Capitolo 1

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Mezzogiorno. Phil sopirò profondamente. Trascinava i bagagli mentre entrava nel collegio per il terzo anno di fila. Odiava quel posto. E aveva delle buone ragioni per farlo. Aveva pochi amici, se non nessuno. Lo prendevano in giro perché cercava di essere gentile. Ma essere gentili è una brutta cosa che deve essere chiaramente punita. Niente di speciale o eccezionale. Solo la solita storia: venir spinto sul pavimento ed essere preso in giro. A volte veniva anche picchiato, ma tutto qui. A Phil onestamente non gliene importava più. Ci si abitua a venire feriti dopo un po'.
I genitori di Phil lo amavano così tanto che volevano solo il meglio per lui. E in chissà che modo, gli era venuta in mente l'idea che mandarlo a scuola h24 sarebbe stata l'idea migliore. Dio se si sbagliavano. A Phil mancava già la sua famiglia. La prossima vacanza sarebbe stata per Natale e onestamente non vedeva l'ora. Phil trascinò con se i bagagli verso la reception.
"Phil Lester." Disse timidamente. La donna guardò in alto e lo esaminò.
"Stanza 221B." Disse la donna strizzando gli occhi. 'Iconico' Pensò Phil.
"E il mio compagno di stanza?" Chiese incrociando le dita, anche quelle dei piedi. Pregò tutti gli dei che conosceva, e anche qualche supereroe per precauzione. Perché per favore, per favore fa che non sia-
"Dan Howell" Rispose la donna. Lo stomaco di Phil cadde a terra e si ruppe in un milione di pezzettini. Il ragazzo chiuse gli occhi e strinse i denti. D'improvviso sentì una mano dargli una pacca sulla spalla.
"Hey amico!" ringhiò una voce famigliare. "Ci divertiremo tanto quest'anno."
Phil lanciò un occhiata disperata alla donna dietro il bancone, ma non stava più prestando attenzione. Sentì già le lacrime agli occhi. No. Non Dan Howell. Deve aver capito male. Non può essere lui. Non il più grande bullo di tutta la scuola. Non il ragazzo che rende la sua vita un inferno. Per favore, no. Phil lentamente si girò, incontrò un paio di occhi cioccolato. Il ragazzo se ne stava di fronte a lui sorridendo malvagiamente, la sua frangia marrone cadeva perfettamente sulla fronte abbronzata.
"Lasciami portare i tuoi bagagli, amico," Disse Dan brutalmente. "Andiamo nella nostra stanza."
Phil strinse la sua valigia quando tentò di prendergliela.
"Ce la faccio." Disse facendo alcuni passi indietro.
"Oh, no." Disse Dan con un sorriso malvagio. "Le tue piccole manine gay non sono fatte per portare cose pesanti."
"Portare i miei bagagli non ha niente a che fare con l'essere gay," Rispose Phil. La sua voce era a malapena udibile, cercava di reprimere dei singhiozzi. "Ce la faccio."
"Va bene allora," Gli disse Dan alzando le mani. "Come ti pare. Andiamo, amico!"
Dan si incamminò verso le scale, Phil non ebbe altra scelta che seguirlo. Sapeva già che quest'anno sarebbe stato infernale. Lo sarebbe stato di sicuro dato che sarebbe stato  costretto a stare con Dan. Phil odiava Dan con tutto il cuore, ma non rispondeva mai ai suoi insulti. Nelle ultime vacanze si è sempre detto 'Questo anno sarà diverso'. Quest'anno avrebbe mostrato quanto fosse sfacciato. Il suo migliore amico, Alex, gli diceva sempre quanto fosse divertente e fantastico. Phil, ovviamente, non ci aveva mai creduto. Sospirò mentre iniziò a salire i gradini; la prima scala fu semplice, ma presto Phil divenne sempre più stanco. Stava ansimando quando raggiunsero la stanza.
"Ti ho offerto il mio aiuto," Disse Dan sorridendo pieno di sé. "Te lo avevo detto, checca."
Phil si morse il labbro e guardò il pavimento quando sentì quel nomignolo famigliare. Odiava venir chiamato checca. Provava ad ignorare tutti gli insulti che gli venivano detti. Aveva ormai capito che probabilmente i bulli stavano vivendo un brutto momento della loro vita, e lui si stava comportando da persona matura non rispondendogli. Dan aprì la porta ed entrarono insieme. La stanza era simmetrica. Se qualcuno avesse messo in mezzo uno specchio nessuno se ne sarebbe accorto. Entrando, in entrambi il lati della stanza c'era un armadio bianco. Andando più avanti un letto con un comodino ambo i lati e una finestra nel mezzo. I muri erano grigi. La stanza non sembrava molto invitante per dirlo in modo carino.
"Casa dolce casa," Disse Dan allegramente. Phil si diresse verso il letto sulla destra, ma venne spinto di lato.
"Ow!" Protestò saltando all'indietro.
"Sta attento, perdente" Gli disse il castano. "Questo è il mio letto."
"Vuoi quel letto solo perché lo stavo per scegliere io!" Esclamò Phil, immediatamente abbassando la voce per non voler essere ripreso per aver urlato così tanto.
"Avevo già scelto questo lato prima che tu arrivassi qui, stronzetto." Rispose Dan fissandolo. Phil annuì e si sedette sull'altro letto, ci mise la valigia sopra ed iniziò a disfarla. Diede uno sguardo all'altro ragazzo che lo stava ancora fissando, ora con un volto disgustato.
"Stai bene, Dan?" Chiese timidamente spostando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Lo sguardo immobile del castano si trasformò in un sorriso malvagio.
"Sono solo felice di averti tutto per me..." Sogghignò, "Per un intero anno..."
Phil strinse i denti mentre continuava a disfare i bagagli. Mise due fotografie sul comodino. Una di lui con la sua famiglia, e una con il suo migliore amico Alex. Dan si avvicinò per guardare la foto.
"È il tuo fidanzato?" Chiese Dan con un sorrisetto. "È lui il ragazzo che ti succhia il cazzo?"
"Siamo solo amici," Rispose Phil a bassa voce. "Quindi, no."
"Nah, mi stai mentendo, finocchio." Concluse Dan. "Vuoi che ti succhi, no?"
"No, non è vero!" Sussurrò Phil con il volto rosso. "E abbassa la voce!"
"Cosa?" Disse Dan iniziando ad alzare il tono. "Nessuno deve sapere che ti piace che ti venga succhiato il cazzo da un certo tipo a casa?"
"Smettila," Disse a basso tono Phil, provando a risultare severo, fallendo miserabilmente. L'espressione dell'altro si addolcì per un momento.
"Cazzo, è solo uno scherzo," Disse Dan un po' frustrato. "Uno scherzo. Non un cazzo. Non prendertela così duramente."
Phil non riuscì a trattenersi e ridacchiò. Immediatamente volle schiaffeggiarsi per aver riso ad una battuta di qualcuno che odiava.
"Ti ho fatto ridere!" Disse Dan sorridendo. Phil voltò la faccia e continuò a svuotare le valige.
"Non metti a posto le tue cose?" Chiese timidamente, evitando ogni tipo di sguardo.
"Nah, lo farò quando te ne andrai," Rispose. "Non voglio spaventarti con tutta la roba sexy che ho portato. Lubrificanti, vibratori, dildo, manet-"
"Si, okay, ho capito," Disse Phil innervosito, "Fai sesso tante volte."
"Geloso?" Gli chiese Dan sorridendo. Phil in quel momento non avrebbe potuto essere più rosso. "E perché sei geloso? Perché non vai a letto con nessuno, o perché non vai a letto con me?"
Phil si ritrovò senza parole quando rivolse lo sguardo verso Dan, corrucciò le sopracciglia.
"Non guardarmi così spaventato, frocio," Disse il castano, "È solo sesso."
"Il sesso non mi spaventa." Rispose Phil.
"Come fai a saperlo?" Punzecchiò Dan con un sorriso feroce in volto. Phil si morse il labbro. Non poteva rispondergli. E allora? Essere vergine non è per niente male! Stava solo conservando quel momento per qualcuno di speciale. Ed è normale.
"Niente risposta?" Chiese sorridendo. "Allora mi sa che ho vinto."
Phil rimase in silenzio, non voleva finire in una lite per una stupida discussione. Mantenne il suo stato di calma solo per alcuni secondi.
"Non sei per nulla divertente, Lester." Sospirò Dan. Phil lo guardò, lo vide appoggiarsi contro il muro. I suoi occhi si riempirono si paura non appena la schiena andò contro la parete. Rivolse uno sguardo impaurito a Phil e velocemente si sdraiò pancia in su sul letto. Phil piegò il capo con espressione confusa.
"Stai bene, Dan?" Chiese timidamente, si pentì della domanda appena Dan gli lanciò un'occhiataccia. "Perché non dovrei, rammollito?" Rispose duro e scosse la testa. "Poi, perché ti importa?"
"Scusa, per averti infastidito," Rispose Phil a bassa voce. "Con la mia preoccupazione."
"Non voglio e non ho bisogno della tua preoccupazione, Lester." Rispose Dan. Phil rivolse la testa di nuovo verso la valigia, tirò fuori dei prodotti da bagno. "Perdente."
Phil riusciva a sentire gli occhi pieni di lacrime. Questo posto non era cambiato per nulla. Phil aveva sperato che fosse migliorato. Ma no. Essere gentile era ancora una cosa terribile. E doveva essere punito.
"Scusa." Disse ansioso, così delicato da essere un respiro.
"Vuoi alzare un po' la voce?" Disse Dan acido. "Non sono sordo. Ma non riesco a capirti se parli così."
"Scusa." Disse a tono un po' più alto, la sua voce si rupe nel mezzo della frase. Si schiarì velocemente la gola mentre sbattendo le ciglia faceva andare via le lacrime.
"Sei proprio un perdente, non è vero, Lester?" Sospirò Dan tirandosi il copriletto sulle spalle. Si girò verso Phil, il ragazzo gli stava rivolgendo le spalle. Questo si morse il labbro. "Sempre a scusarti. Sempre a tenere la tua testolina gay in basso. Non ci provi neanche a dire qualcosa per difenderti."
Phil si morse il labbro ancora più forte e riuscì a sentire del sangue in bocca mentre piegava i vestiti e li metteva nell'armadio.
"Pezzo di merda inutile." Sputò Dan. Phil chiuse gli occhi strizzandoli. Troppo. Era abituato ad essere chiamato perdente, checca,  brutto, stupido e via dicendo. Ma non era mai stato chiamato inutile. Ma la parte peggiore era che Phil ci credeva. Si alzò dal letto e lanciò un'occhiataccia a Dan. Se essere gentile non lo aveva portato a nulla fino ad ora, allora sarebbe stato meschino.
"Stai zitto," Disse Phil con la voce tremante dalla rabbia. "Sto cercando di far funzionare questa situazione, per entrambi! Sono gentile con te! Ti sto dando una seconda possibilità dopo che mi hai distrutto la vita per due anni di fila! Ma NO! Il buon vecchio Mr. Howell è e sarà sempre una testa di cazzo."
Dan alzò le sopracciglia e si sedette, non era abituato ad essere insultato di ritorno. Specialmente non da Lester. Non aveva mai visto un ragazzo gentile come lui perdere il controllo. Dan sentì quasi il bisogno di scusarsi. Quasi.
"Wow, amico, calma," Disse Dan corrucciandosi. Phil sentì una lacrima scendere e l'asciugò velocemente. A questo punto Dan sentì davvero il bisogno di scusarsi. Aveva ragione.
"Calma? Tu continui a rovinare la mia vita, sempre sempre sempre," Urlò Phil indicandolo. "Rendi la mia vita un inferno. Spero che tu ne sia fottutamente orgoglioso!"
Phil si diresse verso la porta. Un singhiozzo gli scappò dalle labbra.
"Dove stai andando?" Chiese Dan. "Senti, Mi dis-"
"Ovunque sia lontano da te!" Urlò Phil e fece sbattere la porta dietro di lui.

Note:
Ecco qui il primo capitolo di Libertas Volandi! Che in latino vorrebbe dire La libertà di volare. Il titolo verrà spiegato molto presto se non avete già intuito.
Se vi sembra lenta non preoccupatevi, date tempo 5 capitoli (che arriveranno presto).
Spero vi sia piaciuta come introduzione a questo nuovo mondo e spero di vederci alla prossima!

Libertas Volandi (Phan) [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora