Capitolo 22

31.4K 1.1K 326
                                    

Ho deciso di iscrivermi in palestra. Almeno riempierò le mie giornate di noia e spero di sfogare un po' la mia rabbia.

Il campanellino sopra la porta risuona al mio passaggio. Un uomo sulla quarantina, si volta verso di me.

《Buon pomeriggio》sembra essere molto seccato mentre legge il suo giornalino e mastica la gomma in modo fastidioso.

《Buon pomeriggio, vorrei iscrivermi in questa palestra》 rispondo con la mia solita aria da superiore.

Mi squadra dalla testa ai piedi e inarca un sopraccigli. Pare stupito per la mia richiesta.

Sbuffo infastidita.《Quindi?》.

《Abbonamento mensile o annuale?》mi chiede mettendoci davvero poca enfasi.

《Mensile》.

Gli porgo i miei documenti e i soldi dell'iscrizione, più un mese di palestra anticipato.

Mi illustra molto seccato la palestra e le varie attrezzuture. È una palestra un po' malandata ma le attrezzature sembrano essere tutti intatte, a terra c'è parecchia paplvere.

Finisce e se ne va senza salutarmi.

Non capisco perchè sto sempre antipatica alla gente, a prescindere.

Probabilmente ho scelto una palestra sbagliata, visto che anche molti clienti mi guardano male.

Certamente, io ho addosso una tuta marcata "Giorgio Armani" che è una prestigiosa marca Italiana. Ma non è colpa mia se ho solamente questa, che ho comprato in un viaggio a Milano.

Ignoro la gente, e vado a prendere dei pesi.

Scelta abbastanza azzardata perchè mi risulta molto difficile. Provo con una panca per gli addominali, e non ne parliamo.

Non ho muscoli, nè forza e non sono abituata a fare sforzi.

Forse dovrei tornarmene a casa.

Opto per il tapis roulant. Inizio con una velocità bassa e stranamente non cado.

Faccio esercizio per circa mezz'ora.

Quando inizio ad avere il fitone, scendo anche da quell'aggeggio.

Ho una sete assurda. Mi incammino verso il distributore delle bibite, ma prima qualcosa cattura i miei occhi; un sacco da boxe.

Non c'è nessuno. Mi avvicino e tirai un pugno con tutta la mia forza. Il sacco non si muove di un centimetro, mentre la mia mano va in fiamme per il dolore.

Ma che diamine ci mettono dentro quel sacco? Pietre, per caso?

《Devi mettere questi》una voce maschile tuona alle mie spalle.

Mi volto e vedo un ragazzo. Ha i capelli biondi e gli occhi castani, non molto magro ma neanche grosso. Mi sorride porgendendomi dei guantoni rossi.

《Grazie》sforzo un sorriso.

Li prendo e li indosso.

Tiro il secondo pugno al sacco e il risultato è uguale a quello di poco prima; cioè che non si muove di un centrimetro, ma almeno la mia mano non fa male come prima.

Tiraro pugni a raffica. Sento tutta la rabbia e la frustrazione di questi giorni fuoriuscire da me, e l'adrenalina salire ad ogni pugno sferrato.

Ad un tratto, il sacco si muove di poco.

Inizio a saltellare felice come una scema.

Mi volto per ringraziare quel ragazzo, ma non c'è più.

Il cuore non ha controllo (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora