveva il coraggio di dirglielo, avrebbe fatto lui la prima mossa, perlomeno per togliersi il dubbio.

John disse a Nick di aver dimenticato una cosa a casa, prese l'ombrello e le chiavi della macchina, ed uscì dal pub. La pioggia continuava a cadere giù a dirotto. Salì di fretta in macchina. Era giovedì e la sua unica speranza di vedere Celeste era di trovarla all'università. Si avviò molto velocemente: voleva trovarla, doveva vederla!
Arrivò all'università, ma lì nell'atrio c'era solo qualche ragazzo intento a fumare. Decise di accendersi anche lui una sigaretta dentro la macchina. Si sentiva un pò investigatore privato, ma un pò anche stalker. Ma questo era l'unico modo per vedere la scomparsa Celeste. In un certo senso, sperava di incontrare l'amica, in modo da chiederle cosa avesse Celeste, perché si comportava così, se lui avesse fatto qualcosa di sbagliato. Tante domande che non avevano risposta, non ancora perlomeno, perché John aveva tutte le intenzioni di volerle quelle risposte.
L'ansia, l'agitazione, i vari pensieri avevano portato John a fumare la terza sigaretta in mezz'ora, ma di Celeste neanche l'ombra. Decise di aspettare fino alla fine di questa, poi sarebbe tornato al pub. Nick era già tre volte che lo chiamava.
Proprio all'ultimo tiro, vide passare una macchina e fermarsi due parcheggi più avanti. Dalla questa vide scendere Celeste, con l'amica ed un ragazzo alto e biondo. Quest'ultimo fece ridere Celeste, e fu spontaneo per John ridere. Il suo sorriso era coinvolgente, quella sua bella risata. Quindi aveva un altro?
Ma la domanda ebbe subito una risposta negativa, perché il ragazzo diede un bacio sulle labbra all'amica di Celeste e se ne andò via con la macchina.
Vide Celeste ancora sorridente e fece per scendere dalla macchina, ma no voleva darle l'impressione di averla seguita. Optò, invece, per un'altra chiamata. Prese il telefono e la chiamò. Nel suo cuore sperava che finalmente avrebbe risposto, ma dopo quattro giorni di assoluto assenteismo, sperare non serviva più.
Vide Celeste mettere la mano nella borsa e le vide il cellulare. Lei guardò il telefono e poi lo riposò nella borsa, mentre si dirigevano verso l'entrata dell'istituto.
Allora Celeste non aveva il telefono rotto né chissà cosa, voleva solo troncare con lui, e per codardia preferiva non rispondere alle sue chiamate invece che dire di non amarlo più. Accese il motore e ripartì per il pub.

<<Chi era?>> chiese Luana.
<<Secondo te?>> rispose Celeste mentre camminavano per entrare nella struttura, anche perché fuori pioveva a dirotto.
<<Quando la vuoi far durare questa storia?? Non ti sembra di esagerare?! Sei fortunata che ti chiama ancora! Vuol dire che ci tiene, no?!>>
<<Hai ragione. Appena finita la lezione, vado da lui e gli spiego tutto. Mi manca così tanto, sai?>>
<<Bel modo di dimostrarglielo..>> disse lei con un mezzo sorriso.
<<Hai ragione. Ora gli scrivo un messaggio.>
Prese il telefonino e scrisse un messaggio a John.
- Scusa John per come mi sono comportata in questi giorni. Ora ho lezione; ma appena finisco, se vuoi, posso venire da te e spiegarti tutto. Mi manchi tanto. Ti amo.

Un'altra relazione che lo ha pompato e buttato a terra, provocando un tonfo nel suo cuore. E questa volta faceva più male, perché Celeste era diversa, pensava che lei fosse quella giusta. Invece si sbagliava di grosso. Celeste non era diversa dalle altre. Ritornò coi pensieri ai loro momenti trascorsi insieme, i bei momenti proprio come il ballo fatto con lei, il lento che li aveva visti abbracciati. Raffiorava il suo sorriso, la sua premura. Di quando gli diceva sempre di allacciare la cintura di sicurezza e si accorse di non indossarla. Decise di farlo. Lasciò la mano destra dal volante per prendere la cintura ed inserirla. Distolse lo sguardo un attimo dalla strada per guardare dove inserirla perché non riusciva a metterla. Arrivò un messaggio sul cellulare.
" Sicuramente è Nick " Pensò.
La sua macchina cominciò a sbandare verso il guard-rail. John provò a frenare, ma ormai lo pneumatico aveva perso aderenza col manto stradale bagnato. Ci fu un attimo di panico. Provò col freno a mano, ma non riuscì ad azionarlo in tempo, che il muso della macchina in piena velocità andò a scontrarsi col guard-rail, e la macchina si alzò. Il muso ormai era tutto schiacciato sulla strada, mentre John veniva sbattuto al sedile dall'airbag dello sterzo. Quella sospensione gli sembrò un'eternità, invece in un attimo l'auto fece due ribaltamenti su se stessa, prima di finire completamente capovolta, con il tettuccio ammaccato e schiacciato sulla strada.

AMORE IRREALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora