Capitolo 8

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"Su, dai, andiamo muoviti." Sbuffò Phil scendendo le scale, si girò e vide che Dan lentamente si stava trascinando giù. "Faremo tardi."
"Non voglio andare." Si lamentò il più piccolo allungando la 'e'. "Devo andare in bagno."
"Bella scusa, Daniel." Rispose sorridendo, vide i loro compagni di scuola avviarsi verso le classi.
"Non è una scusa!" Gli disse Dan convinto. "Davvero! Devo andarci."
"Per fare cosa? Cambiarti l'assorbente?" Scherzò Phil.
"Sta zitto, Lester." Si misero a ridere entrambi.
"Allora non ti aspetto." Phil sospirò, si girò e rivolse un sorriso a Dan. "Ci vediamo in classe?"
"Si." Il più piccolo si voltò verso i bagni. Phil lo guardò girare l'angolo e scendere giù dalle scale.
"Il vampiro ha deciso di mostrarsi alla luce del sole!" Sentì la voce urlante di un certo ragazzo castano e sorrise. Si voltò, vide Chris e PJ correre verso di lui.
"Hey! Ho sentito che lo hai fatto con Dan, che ca-" Iniziò Chris ad occhi spalancati venendo però interrotto da Phil.
"Glielo hai detto?!" Esclamò arrabbiato fissando PJ. "Ti avevo detto di non dirlo a nessuno! Dan non-"
"È solo Chris." Gli rispose sollevando le sopracciglia. "Calmati un attimo."
"Chris, farai meglio a tenere la bocca chiusa. Dan non vuole che qualcuno lo venga a sapere." Lo minacciò Phil.
"Ouch." Disse scambiandosi degli sguardi con PJ.
"Non ancora! Non è pronto!" Esclamò Phil velocemente.
"Okay, va bene." Sbuffo il riccio. "Mi dispiace per averlo detto a Chris. Andiamo ora, dobbiamo muoverci, siamo in ritardo."

"Lester il perdente ha fatto sul serio degli amici! Gay e patetici come lui." David si mise a ridere indicando i tre ragazzi. Le prime tre ore erano passate e avevano tempo per una pausa. Phil, Chris e PJ stavano in un corridoio a farsi gli affari propri, fino a che gli stronzi della scuola si avvicinarono a loro. Phil fu sorpreso nel vedere Dan insieme a loro, il suo sorrisetto cattivo in volto, lo stesso che indossava quando aveva intenzione di rendere la sua vita un inferno. Rabbrividì quando gli tornarono in mente quegli orribili momenti. Ma adesso era diverso, Dan non gli avrebbe fatto nulla ora, non gli avrebbe detto niente di cattivo. Phil provò ad incrociare lo sguardo con Dan, il quale stava ovviamente evitando di fare lo stesso.
"Guardate questi froci disgustosi." Michael, un ragazzo biondo, rise indicandoli mentre i ragazzi dietro di lui fecero lo stesso. "Scommetto che fate cose a tre ogni notte, vero? Fate proprio schifo. Le persone gay sono malate."
"Andatevene." Phil lo disse a bassa voce, tentò di sembrare severo ma fallì. Strinse i denti quando vide Michael avvicinarsi, i suoi capelli biondi brillavano sotto la luce delle lampade.
"Sai cosa?" Lo prese per il colletto della maglia. "Faccio quello che mi pare."
Poi spinse Phil sul pavimento, i ragazzi dietro di lui iniziarono a ridere. Rivolse lo sguardo verso Dan che fissava il pavimento imbarazzato. Perché non gli stava dicendo nulla? Perché se ne stava lì a far nulla? PJ tirò su Phil.
"Stai bene?" Gli chiese con sguardo preoccupato. Il ragazzo annuì.
"Sto bene." La voce era bassa e tremolante, continuò a cercare lo sguardo del più piccolo che si ostinava a guardare a terra.
"Siete così patetici, così inutili." David rise fragorosamente e diede il cinque a Michael. "Giusto, Dan?"
La testa di questo si alzò di colpo e vide i suoi due amici guardarlo. Gli occhi imploranti di Phil non lasciavano la sua figura. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole non ne volevano sapere di uscire.
Phil pregò che magari volesse difenderlo, o almeno non dire cose orribili. Era il suo fidanzato dopo tutto.
"Giusto, Dan?" Chiede Michael alzando un sopracciglio
"Io... si." Rispose velocemente con un sorriso forzato. "Sicuramente, si. Perdenti inutili. Tutti e tre."
Phil sentì il proprio cuore cadere a terra e spezzarsi, gli si rivoltò lo stomaco. Lacrime iniziarono a formarsi negli occhi blu, guardò Dan che lo stava fissando con sguardo colpevole. Non ci aveva neanche provato. Si girò e scacciò via le braccia di PJ e Chris allontanandoli, cercò in tutti i modo di ignorare le risate. Non lo aveva difeso. Strinse i denti.
"Phil, va tutto bene, calmati." Phil ignorò le parole del riccio trascinando entrambi i suoi amici nei bagni. Iniziò a piangere appoggiandosi al muro. "Perché non ha detto nulla? Perché non mi ha difeso? Se ne è stato lì impalato! Se ne è stato lì chiamandomi un perdente inutile!"
"Non sprecare il tuo tempo su uno stronzo come lui." Chris gli mise una mano sulla spalla. "Non ne vale la pena."
"Pensavo che fosse speciale!" Le lacrime continuavano a scendere, lentamente scivolò contro il muro fino al pavimento e si rannicchiò su sé stesso.
"È Dan Howell," Continuò Chris sedendosi accanto a lui. "E lo sarà sempre."
"Ma ieri notte-" Iniziò guardando il ragazzo accanto a lui.
"È uno stronzo, Phil. Adesso asciugati le lacrime da quel bel faccino e torniamo fuori. Non fargli vedere che uno stronzo come lui ti ha ferito."
"È stato il mio primo!" Phil continuò a piangere nascondendo il volto tra le ginocchia.
"È stato un errore, lo sai benissimo." Anche PJ si sedette accanto a lui.
"Andrà tutto bene, siamo qui per te."
D'improvviso la porta si aprì e due occhi castani si guardarono attorno, poi fissarono Phil.
"Cazzo vuoi?" Chris si alzò in piedi e tentò di cacciarlo via. Phil alzò lo sguardo e fulminò il ragazzo in fronte a lui.
"Phil non volevo-" Dan fece alcuni passi verso di lui.
"Non ti vuole in questo momento." PJ aveva un tono piuttosto arrabbiato.
"Phil, per favore-" Si morse il labbro.
"Vattene cazzo." Continuò a fissarlo male. Se gli sguardi potessero uccidere Dan non sarebbe più vivo. Il più piccolo aprì la bocca ma la chiuse subito dopo, fece poi alcuni passi indietro.
"Mi dispiace." Lo disse a bassa voce prima di uscire dalla stanza. Phil si alzò in piedi e si asciugò le lacrime.
"Non lo perdonerai, vero?" Chiese frustrato Chris.
"Puoi fare molto meglio di quel coso che è appena uscito."
"Non è un coso." La sua voce era lieve e deglutì nervosamente.
"Lo stai seriamente difendendo?" A questo punto PJ era più che infuriato. "Dopo averti terrorizzato per due anni e nonostante non sia cambiato?"
"Non capisco, Phil." Chris scosse la testa sbuffando, si mise poi le mani sui fianchi. "Sei fin troppo gentile."
"È solo... Non lo so..." Phil sospirò e fece un respiro profondo. "Lezione inizia tra qualche minuto, dovremmo andare."
"Se lo dici tu..." PJ fece spallucce e tutti e tre uscirono dai bagni.

"Noi guarderemo dei film, vuoi farci compagnia?" Chiese Chris facendogli il solletico sui fianchi. Le lezioni erano finalmente terminate dopo quattro lunghissime ore, adesso stavano tornando nelle proprie stanze.
"Non voglio essere il terzo incomodo." Phil fece spallucce. "Non voglio stare li immobile mentre voi limonate e io guardo il film."
"Glielo hai detto?!" Esclamò Chris voltandosi verso PJ. "Pensavo che glielo avremmo detto insieme?"
"No, non ho detto nulla, giuro." Il riccio alzò le mani in segno di difesa, Phil si mise semplicemente a ridere.
"Riesco a capire certe cose."
"Si, ma come.." Chiese PJ accentuando il 'come'.
" 'Fortino dell'amore' ricordi?" Phil non riusciva a smettere di ridere e fece le virgolette con le dita. Il riccio annuì.
"Oh, quello. Beh, sei sicuro di non voler unirti, Mr. Telepatico? Non credo che tu voglia vedere il tuo compagno, Mr. Stronzo."
"Vero, ma prima o poi dovrò affrontarlo." Phil sbuffò. "Quindi meglio farla finita subito. E probabilmente guarderete qualche film stupido, timo Wall-E."
"Prima di tutto, quel film non è stupido. Secondo, buona fortuna." Chris gli sorrise mettendogli una mano sulla spalla. "Dagli un pugno in faccia a quello stronzo, da parte mia, okay?"
"Chris..." Phil alzò gli occhi al cielo ridendo. "Certo che lo farò. E quel film è molto stupido."
"Quel film non è stupido." Replicò in tomo infantile. "Non lo è."
"Okay okay. Vi raggiungerò dopo aver parlato con Dan, va bene? Promesso."
"Comunque, buona fortuna, tesoro!" Urlò con voce da ragazzina il riccio. Phil intanto iniziò a salire le scale lasciandosi i due alle spalle.
"Grazie!" Gli urlò facendogli un segno con la mano. Troppe scale. Fortunatamente la sua stanza non era così distante quando iniziò a stancarsi. Avvicinandosi alla porta sentì borbottare. Sbuffò e mise l'orecchio contro la lastra di legno per sentire meglio.
"Mi dispiace mi dispiace per favore non odiarmi mi dispiace." Sentì dire velocemente.
Lentamente aprì la porta e vide Dan rannicchiato nel letto dondolandosi avanti e indietro. Non vide Phil entrare e continuò a singhiozzare.
"Mi dispiace non odiarmi mi dispiace tantissimo non lasciarmi mi dispiace." Si soffiò il naso. "Per favore mi dispiace tantissimo non volevo farti del male per favore non odiarmi..."
"Non ti odio." Disse Phil chiudendo la porta dietro di sé, si guardò attorno e vide che non c'era più vetro in giro. Anche la finestra era stata sistemata, un pezzo di cartone ricopriva il buco. Vide Dan alzare la testa di colpo e guardarlo. Era completamente rosso, le lacrime scorrevano sulle guance da occhi gonfi. Saltò fuori dal letto e andò ad abbracciare Phil e iniziò a piangere sul suo petto, questo dovette fare alcuni passi all'indietro per mantenere l'equilibrio.
"Mi dispiace così tanto..." Disse tra i singhiozzi e nascondendo il volto. "Per favore non lasciarmi..."
"Dan smettila di piangere." Il suo tono era severo, le braccia non erano attorno al ragazzo abbracciato a lui ma contro il muro. Dan alzò il volto e incontrò lo sguardo deluso di Phil.
"Mi dispiace tanto..." I singhiozzi ormai avevano preso il sopravvento. "Non volevo ferirti, Leoncino."
"Non chiamarmi più in quel modo, Dan." La voce era bassa, il suo sguardo puntato verso il pavimento. "Non ci hai neanche provato."
"Phil... Scusami." Con un pollice accarezzò la guancia dell'altro ragazzo. "Non volevo."
"Scusami Dan." Tornò di nuovo serio. "Ma questa non è una ferita che potrai guarire facilmente."
Phil spinse via il più piccolo, allungò la mano verso la maniglia per andarsene, ma Dan allungò la mano girandola. Si sentì il suono della serratura chiudersi.
"Non te ne vai da nessuna parte, per favore ascoltami, ti prego."
"Dan, lasciami andare." Phil era serio, provò a girare la serratura ma non si muoveva, il più piccolo gli tirò la maglietta facendolo girare. Lo guardò negli occhi, erano gonfi e pieni di lacrime.
"Per favore... Ti racconterò la mia storia." Disse tutto d'un fiato mordendosi il labbro.
Phil si sciolse nello sguardo del ragazzo e sospirò, aveva già un piede nella fossa. Voleva davvero sapere cosa fosse Dan, quindi andò verso il suo letto e si sedette. Il castano si mise velocemente accanto a lui, alcuni centimetri di distanza.
"Dimmi tutto quanto e poi vedrò se stare con te." La sua voce era fredda, incrociò le braccia mentre l'altro si guardava attorno nervoso. "Adesso asciugati le lacrime da quel tuo bel faccino e inizia a parlare." Allungò il braccio e gentilmente tirò via le gocce, il più piccolo sorrise timidamente.
"In realtà non mi è permesso di dirti queste cose, quindi mi devi promettere che sarà una storia che rimarrà in questa stanza, okay?" Dan era ansioso, Phil gli annuí facendogli cenno di iniziare. Dan fece un respiro profondo. Aveva finalmente trovato qualcuno che gli piaceva davvero. E anche dopo essere venuto a conoscenza di cosa potesse fare, voleva stare comunque con lui. Non avrebbe mai pensato che il ragazzo che prendeva in giro, sarebbe stato lo stesso di cui si sarebbe innamorato. Questo ragazzo gli faceva provare nuove cose. Non sapeva come metterla, ma gli umani avevano una parola di cinque lettere per spiegarlo.
Amore.

Note:
E dal prossimo capitolo inizieremo ad addentrarci nel mondo di Dan.
Alla prossima!

Libertas Volandi (Phan) [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora