Capitolo 27

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Jace's POV

Prendo il telefono dalla mia tasca che vibra con fastidiosa insistenza.

E sullo schermo mi compare il numero di quel bastardo.

Con che coraggio, continua a chiamarmi?!

Lancio con forza il telefono per terra e urlo per la frustrazione.

Giro come un pazzo per tutta la casa, per trovare la mia droga e non la trovo.

È impossibile che ne sia rimasto senza, io non rimango mai senza roba.

Dopo aver distrutto i cassetti della mia stanza da letto, la trovo e mi faccio la mia solita botta.

Ma niente, neanche quello riesce a calmarmi.

Prendo il cellulare che ho scagliato per terra, e vedo che si è solo rigato un po' di vetro, ma non me ne importa.

Compongo un numero e aspetto che mi risponda.

《Perchè non vieni da me, così ci divertiamo un po'?》dico a Tamara.

《Certo, qualche minuto e sono da te》mi risponde la cagna.

Non mi dice mai di no.

Senza dire altro, le chiudo la conferenza in faccia.

Non mi interessa nè di lei, nè della sua risposta, voglio solo divertirmi e godere un po'.

Voglio dimenticare quegli occhi castani da cerbiatta che mi ritornano in mente, ogni cazzo di volta che chiudo i miei. Voglio dimenticare quel bastardo di mio padre che non fa altro che ricattarmi con i suoi schifossisimi soldi.

Tamara bussa alla mia porta e quando apro, me la ritrovo davanti con uno striminzito vestitino leopardato da puttana.

Non perde tempo. Sa che non ho pasienza, e non sono il tipo da coccole o da parole. Voglio solo scopare, e lei lo sa e le sta anche bene.

Mi spinge sul divano e mi lecca i pettorali con sensualitá, poi fa il suo solito lavoro mentre io le stringo i capelli con forza, lei mugugna dal dolore, ma non mi interessa di cosa stesse provando e stringo più forte.

《Spogliati》le ordino.

Lei da brava cagnolina, obbedisce e rimane completamente nuda davanti ai miei occhi.

Prima mi faccio un altra botta con la polverina e poi la faccio mia.

Finito il tuo dovere, la caccio come se fosse una nullità.

Julie's POV

È tipico di una donna; più vestiti si possiedono, più si voglio.

Sono davanti al mio armadio da circa mezz'ora. Devo andare al centrocommerciale con Katty e non so proprio cosa indossare.

In giro per la mia stanza ci sono magliette spiegazzate, jeans e vestiti sparsi, ma non riesco a trovare niente che mi piaccia.

Ad un tratto, i miei occhi catturano qualcosa. È infondo all'armadio, l'ho nascosto talmente bene, che me ne sono anche dimenticata.

Lo prendo fra le mani e lo stringo forte a me. Anche se non è la stessa cosa, mi fa sentire per un attimo fra le sue braccia. Il suo l'odore di pino selvatico, anche se sono passate delle settimane, non è scomparso.

Non so se Jace si sia dimenticato di quel giubbotto, o se non lo vuole proprio indietro.

Rimango minuti interminabili seduta sul bordo del mio letto, con il suo giubbotto di pelle fra le mani.

Il cuore non ha controllo (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora