Capitolo 23

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Ormai dovrei aver imparato la strada per casa di Jace, e invece, vista la mia agitazione sbaglio traversa per ben 3 volte.

Arrivo davanti a casa sua e mille dubbi iniziano a frullarmi in testa.

Non so cosa gli dirò o come reagirà alla mia presenza. So di non essere la persona adatta a quel tipo di situazione, ma devo fare qualcosa per lui, anche a costo di litigarci tutto il giorno.

Prendo un respiro profondo e decido di suonare il campanello. Nessuna risposta, riprovo altre 2,3,4 volte e niente.

《Jace, apri questa cavolo di porta!》urlo e busso a raffica con il pugno.

Dopo qualche secondo la porta si apre lasciando il mio pugno a mezz'aria.

Jace ha lo sguardo spento, delle occhiaie molto evidenti e il colore delle sue pupille è nero pece, con qualche ventura di rosso per l'uso dell'erba.

Mi guarda dalla testa ai piedi e fa un faccia disgustata.《Che cazzo vuoi?》dice, il tono acido e sprezzante.

Iniziamo bene.

Tu hai deciso di venire a casa sua, senza invito. Non ti lamentare ora.

Non rispondo nè a lui, nè alla mia stupida coscienza ed entro in casa di Jace.

So la sua situazione e non voglio litigare, rispondendo male aprirei solo una discussione inutile.

Sul tavolino del salotto vedo della polverina bianca e anche dell'erba, in più birre sparse e cose rotte ovunque, in giro per casa.

Lui mi ignora e si siede sul divano. Inizia a rollarsi una canna.

《Jace... 》incalzo cercando di mantenere un tono di voce pacato.

Non mi risponde, nè mi da retta e continua con il suo "lavoro"

Mi avvicino e siedo accanto a lui, appoggio la mia mano sulla sua gamba. Il solito brivido mi percorre, ma lo ignoro.

Lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco, e si alza di scatto bruscamente.

《Vattene immediatamente da casa mia!》mi urla contro con furia.

Non sono di certo la pazienza fatta persona, perciò prendo un respiro profondo e cerco di non sbottare contro di lui.

《Fatti aiutare da me, ti prego》quasi lo supplico. Mi avvicino a lui cautamente.

Nell'sentire le mie parole, si destabilizza per un attimo. Addirittura mi sembra che i suoi occhi stanno tornando al loro colore naturale, ma è stato solamente per un impercettibile attimo, prima di tornare neri.

《Cosa puó fare una principessina del cazzo come te?》dice sprezzante.

Prende una bomboniera e la lancia contro il muro, poi un altra e un altra ancora.

《Voi ricchi di merda, pensate che si possa risolvere tutto con i soldi. Mi fate schifo!》la vena del collo gli pulsa per la rabbia.

Non capisco questa frase. Non ho mai pensato di comprarlo con i soldi, anche se non credo stia parlando di me.

《Io, veramente, pensavo di andare a fare semplicemente una passeggiata》quasi sussurro.

Mi prendo di coraggio e mi avvicino a lui.

Appoggio una mano sulla sua guancia, istintivamente chiude gli occhi, come se si stesse beando delle mie carezze.

Li riapre di scatto e mi fissa con intensità. Sembra come stesse capendo se si può fidare o meno di me.

《Julie, vattene. Potrei farti del male》dice in un sussurro.

Evita il mio sguardo che vuole incastrarlo, salvarlo.

Il cuore non ha controllo (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora