Capitolo 9

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"Siamo sempre stati qui." Dan iniziò rivolgendo un timido sorriso a Phil e mordendosi il labbro. "Siamo stati creati proprio come voi, nessuno sa precisamente come, ma molti credevano che ci fosse qualcosa di sbagliato in noi perché avevamo poteri speciali. Quindi ci chiamarono "Impiorum Hominum„ che in Latino significa "Gli empi„. Adesso nessuno usa più quel termine, è considerato come un'insulto, un nomignolo, come chiamare gli africani schiavi, o un ragazzo intelligente sfigato. Ai tempi, quando venivamo ancora chiamati così, ci davano la caccia. Praticamente se scoprivano che eri un Impiorum, ti uccidevano e torturavano nei modi peggiori. Abbiamo poteri che hanno a che fare con la salute, i nostri tagli guariscono più in fretta e se a qualcuno si taglia una parte del corpo, questa ricrescerà. Ma il dolore che proviamo è come quello di un umano. La tua razza ci torturava: ci legavano ad una sedia con delle spine e continuavano a tagliarci le dita, nessuno sapeva perché. Perché dovettero fare una cosa del genere? Continuarono a farlo, fino a che eravamo esausti, fino a che non supplicavamo di essere uccidi. E non è una cosa onorevole da fare, mollare, e gli umani lo sapevano. Sapevano che ci dicevamo l'un l'altro di non mollare mai. Mai supplicare di essere ucciso. Se avessi fatto una cosa del genere, e ti avrebbero liberato, saresti stato disconosciuto. Quindi molti della nostra razza furono torturati e uccisi, Phil. Migliaia, magari milioni!"
"È terribile." Si coprì con una mano la bocca. "Ma come mai ora non si parla più della tua razza?"
"Beh, se leggi libri di storia, vedrai storie sulle streghe. In realtà eravamo noi. Ma le persone oggi non ci credono più, questo perché iniziammo a formare un gruppo. Avevamo un leader, di cui non ricordo il nome perché ho saltato le lezioni di storia." Dan lo disse ridacchiando.
"Sei terribile, Dan! Non sai chi sia il leader della tua popolazione. Non ci credo, amico."
"Fammi continuare! E non è che tu sappia il nome di chi ha liberato il tuo popolo! Oh aspetta... I bianchi non sono mai dovuti essere liberati perché pensavano di essere i migliori." Dan era un misto tra serio ed ironico. "Oh merda, ho fatto cadere qualcosa. La verità! Ascolta, vuoi sapere di più sulla mia cultura o no?"
"Si, scusa per averti interrotto." Phil si schiarì la gola. "Continua."
"Allora, avevamo un leader e una vera e propria società." Dan iniziò a spiegare. "C'erano le persone più importanti, quelle che erano le più forti e le più sagge: "Maximis„ che letteralmente in latino significa "I maggiori„; e c'erano tanti altri. E poi c'erano le persone semplici: "Cives„ che sempre in latino significa "Cittadini„. Il latino è la nostra lingua madre, quindi ogni termine che sentirai sarà in latino. È una rottura di coglioni, l'ho dovuto studiare per tre anni. Terribile. Ma si, formammo un'intera società segreta, e se qualcuno ci scopriva, doveva fare un giuramento dove diceva di non rivelare mai come funzionasse la nostra società.
Ci chiamammo „Optimi Generis" che significa "Il miglior genere„. Eravamo una nazione arrogante, lo so. Avevamo posti segreti dove nasconderci e insegnavamo a tutti i bambini gli incantesimi e le mosse che dovevano sapere. Come "sanatius„ che vuol dire „guaritore" e "somniom„ , questa in pratica fa addormentare le persone, e tantissime alre. Ci è proibito di usarle a meno che non sia inevitabile. Quindi sono andato troppo in là con te." Dan ridacchiò e guardò a terra imbarazzato. Phil gli mise una mano sulla spalla.
"Hai usato solo una di quelle," gli sorrise. "E non lo dirò a nessuno!"
"Le usate entrambe." Dan imitò il suo gesto, Phil confuso corrucciò le sopracciglia. "Ma la prima volta l'ho fatto perché non avevo altra scelta!"
"Quando hai-" Iniziò il più grande con un broncio.
"Non perdiamoci in chiacchiere." Lo interruppe velocemente Dan. "Quindi per molte generazioni, vivemmo nelle ombre, fino a quando decidemmo che fosse ora di combattere. Abbiamo fatto due guerre negli ultimi cento anni. Gli umani le chiamano Prima e Seconda Guerra Mondiale, questo perché abbiamo fatto un incantesimo speciale sui vostri occhi: nebula. Questo vi fece vedere i fatti in modo diverso. Entrambe le guerre furono combattute tra di noi, Optimi Generis, e la tua specie, gli umani."
"La prima guerra mondiale è scoppiata perché il nuovo re d'Ungheria fu ammazzato." Phil aveva un'espressione confusa e Dan gli rivolse un sorriso furbo.
"Questo è quello che ha fatto nebula! Che comunque significa "nebbia„. L'abbiamo messa sui vostri occhi ed impiantata nei vostri cervelli. La verità è che non c'è mai neanche stato un nuovo re in Ungheria." Dan ridacchiò.
"E la seconda invece?" Chiese con occhi spalancati.
"Hitler non aveva nulla contro gli ebrei." Dan riprese a spiegare. "È stato il nostro re a venir deportato e ucciso. Beh, molte di quelle persone non erano neanche della nostra specie, erano solo sospettati."
"Mi stai dicendo che tutta la mia vita è stata una bugia?" Phil ora era più confuso che mai.
"Non preoccuparti, è così per tutti." Dan gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla. "Quindi, dopo che usammo Nebula sulle persone che vissero nel periodo delle guerre, tutti si dimenticarono della nostra esistenza. Ma ci siamo ancora. Però tu lo hai già scoperto, il che non sarebbe mai dovuto succedere."
"Ce ne sono altri della tua specie in questa scuola?" Phil era impaziente di avere altre informazioni, ma Dan fece spallucce.
"Non potrei saperlo, non abbiamo un codice per riconoscerci tra di noi o cose del genere."
"Raccontami qualcosa sui tuoi poteri!" Phil era eccitatissimo. "Me li puoi insegnare?"
"Sarò completamente onesto, non lo so." Vedendo l'entusiasmo dell'altro, Dan sorrise. "Non sappiamo molto sui nostri poteri. Tutti i libri sono stati bruciati nella seconda guerra mondiale. Ci insegnano gli incantesimi basilari e quelli che non possiamo imparare: i poteri ereditati dai nostri predecessori. Sono nell'età per scoprire i miei nuovi!"
"Qualcuno si è già manifestato?" Gli occhi di Phil brillavano dall'entusiasmo. Dan ridacchiò timidamente ed indicò i suoi polsi, avevano ancora un'evidente bruciatura. Il più grande sollevò il braccio e gli diede un'occhiata.
"Scusa." Gli disse Dan con le guance rosse.
"Tu hai fatto questo con i tuoi poteri speciali?" Esclamò ad occhi spalancati. Alzò la maglia e mostrò le impronte sul petto. "Allora anche queste."
"Si..." Dan sospirò. "Mi dispiace, non ne ho ancora completamente il controllo. Come ho detto prima, sono scatenati da emozioni molto forti."
"Eri arrabbiato quando successe con i miei polsi." Phil iniziò a pensare. "E stavi venendo quando sono apparse queste."
"Ancora, mi dispiace." Aveva un sorriso dispiaciuto in volto. "Ma l'ho ereditata da mia madre, si chiama "Calor„ che significa "Calore„. Ci sono nato, come le mie ali. Non tutti le hanno nella nostra cultura, ma è la caratteristica più amata. Tutti quanti adorano le grandi e potenti ali, le persone che le possiedono vengono chiamate "Pennatus„ che vuol dire "Piumato„. Le ali sono molto speciali, il colore delle piume è unico, diverso da persona a persona, ti rappresenta emotivamente."
"Fantastico... Pensavo che fossi più una persona da nero." Phil si mise a ridere sotto voce.
"Indosserò anche abiti neri, ma mia mamma dice che ho una mente colorata."
"Tua mamma ha ragione." Gli rivolse un altro sorriso. "Le puoi far uscire ora? So che suona strano, ma sai cosa intendo dire."
"Oh dio, si, ti prego." Dan sospirò felice e saltò su dal letto togliendosi la maglietta. "Stavo aspettando che me lo chiedessi, odio avere queste cose nella schiena, sono pesantissime. Come quando devi andare a cagare, ma devi trattenerla."
"Hey, troppe informazioni." Phil si mise a ridere e ammirò il petto nudo di Dan mordendosi il labbro, il più piccolo gli rivolse le spalle.
"Guarda." Disse indicando la propria schiena. Il più grande sobbalzò quando vide la pelle tra le scapole di Dan aprirsi. Fece una faccia disgustata nel mentre che un maestoso paio d'ali uscirono fuori. "Vuola, eccole qui."
"Sembra molto doloroso." Dan intanto si girò, puntò lo sguardo al soffitto e, con le mani sui fianchi, si mise in posa.
"In realtà è tutto il contrario. Sai, quella cosa che si prova dopo aver cagato-"
"Solo un 'è tutto il contrario', poteva bastare. Si alzò e camminò in cerchio attorno a Dan osservandolo bene. "Come le controlli?"
"Beh, sono come altre due braccia. I tendini della mia schiena sono collegati con quelli nelle ali, non è troppo difficile. Ci si abitua."
"Come hai imparato a volare?" Phil gli stava accarezzando le soffici piume viola, poi lo sentì ridere.
"Dio, ricordo ancora la prima volta." Iniziò a ridere. "Mia madre ha sempre avuto un motto, qualcosa sul saltare immediatamente in qualcosa di profondo. Diceva che è così che si impara al meglio. Quindi, nel mezzo della notte mi lanciò fuori dalla finestra dicendomi solo di spiegare le ali."
"Oh dio" Phil si coprì la bocca dallo stupore. "Come è andata?"
"È stato terrificante." Dan continuò a ridere. "Ma ho fatto come mi aveva detto e spiegai le ali, chiusi gli occhi perché avevo troppa paura, e iniziai a sbattere velocemente le ali. Mi trovai a metri sopra la terra volteggiando in aria. Pensai che atterrare fosse semplice, quindi smisi di muoverle e caddi a terra. So cosa stai pensando, Phil. 'Come fai a cadere se sei a metri dalla ter-' "
"Non parlo così!" Disse offeso dandogli una spinta sulla schiena.
"Scusa." Il più piccolo ridacchiò. "Ma si, devo ancora lavorare sugli atterraggi come hai potuto vedere sta mattina."
"Dopo tutti questi anni..." Phil sospirò e prese una delle ali iniziando a spiegarla.
"Se vuoi che le apra, puoi chiedere, lo sai?" Dan rise e le spiegò alla massima larghezza, a malapena stavano nella stanza. "Più grandi sono le tue ali, più sei in alto nella nostra piramide sociale."
"Tu devi stare molto in alto." Gli disse Phil impressionato dalla grandezza. "Queste cose sono enormi."
"Non voglio vantarmi ma, si. Si, sono sopra della media." Dan sorrise fiero e annuì.
"Non tirartela troppo, deficiente."
"Allora, tornando alla storia. Dato che Pennatus e Calor sono entrambi ereditari, mi hanno insegnato molto su Calor dato che sospettavano potessi averlo anche io. Mi hanno sempre chiamato speciale, sin da quando ero un bambino piccolo. Siccome entrambi i miei genitori hanno diversi poteri ereditari, io avrò più poteri di un Optimi normale. Averne due è nella media, e si scopre l'ultima attorno ai trent'anni. Io ne ho solo 17 e ne ho già due, non vedo l'ora di scoprire cosa c'è in servo per me! È abbastanza straordinario avere più di due poteri, ma ne hai almeno una che nessuno dei tuoi genitori ha. Ecco perché molte persone nella nostra comunità sono obbligate a sposare qualcuno che non amano. Certi vogliono solo creare l'Optimum Optimi Generis: il meglio del meglio."
"Che cosa crudele!" Esclamò Phil mentre tirò via una delle piume in basso, Dan fece un salto emettendo un forte 'Ow!'
"Phil! Perché lo hai fatto?!" Dan avvicinò l'ala e iniziò a massaggiare il pezzo dove Phil aveva tolto una piuma. "Io non ti strappo i peli a caso, o no?!"
"Voglio solo fare degli esperimenti in laboratorio." Phil esaminò la piuma blu. Il più piccolo strabuzzò gli occhi e strappò la sua piuma dalle mani di Phil tenendola stretta.
"Phil!" Disse offeso. "Ti sto raccontando la mia storia, e tu vuoi fare degli esperimenti su di me?!"
"Non è così, Dan!" Il più grande alzò le braccia in segno di difesa. Annusò l'aria un paio di volte e guardò Dan con un sopracciglio alzato. L'angelo gli stava sorridendo e aprì la mano, cenere nera cadde sul pavimento.
"Hai bruciato la tua piuma!" Phil era ancora una volta sorpreso.
"E brucerò anche te se farai degli esperimenti su di me." Lo minacciò Dan.
"Mi dispiace! Dov'eravamo? Ah già, i matrimoni forzati. Come ho detto prima: è terribile! È come fare accoppiare gli animali, e voi non lo siete!" Phil cambiò in fretta l'argomento.
"Lo so! Ecco perché molti di noi sono contro, ma lo si continua a fare. Io potrei essere uno di loro."
"Tu sei uni di quelli che sarà obbligato a sposare qualcuno?" Phil lo chiese a bassa voce mordendosi il labbro. Sarà anche stato arrabbiato con il ragazzo, ma ciò non vuol dire che non gli piacesse più.
"No, io potrei essere uno degli Optimum Optimi Generis. Ho già due poteri ereditati da mia madre, e ne avrò tre da mio padre." Dan divenne tutto rosso.
"Oh, quindi sarai una specie di dio?" Phil chiese curioso e il più piccolo fece spallucce.
"Non vedo l'ora di scoprire quali sono i miei nuovi poteri." Sospirò Dan sorridendo. "Spero che sia qualcosa di figo. Come invisibilità, o anche teletra-"
"Aspetta un attimo." Lo interruppe Phil. "Che differenza c'é tra gli incantesimi che impari e i poteri con cui sei nato? Voglio dire, prima hai detto che bruciare oggetti e una cosa con cui sei nato. Le persone che non l'hanno dalla nascita non lo possono imparare?"
"No." Disse Dan aguzzando lo sguardo. "Non ci ho mai pensato in realtà. Lo chiederò a mia madre. I miei genitori sono figure importanti nella nostra comunità, sono entrambi potenti e lo siamo anche io e mio fratello più piccolo."
"Hai un fratello minore?" Chiede Phil piegando la testa.
"Si, ma non parliamo di lui." Dan cambiò velocemente argomento. "Dato che mia madre e mio padre erano entrambi molto potenti, furono obbligati a sposarsi. Continuavano a litigare quando ero piccolo, divorziarono quando avevo 12 anni, non mi ricordo molto. Da lì in poi non vedo più mio padre."
"Oh, è bruttissimo." Phil accarezzò la schiena del più piccolo nello spazio tra le ali. "Tua madre sa di noi?"
"Non mi è neanche permesso di innamorarmi di un umana!" Esclamò arrabbiato incrociando le braccia. "Figuriamoci un ragazzo!"
"Oh, davvero?" Chiese Phil timidamente. "Mi attaccheranno?"
"Chi?" Dan aveva un'espressione confusa.
"Gli Optimi Genitals!" Esclamò spaventato, si guardò attorno non realizzando cosa avesse appena detto.
"Genitals? Oh mio dio, Phil!" Dan scoppiò a ridere, l'altro alzò un sopracciglio poi realizzò.
"Volevo dire l'altra cosa! Sai cosa intendo!" Disse velocemente. Dan teneva le mani sullo stomaco mentre continuava a ridere. "Smettila di ridere!"
"Hai- hai detto- oddio!" Il più piccolo cercò di prendere fiato. Phil non riuscì a trattenersi sentendo Dan e rise anche lui. "No, Phil! Gli- Gli Optimi Genitals non ti verranno a cercare! Oh mio-"
"Non è così divertente, Dan!" Phil cercò di smettere di ridere. "Basta prendermi in giro!"
"Scusami, ma quella è stata una perla!" Dan lentamente smise di ridere.
"Ma, Dan, sul serio." Iniziò mentre l'altro stava ancora sorridendo. "La tua specie non verrà a cercarmi, o cose del genere, vero?"
"Non lo so, probabilmente no." Dan fece spallucce e tossì per coprire la risata.
"Probabilmente no?" Ripeté confuso. "Un po' sospetto."
"Beh, è proibito, quindi è a malapena successo prima!" Si difese il castano.
"Proibito?!" Esclamò Phil. "Wow, fantastico! Potrei venir brutalmente assassinato perché mi piace una specie di super-umano!"
"Oh, Phil..." sospirò Dan scuotendo la testa, stava ancora sorridendo. "Posso sedermi ora?"
"Certo che si." Dan si lanciò a pancia e faccia in giù sul materasso e fece una smorfia.
"Ew! Devi ancora lavare le lenzuola! Che schifo."
"Beh, ho avuto altre cose di cui preoccuparmi." Si difese il più grande. Dan andò verso il proprio letto e Phil dovette schivare l'enorme paio d'ali che per poco non lo colpì in faccia. "Guarda dove vai Howell!"
"Scusa." Dan ridacchiò e si stese sul letto, prese il cuscino e ci nascose il volto sospirando. Phil piano piano si sedette accanto a lui sorridendogli.
"Mi dispiace." Gli disse il più piccolo a bassa voce. "Non volevo ferirti. Non sei inutile. Vali più di ogni altra cosa nel mondo per me."
"Lo so che ti dispiace, Dan." Il maggiore iniziò ad accarezzargli i capelli. "È il fatto che tu non abbia neanche provato a difendermi."
"Lo farò domani." Lo disse quasi in un sussurro. "Dirò a Michael e David che mi piacciono i ragazzi. E più precisamente che mi piaci tu. Ti proteggerò da chiunque cercherà di ferirti. Promesso."
"Davvero?" Il suo cuore iniziò a battere come mai prima.
"Si, Phil." Gli rispose, tolse il volto dal cuscino per guardare Phil che gli stava sorridendo.
"Allora sono disposto a provarci un'altra volta." Decise a bassa voce. "E non solo perché sei troppo adorabile da portati lasciar andare."
Dan sorrise e si sedette accanto a lui. Avvolse le ali attorno a Phil abbracciandolo, mise il volto nell'incavo del suo collo.
"Grazie per avermi dato una seconda possibilità." Sussurrò baciandogli il collo.
"Prego." Phil ridacchio e piegò la testa per dare più spazio al suo ragazzo. "Le tue ali danno la sensazione di un grande abbraccio caldo, mi piace."
"Sei adorabile." Dan si mise a ridere.
"Ma devo andare ora." Disse appena gli tornarono in mende i suoi due amici. "Ho promesso a Chris e PJ che avrei guardato un film con loro."
"Non dirgli nulla." Dan si staccò e guardò Phil con occhi terrorizzati.
"No, certo che no!" Esclamò sorridendogli. "Vuoi venire con me?"
"Mi odiano." Disse a bassa voce guardando il pavimento. "Magari meglio se facciamo un'altra volta."
"Sicuro?" Il più piccolo annuì. "Va bene."
Phil si sporse in avanti baciandolo dolcemente, sentì le labbra dell'altro curvarsi in un sorriso.
"Ci vediamo dopo, Orsetto." Si alzò e si diresse verso la porta, provò ad aprirla ma non si muoveva ancora. "Ti dispiace aprirmi la porta?"
"Cosa?" Dan, confuso alzò un sopracciglio guardando la porta. All'improvviso si ricordò come avesse fatto a chiuderla e spalancò gli occhi. "Ho "Motus„!"
"Apri la porta, non so cosa significhi." Phil sbuffò cercando di far funzionare la serratura. Dan saltò in piedi e andò ad a abbracciarlo. "È qualche specie di malattia? Perché sembra così dal nome.
"Ho scoperto il mio secondo potere! Ecco cosa significa!" Dan rise mettendo la fronte contro il petto di Phil. "Ero così triste che non me n'ero neanche accorto!"
"Wow davvero? Come un istinto o qualcosa così?" Chiese curioso guardando.
"Non lo so! È successo e basta! Come un animale che impara a crescere i propri cuccioli" Dan era cos' emozionato che non riusciva a smettere di ridere.
"Si ma, la sai riaprire? Questa è la vera domanda." Dan si staccò dall'abbraccio E guardò con sfida la serratura. Allungò il braccio, come aveva fatto prima, e lo girò. Un click fece eco nella stanza per alcuni secondi. Dan sorrise e aprì la porta per Phil assicurandosi che nessuno potesse vedere le sue ali.
"Ecco a te." Disse entusiasta indicando il corridoio. "Chiamerò mia madre mentre sei via, okay? Le chiederò le cose che volevi sapere."
"Grazie, piccolo." Phil gli sorrise e si avvicinò per baciarlo. Vedendo Dan tirarsi indietro e guardare il corridoio, si stacco con sguardo deluso. "Dan, sei serio?"
Il più piccolo lo prese dal colletto e iniziò a baciarlo, Phil sorrise nel mentre. Dopo alcuni secondi si staccarono.
"Divertiti, Leoncino." Dan salutò Phil che era già uscito dalla stanza, anche lui si girò e lo salutò con un cenno della mano. Dopo aver salito alcune scale, arrivò di fronte alla 109C.
"Peej? Chris?" Urlò bussando alla porta. "Posso entrare?"
"Si, certo," Urlò di ritorno PJ. "È aperto!"
Phil aprì la porta, i due ragazzi erano sdraiati sul pavimento sotto due piumoni legati sopra di loro come una tenda. Avevano messo i materassi sul pavimento e un portatile con un film nel mezzo. Phil intravide alcune scene di Wall-E. Chris si girò e PJ mise in pausa il video.
"Come è andata? Sembri felice." Gli domandò Chris.
"Si, ha detto che migliorerà. Dirà agli stronzi che gli piacciono gli uomini." Disse Phil con un sorriso e scosse la testa. "E più precisamente che gli piaccio io."
"Si è scusato?" Chiese il riccio sedendosi.
"Un milione di volte." Phil si mise accanto a PJ. "Dai, continuiamo a guardare questo stupido film."
"Non è stupido."

Note:
Small rant sono così orgogliosa del fatto che Dan si senta più libero di esprimersi anche attraverso il suo modo di vestire. Abbiamo avuto Dan con i jeans strappati e lo smalto nell'arco di due giorni. Per non parlare dei ricci che sta tenendo da ormai un po'. Sono felicissima che abbia trovato la fiducia in sé stesso per poter finalmente fare certe cose. Poi quanto è bello Phil ultimamente?! (Ma da sempre duh)
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto; fatemi sapere, se vi va, che ne pensate.
Alla prossima!

Libertas Volandi (Phan) [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora