Capitolo 8

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La sera arrivò più velocemente del previsto. Elettra corse a casa per farsi una doccia e cambiarsi. Entrò in camera a prendere i vestiti e si precipitò in bagno chiudendo la porta. Mise su un po' di musica e improvvisò un balletto mentre si spogliava. Si sentiva leggera e spensierata; concentrò le sue energie in quella strana danza. Dapprima aveva gli occhi chiusi, si sfilò i pantaloni e la camicia... Lentamente... Poi decise di aprire gli occhi e di guardarsi allo specchio mentre ballava. Non appena lo fece una presenza dietro di lei la fece trasalire e le caddero i vestiti da mano. Si voltò di scatto, spaventata e imbarazzata. Si trovò due occhi curiosi puntati addosso, un sorriso beffardo e due mani sui fianchi.
"Non mi avevi detto che sapevi fare lo streep tease..." la voce di Echo era bassa e provocante.
"Infatti non so farlo, stavo solo ballando!" gonfiò le guance mettendo un finto broncio che sparì subito dopo, sostituito da una risata. Echo la baciò sorridendo e lei le cinse il collo con le braccia, avvicinando ulteriormente i loro corpi. Sentì un brivido quando il suo pube toccò la fibbia dei pantaloni dell'altra. Echo se ne accorse e le accarezzò lo stesso punto, facendola rabbrividire di più. Elettra si allontanò leggermente urtando il lavandino.
"Echo..." la ammonì senza staccare le labbra dalle sue.
"Cos'ho fatto? Ti sto solo accarezzando..." sussurrò mordendole il labbro inferiore.
"Qualcuno potrebbe entrare... Rosario per esempio." Echo scoppiò a ridere.
"Credimi... Non lo farà." la alzò da terra facendola sedere sul lavandino. Ora Elettra era una testa più alta di lei.
"Che vuoi dire..?" mormorò mentre Echo le posò piccoli baci sul petto.
"Niente di importante... Solo che una volta le è capitato di vedere qualcosa di... Imbarazzante, quindi bussa sempre prima di entrare." sorrise ripensando ad un ricordo lontano. Quel pensiero le fece cambiare sguardo. Ora era più tetro... C'era qualcosa dietro la semplice malinconia. Che fosse... Dolore? Elettra le accarezzò i capelli.
"Va bene... Mi fido." la strinse forte a sé. Echo ricambiò l'abbraccio, ogni goccia di eccitazione era svanita dal suo corpo. Rimasero così per un po', poi Elettra sciolse l'abbraccio e le posò un leggero bacio sulle labbra, alzandole la maglia.
"Ti va di fare un bagno con me?" cercò di essere il più sensuale possibile. Echo sorrise e si sfilò i vestiti, immergendosi poi nell'acqua. Elettra si mise davanti a lei, le spalle contro il suo petto. Ci furono minuti di dolcezza, di baci e carezze, poi le carezze di Echo si fecero più audaci. Elettra ridacchiò.
"Vedo che ti è tornata la voglia..." Echo le accarezzò un seno.
"Non mi ha mai lasciato." le baciò piano il collo, stringendola a sé. Elettra sorrise e le prese le mani. Le labbra di Echo si fermarono sull'orecchio.
"Ripenserò a questi momenti per tutto il viaggio sai? Ruberai tutto il mio tempo." Elettra si accigliò.
"Quale viaggio?" Echo la guardò.
"Mia madre non ti ha detto niente? Domani parto con lei per quel servizio fotografico, perciò non ci vai tu." Elettra sapeva del viaggio di Talia, ma non sapeva che sarebbe partita accompagnata.
"Oh... Capisco..." ci rimase un po' male. Echo le accarezzò le labbra.
"Anche tu mi penserai vero?" disse sbattendo le palpebre. Elettra scoppiò a ridere e la baciò.
"Sempre."

Arrivarono al palazzetto a partita inoltrata. Il bagno era durato più del previsto, così dovettero correre per evitare di perderla. La squadra di Gabriele stava vincendo, ma solo per pochi punti. Le ragazze si sedettero sugli spalti dove un coro di ragazzine stava esultando per la squadra in vantaggio. Quando videro Gabriel fare canestro, esultarono con loro. La partita fu piacevole, sebbene Echo cercò di metterla in guardia sulla possibile noia che avrebbe potuto provocare.
"Mi avevi detto che sarebbe stato uno strazio, invece è divertente!" Elettra sembrava una bambina al parco. Echo le teneva la mano, guardando più lei che la partita. Finì dopo un'ora, la squadra di Gabriel vincente. Tutte le ragazze si precipitarono a congratularsi con i giocatori. Elettra ed Echo si tennero più indietro per evitare di essere investite.
"Ora comincio a capire lo strazio di cui parlavi..." si lamentò Elettra. Echo sorrise vittoriosa.
"Visto? Te l'avevo detto." ma Elettra non le prestò attenzione. Stava guardando una ragazza molto carina che parlava con Gabriel. Lui sembrava leggermente intimidito, si grattava la nuca, sorridendo imbarazzato. Elettra sorrise.
"Secondo me si piacciono, tu che dici?" Echo annuì.
"Si conoscono da tre anni e quel cretino non si decide a farsi avanti." alzò gli occhi al cielo.
"Beh, tutta l'audacia te la sei presa tu." la prese un giro Elettra. Quando finirono di parlare, Gabriel si avvicinò alle ragazze a braccia aperte.
"Siete venute alla fine!" Echo lo fermò alzando una mano.
"Non ci provare, non lo voglio il tuo sudore!" i tre cominciarono a ridere e poi Gabriel andò a lavarsi. Uscì quindici minuti dopo e propose di andare a mangiare qualcosa. I tre uscirono e Gabriel le portò in un posto molto carino e poco rumoroso. Elettra si voltò verso Echo.
"Non è bellis... Echo... Cos'hai?" la ragazza guardava l'insegna come se fosse la porta dell'inferno. Ignorò la domanda di Elettra e si voltò verso Gabriel, infuriata. Lui la guardò confuso, poi il suo sguardo si illuminò di consapevolezza. Alzò le mani, indietreggiando.
"S-scusa Echo... Avevo dimenticato che..." Lei non lo fece finire. Gli tirò un pugno sulla guancia. Elettra lanciò un urlo.
"Ma che diavolo fai?!" la prese per le spalle. Lei la spinse via senza guardarla negli occhi.
"Se l'è meritato." poi si voltò e andò via, senza guardarsi indietro.

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