Batwoman: Mad soul (P. 12)

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Pov's Kate

Riprese conoscenza quando Malerya l'aiutò a tirarsi su e a camminare, imprecò per non aver visto l'altro uomo.

"che errore banale"

Perse conoscenza all'interno della stazione, dopo che Malerya gli aveva detto di prendere un respiro profondo.

Si risvegliò sopra un divano. La luce che permeava nella stanza non proveniva da alcuna finestra ma bensì da una stanza adiacente. Pur se non ne filtrava molta, questa permise a Kate di osservare la disposizione del locale: fogli sparsi ovunque, un divano relativamente comodo,qualche scaffale, un tavolo,un "animale" da compagnia e un corridoio.

"Solo in un altro caso ho visto un casino del genere: a casa mia"

Provò a ridere ma il fiato le si strozzò in gola. Kate provò a tastarsi il fianco e notò che continuava a sanguinare.

"Prima di farti la predica per quello che hai fatto, prima di dirti quanto incosciente sei stata, mi servono delle bende"

Abbozzò un sorriso:

"Altrimenti avrai un morto che ti ha solo sporcato il divano di casa"

Pov's Malerya

-Esatto, e non è proprio nei miei programmi.-
Malerya prese delle bende e uno strano unguento dallo scaffale, poi si sistemò su una sedia accanto al divano.
-Alzati la maglietta.-
-cosa?- Le rispose l'altra sconvolta.
-Oh meus deus!- Bisbigliò Malerya esasperata
-Per favore! Il tuo ego per caso è già entrato in casa o devo ancora lasciare la porta aperta?-
Stava cercando di essere gentile e paziente ma si stava rivelando più difficile del previsto.
-Come cazzo pensi che io possa curarti se non posso lavorare sulla ferita?-
Kate si calmò e alzò la maglietta quel tanto che bastava perché la ferita fosse medicata, ma era chiaro che avesse qualcosa da ridire. Probabilmente era offesa, o adirata, per il comportamento rude della strega.
A Malerya non importava, era sufficiente che quell'ospite indesiderato si togliesse dai piedi il prima possibile. Disinfettò la ferita e usò un altro unguento perché potesse cicatrizzare prima, poi la fasciò.
-Ecco, tutto finito. Ora fatti una dormita e poi vattene a casa, o dove ti pare. Se ti serve aiuto, fa' un fischio, se ti serve del cibo, vai di là: c'è la cucina. Ovviamente non curiosare fra le carte che sono sul tavolo. Ah, e se Koba ti si avvicina, per qualsivoglia motivo, non dare di matto, te ne prego.-
Dopo di che, salì le scale e scomparve al piano superiore.

Pov's Kate

A tratti, la gentilezza di Malerya lasciava Kate di stucco.

Prima di ricoprire il suo cuore con uno spesso strato di roccia doveva essere stata una persona meravigliosa. Probabilmente lo era ancora, altrimenti perché aiutare una persona che aveva visto solo tre volte?

Non c'era nessun legame tra di loro, solo due storie di merda da poter condividere.

Quando le chiese di alzare la maglietta Kate non fu recidiva, sul momento, a causa della timidezza bensì per colpa delle numerose cicatrici che le ricoprivano il corpo: non voleva che Malerya provasse pietà.

Una volta che la strega lasciò la stanza, l'attenzione ricadde sull'animale di fianco a lei, ancora intenta a fissarla.

"Hey cucciolone, come stai?"

Kate avvicinò una mano per far si che l'animale compisse il primo passo. La fiducia andava conquistata, no?

L'animale si avvicinò cauto, annusò la mano e poi portò la testa sul palmo di Kate, dopo qualche secondo speso a riflettere.

"Grazie per la fiducia".

Disse mentre accarezzava lentamente la testa del drago.

Non credeva che il Varanus
Komodoensis fosse addomesticabile.

Insomma, era velenoso, aggressivo e la sua faccia standard sembrava volerti dire "levati dal cazzo". Il fatto era che quel draghetto sembrava molto più "addomesticato" degli altri.

"Fa troppo caldo, qui non c'è neanche una finestra. Forse farei meglio ad appoggiarmi in cucina."

Kate fece per alzarsi ma una fitta le fece perdere l'equilibrio e la fece sbattere contro il tavolino riversando i fogli per terra, così cercò di rimettersi a sedere sul divano.

"Merda, ora mi ammazza".

Sotto i suoi occhi i fogli presero fuoco.

Malerya sentendo rumore, scese le scale per andare a controllare:

"Certo che per essere una che ha provato ad uccidermi al secondo incontro, mi ha offerto il caffè due giorni dopo e poi ha addirittura salvato la mia vita curandomi nella propria casa, hai davvero poca fiducia in me. Non mi sarei mai permessa di leggerli."

Rispose in tono duro indicando i fogli.

"In ogni caso sta tranquilla, per evitarti problemi me ne andrò appena farà buio. Non ti creerò altre complicazioni e tu potrai dimenticarti di questo "sgradevole" incontro."

Il tono di Kate era sincero. Alla fine le due erano delle sconosciute; il destino le aveva legate per un breve lasso di tempo ma nulla di più.

Così, aspettando la reazione dell'altra, riprese ad accarezzare Koba che non sembrava affatto riluttante nel ricevere quelle attenzioni.

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