"È come se fosse morta". Elettra non riusciva a togliersi dalla testa quelle parole. Gabriel era andato in crisi quando gli aveva chiesto chi fosse quella ragazza. Domande su domande che si accumulavano senza ricevere risposta. Che questa ragazza fosse anche la causa della rabbia di Echo di qualche giorno prima? Michael non si era dilungato molto a spiegarle tutto nei dettagli, ma questa Gwen doveva essere una persona molto importante per i due fratelli. Sentì lo stomaco chiudersi per la rabbia. Perché nessuno le spiegava niente? Cosa stavano nascondendo? Questi pensieri l'assillavano tutto il tempo: quando mangiava, quando disegnava e anche quando dormiva. I sogni che infestavano le sue notti erano terribili. In uno lei e Michael non riuscirono a fermare Gabriel, in un altro Gabriel colpiva Michael, in un altro ancora era Echo ad essere colpita. Fortunatamente i medici finirono presto gli accertamenti, così dopo due giorni poté tornare a casa. Da quando si era svegliata Gabriel non era andato a trovarla neanche una volta e la cosa la fece stare peggio di quanto pensasse. Michael invece andava a trovarla spesso, aggiornandola sulle condizioni di Gabriel, anche se per lui non doveva importarle. Echo era sempre lì con lei. Non la lasciò mai sola, nemmeno per dormire, seppure lei le diceva di non preoccuparsi e che stava bene. La verità era che Elettra non voleva che le stesse così vicino. O meglio, lo voleva, ma in ospedale non aveva la libertà di comportarsi come voleva.
Tornare a casa fu davvero stressante. Echo e Michael litigavano su chi aiutare Elettra e Talia poteva anche evitare di essere lì dato che non voleva portare niente. Non che ci fossero molte borse, ma non faceva altro che continuare a fumare e bere caffè. Elettra la rimproverò spesso, ma a quanto pare il fatto di essere convalescente fece calare l'autorità che aveva. Fortunatamente il viaggio in taxi durò poco e arrivati a casa trovarono Rosario che preparava la cena. Appena vide Elettra, la donna le corse incontro abbracciandola con forza. La ragazza si morse il labbro per non urlare.
"Rosario... Cercheresti di essere meno felice? Mi stai facendo un po' male.." la donna si scusò farfugliando parole in spagnolo e se ne andò in cucina brontolando. Elettra sorrise e si avviò in camera sua. Voleva farsi una doccia e stendersi un po' sul proprio letto. Echo la seguì e si rabbuiò vedendo la ragazza fermarsi davanti la camera di Gabriel. Si avvicinò e le mise una mano sul fianco, abbracciandola.
"Lascialo stare, andiamo." Elettra non oppose resistenza; non era ancora pronta a vederlo. Andarono in bagno e Echo l'aiutò a spogliarsi. Elettra arrossì quando notò che l'altra la fissava.
"Smettila dai." Echo sorrise.
"Perché? Guardare non costa niente." le prese il viso tra le mani e le posò un leggero bacio sulle labbra. Parlò senza staccarsi.
"Mi sei mancata..." Elettra sorrise alzando gli occhi al cielo.
"Sei stata via solo due giorni... E nei successivi due penso che tu abbia recuperato abbondantemente." Le cinse i fianchi col braccio libero e posò la testa sulla sua spalla.
"Anche tu mi sei mancata, anche se sono ancora arrabbiata con te." Echo si allontanò leggermente per guardarla negli occhi. Maledetta, sapeva benissimo come prenderla. Elettra quasi si dimenticò cosa stava dicendo.
"Sei sparita per una notte intera senza motivo. E prima hai colpito tuo fratello. E se proprio vogliamo essere precisi mi hai anche trattato male!" Echo sorrise per l'ultima affermazione ma poi tornò seria.
"Hai ragione, non dovevo trattarti in quel modo, non è colpa tua se mio fratello è un coglione." la strinse a sé cercando di non farle male.
"Ero troppo arrabbiata per tornare a casa, non volevo trattarti peggio di come ho fatto." Elettra alzò gli occhi al cielo.
"Non è questo che voglio sapere. Voglio sapere perché hai colpito Gabriel. Cosa ti è saltato in testa?!" La ragazza abbassò la testa che poggiò poi sulla spalla di Elettra.
"Ti dispiace se ne parliamo più tardi? Non riesco a concentrarmi.." le diede un bacio sul collo. Elettra sbuffò spazientita e la spinse via.
"Va bene." finì di spogliarsi e si immerse nella vasca sotto lo sguardo sbalordito di Echo. Non immaginava che si sarebbe arrabbiata così. La ragazza si inginocchiò accanto alla vasca e poggiò la testa e le mani sul bordo. Le accarezzò la nuca fissandole le spalle.
"Hai le lentiggini sulle spalle, lo sapevi?" Elettra si girò a guardarla. Cercò di essere dura ma vedendo il viso stanco e lo sguardo assorto di Echo si addolcì. Le accarezzò una guancia e la baciò muovendo le labbra lentamente.
"Facciamo presto così andiamo a letto ok?" Echo sorrise e si sfilò la maglia.Dopo il bagno andarono a cenare con Talia e Rosario. Michael era tornato a casa a studiare per un esame. Mangiarono in silenzio, la sedia vuota accanto a Talia parlava abbastanza. Elettra guardò ancora la porta ed Echo le mise una mano sulla gamba scuotendo la testa. Finito di mangiare andarono tutti a riposare. Elettra si stese finalmente su un letto comodo ed Echo accanto a lei l'abbracciava dolcemente.
"Sai, non ho mai dormito con una ragazza dopo aver fatto l'amore." Elettra doveva essere lusingata, e in effetti lo era, ma aveva deciso che era il momento di chiarire.
"Nemmeno con Gwen?" sentì il cuore di Echo perdere un battito. La ragazza si allontanò per guardarla.
"Chi... Come fai a sapere di Gwen?" Elettra sospirò abbassando lo sguardo.
"Quindi è così... Stavate insieme." lo sguardo di Echo si indurì.
"Chi ti ha parlato di lei?" Elettra la guardò.
"Tuo fratello, prima di andare in crisi e spararmi accidentalmente." Echo aggrottò le sopracciglia.
"Michael non mi aveva parlato di Gwen." la sua espressione era quasi disgustata.
"Degno del suo amico." Elettra le mise una mano sulla guancia.
"Diceva anche che gli dispiaceva e che non l'aveva fatto apposta. Si può sapere cos'ha fatto?" Echo sospirò, sedendosi e dandole le spalle.
"Gwen... Sì, lei era la mia ragazza. È stata la prima storia seria che abbia mai avuto, credo di averla amata, ammesso che quello fosse amore, ma non so spiegarmi diversamente. Mia madre aveva preso la cosa meglio del previsto... Gabriel invece la odiava. Non le piaceva, litigavano sempre. Provai in tutti i modi a farli andare d'accordo e alla fine sembrava che ci fossi riuscita. Cominciarono a scherzare insieme, uscivamo insieme, noi tre e Michael. Era bello... Davvero bello. Poi un giorno... Gabriel era nel suo periodo no. Gwen lavorava nel ristorante dove voleva andare Gabriel l'altro giorno. Il proprietario conosceva un bel posto in montagna così lei propose di andarci per far rilassare un po' Gabriel. Michael aveva da studiare quindi non venne. È stata una bellissima giornata, sembrava che Gabriel si stesse divertendo, ma dentro di lui desiderava solo fare qualcosa di pericoloso. Andò sul ciglio di un burrone, ballandoci sopra. Gwen si spaventò e gli corse incontro provando a tirarlo via." la voce di Echo si spezzò e si portò una mano sul viso. Elettra si alzò e la strinse forte. Echo continuò.
"Gabriel si irritò e cominciò a risponderle male, a gesticolare e ad avvicinarsi al ciglio ancora di più. Allora Gwen lo tirò verso di sé. Quel gesto lo irritò ancora di più... Così la spinse via. Erano... Davvero vicini al bordo... Così lei... Gabriel non fece in tempo a prenderla." Echo represse un sighiozzo, Elettra la lasciò, la consapevolezza le scavò un buco nel petto.
"Io ero in disparte, non sapevo mai cosa fare quando mio fratello aveva quelle crisi e tutt'ora non lo so. Ma se fossi intervenuta forse tutto questo non sarebbe accaduto. Presi dal panico non sapevamo cosa fare... Decidemmo di denunciare la sua scomparsa. Chi avrebbe creduto che si fosse trattato di un incidente?" Elettra si allontanò bruscamente.
"L'avete uccisa..." Echo si voltò. Aveva il viso distrutto e sconvolto, gli occhi gonfi.
"È..." poggiò la testa sulle sue gambe, piangendo.
"È stato un incidente..." aveva la voce spezzata dai singhiozzi. Elettra non si mosse.
"E dato che non sei riuscita ad aiutarla ora mi stai attaccata per riscattarti." Echo alzò la testa di scatto.
"Cosa?! Ma che cazzo dici?" Elettra si voltò. Non voleva guardarla. Echo le prese il viso tra le mani ma lei la spinse via.
"Non toccarmi. Questa volta le tue tattiche non funzioneranno. Ti rendi conto di quello che avete fatto?! Avete ucciso una ragazza!" Echo le mise una mano sulla bocca.
"Non urlare ti prego. Cos'altro potevo fare? Mandare in galera mio fratello?!" Elettra era disgustata.
"E tu questo lo chiami amore? Amare per te significa questo?!" Echo aprì la bocca per replicare, ma non riuscì a dire niente.
"Vattene. Ora." Echo la supplicò con lo sguardo.
"Ti prego no... So che sei sconvolta ma.."
"Ti ho detto di andartene!" Elettra la spinse via dal letto facendola cadere.
"Va via!" urlò con le lacrime agli occhi. Echo si alzò da terra, distrutta, e si voltò andando verso la porta, voltandosi per un secondo prima di aprirla e uscire.
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Echo
RomanceElettra è una ragazza di vent'anni che sta cercando il suo posto nel mondo. Frequenta l'Accademia di belle arti e ha una fidanzata bellissima che la ama. O almeno, così crede. Nel giro di una settimana il mondo le cade addosso. Lei la lascia, non ri...