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Lo sguardo di John mostrava tutta la sua perplessità.

"Ha parlato di me alla madre? " Pensò.

Era strano. Questa era la seconda volta che la loro conversazione veniva interrotta dalla chiamata della madre, ma la prima volta lei disse di non aver niente. Una bugia o parlò di lui a causa del bacio? In fin dei conti, il bacio ci fu proprio nell'intermezzo tra le due chiamate alle quali era presente anche John.
Ma non era tanto questa la domanda che tanto agognava John, bensì cosa volesse la madre di Celeste da lui.

<<John, ho una cosa da dirti.>> disse Celeste.
<<Cioè?>> chiese lui.
<<Devo tornare a Portland>>
Lo sguardo di John era ancora più perplesso. Il suo ritorno a Portland ancora rispondeva alla domanda "Cosa volesse la madre da lui ".
<<Mia sorella si sposa e mia madre non vuole che io vada da sola. So che non è una cosa seria la nostra relazione, ma mia madre insiste tanto. Ci saranno tutti i miei parenti, non vorrei metterti in imbarazzo.>> disse infine lei.

Dunque era questo quello che voleva la madre da lui, accompagnare Celeste al matrimonio e farlo da amico, o forse da fidanzato?

<<Se non sono un peso. Cioè, se tu non vuoi, non ci sono problemi, altrimenti va bene.>>
<<Sicuro John? Ci saranno tutti i miei parenti. Dovremmo stare una settimana a casa mia, per poi andare al matrimonio. Te la senti?>>
<<Ho capito, Celeste. Scegli tu, è uguale per me. Se vuoi che io venga, sono felice di farti da accompagnatore. Se scegli di andare da sola, va bene comunque.>>
<<Va bene.>>

Riprese a parlare al telefono.
<<Mamma. Ci sei?>>
<<Ho sentito tutto. Ho già detto a tuo padre che ci sarà anche il tuo ragazzo.>> fu la risposta della madre. Chiuse il telefono dicendo un tenero "ti voglio bene " chiudendo la chiamata.

<<Mi dispiace, John. Dovrai fare le valige. Domani si parte per Portland.>>

***

Il viaggio durò circa quattro ore. Celeste avvisò John che ci sarebbe stato Taylor, l'autista di famiglia, ad aspettarli alla stazione. Durante il viaggio, Celeste spiegò diverse cose riguardanti la sua famiglia. Spiegò la storia del padre, un imprenditore che si creò da solo, partendo da semplici mattoni, per poi diventare un imprenditore stellato, ed aveva cominciato ad entrare nel mondo della profumeria. La madre, stupenda, bellissima, svolgeva tutt'altro: infatti, lei era un avvocato di successo. Disse lui come voleva bene ai propri genitori, ma non hanno mai accettato la sua volontà di disegnare, senza mai appoggiare il suo sogno. Sembravano invece fare a lotta per chi dovesse predominare come figura lavorativa, e quindi di esempio per la figlia. La sorella, invece, più grande di lei, si era laureata in medicina, e si era già fatta un nome come chirurgo. Ma non sapeva chi fosse il futuro marito.

Arrivati alla stazione, come da pronostico, c'era Taylor ad aspettarli. Prese le loro valigie, e di fronte al suo sguardo dubbioso nel guardare John, lei affermò che era il suo accompagnatore al matrimonio della sorella.

Il viaggio verso casa fu utile per Celeste. Riuscì, infatti, a spiegare la sua casa a John. Com'era fatta, ma tanto poi l'avrebbe vista.
<<Voglio dirti ancora che mi dispiace, John.>> disse Celeste.
Lui la guardò, dubbioso. <<Per cosa?>> domandò.
<<Ti sembrerò sciocca, o magari ipocrita. Prima dico che voglio andare con calma con te, ed ora ti presento ai miei, e starai per di più una settimana con loro.>>
<<Diremo ai tuoi che siamo solo amici. Alla fine non hai detto questo a tua madre?>>
<<In un certo senso. Lei una volta mi chiese se avessi trovato un ragazzo, ed io dissi sì. Però mi riferivo al fatto che avessi trovato un ragazzo con cui mi ci sentivo, ma mia madre invece si riferiva a se avessi trovato un fidanzato. Lei e le sue domande a doppio senso. Per cui ora tutti ti vedranno come il mio ragazzo in famiglia, non come amico.>>
<<È stato un malinteso, Celeste. Andiamo a casa tua e diremo la verità.>>
<<Impossibile, John. Mia madre si sarà fatta tutti i suoi film mentali, mio padre finalmente sarà contento, perché ora non sono single. E a me negare questo ai miei non mi rende felice. Sono stata una stupida.>>
<<Facciamo così. Ti propongo un patto.>>
<<Che genere di patto?>> chiese lei inarcando un sopracciglio.
<<I soliti patti. Io faccio una cosa per te, tu fai una cosa per me.>>
Il volto di Celeste si incupì.
<<Ma che hai capito?!>> rise forte John. <<Non è niente che tu non possa fare. Il patto è questo: io farò finta di essere il tuo ragazzo, e tu dovrai promettermi che non penserai a questa finzione, ma solo a divertirti e rendere speciale questa settimana, in particolare il matrimonio di tua sorella. Ci stai?>>
<<Ci sto.>> lo abbracciò, e sussurrò un grazie all'orecchio di John.

AMORE IRREALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora