Capitolo 13

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"Apri la porta." Sbuffò Phil, traballando sulle proprie gambe. Dan era più pesante di quanto pensasse. Erano davanti alla porta della stanza e gli ci vollero almeno 15 minuti, e un bel po' di sguardi straniti, per salire le scale. Dan allungò la mano e, facendo per aprirla, la serratura si sbloccò da sé. Phil, sempre stupito dai poteri di Dan, spinse la porta con un piede ed entrò nella stanza mettendo il più piccolo sul letto.
"Grazie." Dan ridacchiò e mise il piumone fin sopra le spalle, mettendosi comodo sul cuscino. "Adesso tu dovresti tornare a lezione."
"Nah." Phil si sdraiò accanto a Dan. "Voglio stare qui e coccolarci."
"Sei troppo dolce." Il castano sorrise sentendo le braccia dell'altro avvolgersi attorno a sé.
"Mi dispiace per come hanno reagito quegli stronzi." Disse a bassa voce baciando il collo di Dan. Il più piccolo deglutì mordendosi il labbro e Phil lo strinse più vicino. "Sei bellissimo."
"Phil?" Chiese a bassa voce. Il maggiore lo sentì irrigidirsi tra le sue braccia ed aggrottò le sopracciglia.
"Si?" Rispose sussurrando.
"Phil, ti amo." Disse sotto voce. Phil si irrigidì e sbarrò gli occhi. Ci fu un silenzio tombale per alcuni secondi. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole non gli uscirono e Dan volle prendersi a schiaffi per aver detto una cosa del genere.
"Ti amo anche io." Rispose Phil dopo alcuni attimi. "Dio, ti amo, Dan!"
"Davvero?" Il più piccolo sorrise e si girò verso il volto sorridente di Phil che stava annuendo. Si avvicinò e fece scontrare le loro labbra in un bacio appassionato.
"Si, ti amo tantissimo." Sussurrò nel bacio, avvicinando ancora di più Dan. Lo sentì sorridere mentre si staccavano uno dall'altro. Dan nascose il volto nel petto di Phil, inspirando il suo profumo.
"Aspetta." Disse Dan che sedendosi tolse il piumone dal letto.
"Dan!" Esclamò Phil sentendo il freddo avvolgerlo. Scosse la testa incredulo, "Sul serio, Dan? Non riesci ancora a camminare e vuoi già rifarlo?
"No, idiota." Ridacchiò Dan. Gli occhi del maggiore si spalancarono nel vedere le ali del più piccolo spiegarsi e colpire il muro. "Ow, merda."
"Un genio, Dan." Phil si mise a ridere e ammirò il petto nudo di Dan, ancora in certo del perché si meritasse un ragazzo del genere. "Tutto a posto?"
"Sto bene, siediti." Ordinò Dan. Phil rimase a fissarlo sedendosi lentamente. Il castano mise un'ala sotto di lui e sorrise. "Sdraiati."
"Posso sdraiarmi su una delle tue ali?" Chiese confuso. "Non ti farà male?"
"No, lo faccio da una vita." Rispose facendo spallucce. "È più morbido e caldo di un piumone, quindi fai pure."
"Uhm, okay." Phil sorrise timido e pian piano si appoggiò sulle morbide piume sotto di lui. Si sdraiò anche Dan, avvolse le braccia e l'altra ala attorno a Phil.
"Meglio di un piumone, vero?" Mormorò contro il petto del suo ragazzo.
"Decisamente." Phil sorrise e guardò verso il castano. "Dan, di che religione sei?"
"Wow, perché questa domanda all'improvviso? Importa qualcosa?" Chiese Dan. Rimase contro Phil, sentendo il battito del suo cuore, desiderando che non si potesse mai fermare.
"Beh, non importa nella nostra relazione. Ma la tua cultura ha una religione?" Chiese, posando la testa sopra quella di Dan.
"Crediamo nella mitologia greca." Sorrise. "Crediamo che quando siamo stati creati, tutti quanti avevamo quattro braccia, quattro gambe, una testa con due facce. Poi Zeus ci ha divisi a metà. E in pratica, tutti stiamo cercando la nostra metà."
"Ma è bellissimo." Sussurrò sorridendo. "E interessante. Ci sono altre cose così diverse?"
"Una sola." Disse a bassa voce mordendosi il labbro. "Ma non posso dirtela."
"Avresti dovuto dire 'no' perché adesso voglio saperlo." Phil ridacchiò e posò un bacio sulla fronte del ragazzo.
"Puoi darmi quanti baci vuoi, ma non ti dico niente." Ribatté Dan.
"Dammi ameno un indizio." Lo pregò Phil dandogli un altro bacio sulla guancia.
"C'entra con l'età." Rispose a bassa voce. Sentì il battito del maggiore accellerare.
"Età? Non morirai dopo aver portato a termine qualche missione, vero?" Chiese timidamente e stringendo ancora di più a sé Dan.
"No, certo che no." Ridacchiò. "Ma tutto qui. Ti ho già dato un indizio."
"Dan." Si lamentò il maggiore, allungando la a. "Ma perché? So già tutto il resto."
"No che non lo sai." Rispose. "Ma credo che gli altri Optimi mi ucciderebbero se ti dissi tutto, sul serio. Ce ne sono alcuni che riescono a leggere la mente. E non gli importerebbe di chi sono figlio, mi punirebbero per aver rivelato i nostri segreti nel mondo umano. Guarda, ho già fatto un casino. Questa è la prima settimana di scuola, già tre persone sanno dei miei poteri speciali. In più ho bruciato la mano di un ragazzo mentre tutti quanti stavano guardando. Sono un disonore per la nostra cultura. Non dovrei avere così tanto potere."
"Dan, non dire questo." Gli sussurrò, poi gli diede un terzo bacio sulla fronte. "Sei fantastico. Sei così potente. Magari sei colui che riuscirà a far vivere gli Optimi Generis, l'ho detto giusto questa volta, e gli umani in armonia."
"Ma vaffanculo, è impossibile." Sospirò il più piccolo. "Entrambe le nostre specie sono troppo arroganti per vivere insieme. Entrambe verrebbero discriminate dall'altra. Ecco perché vi abbiamo fatto quell'incantesimo per farvi dimenticare tutto. È stato terribile."
"Capisco." Rispose sottovoce. Cadde il silenzio, uno di quelli imbarazzanti, duri. Il silenzio li stava distruggendo entrambi, pezzo per pezzo. Dan era perso nei suoi pensieri riguardo al suo popolo, e quanto terribile era stato nei suoi confronti. Aveva già detto a tre persone dei suoi poteri speciali e metà collegio lo aveva visto bruciare la mano di qualcuno. Ecco perché era sempre stato un bullo; per stare a distanza dalle persone, dal fare nuove amicizie, dal dire i propri segreti. Se fosse rimasto un bullo, tutto ciò non sarebbe mai successo.
Nel frattempo Phil si stava maledicendo per aver spronato Dan a dirgli così tanto. Adesso erano entrambi in pericolo. Non voleva perderlo, dio no. Phil sapeva troppo, ma non poteva lasciarselo scappare.
"Dan, scusa... Per sapere troppo." Sussurrò. "Non mi lasciare, per favore."
"Ovvio che non tu lascio, Phil. Ti amo." Rispose con un sorriso. "Ma non voglio che ti faccia male per colpa mia. Non voglio farti male come prima."
"Dan, se sarai la causa della mia morte, allora non mi dispiacerebbe troppo andarmene." Disse d'impulso stringendo ancora più forte il ragazzo. "Non puoi farmi dimenticare? Non puoi fare un incantesimo su i miei occhi e quelli degli altri?"
"Non so, non l'ho mai fatto." Rispose a bassa voce. "Ma il problema è che non voglio farti dimenticare. Sei il primo umano che sa chi sono e ciò che posso fare. Accetti il fatto che non sono come gli altri, che posso lasciare per sbaglio delle serie bruciature. Sai tutto questo, e vuoi comunque rimanere con me. Ed io.. non voglio buttare al vento tutto questo."
"PJ e Chris invece? Non puoi far dimenticare a loro?"
"Dovrei chiamare mia madre per questo. Il punto é che... Se le chiedo questo, capirà che ho fatto una cazzata." Spiegò il minore. "E non voglio che rimanga delusa. Tutti gli Optimi hanno aspettative molto alte per me e mio fratello. È stancante. E se vengono a sapere che ho fatto una cazzata, potrebbero mandarmi in una scuola speciale per Optimi. Non potremmo vederci più."
"Merda." Sospirò Phil. "Non voglio perderti, orsetto. Ma credo sia meglio per te se chiami tua mamma."
"Si, ma non voglio lasciarti solo in questo inferno senza che ci sia io a proteggerti." Sussurrò Dan, sorridendo verso la fine.
"Chiamala e basta." Disse Phil. "Posso combattere tutti quegli stronzi da solo. Non hai visto quanto sono palestrato?"
"Certo che si, sei così muscoloso." Scherzò Dan sedendosi sul materasso. Phil fece lo stesso ed il minore tolse la ala da sotto di lui. Tirò fuori il cellulare dalla tasca e compose il numero, scambiò alcuni sguardi con Phil, poi porse il telefono accanto all'orecchio. Misero entrambi le gambe giù dal letto.
"Metti il vivavoce!" Sussurrò Phil, l'Optimi fece come gli fu chiesto.
"Daniel? Sei tu? Volevo proprio chiamarti, orsetto!" Disse una voce femminile e allegra.
"Si, ciao mamma." Rispose velocemente Dan. "Volevo chiederti alcune cose su-"
"Ho delle fantastiche notizie per te, tesoro!" Urlò la madre del minore. "Sai che ti lamenti sempre di queste scuola, no? Beh, indovina che ho fatto?"
"Oh no..." Sussurrò Phil coprendosi la bocca con le mani. Iniziò a scuotere la testa e guardare Dan con occhi spalancati.
"Che cosa hai fatto mamma?" Chiese intimidito, sperando che non dicesse-
"Ti ho trovato una nuova scuola, una speciale per i ragazzi che hanno più poteri degli Optimi normali! Ho saputo che anche i figli di Barbara ci vanno! Ho già compilato tutto e puoi andarci già da settimana prossima!" Urlò eccitata. "Sorpresa!"
Dan non riuscì a parlare, ci furono alcuni istanti di silenzio tombale.
"Dan? Sei ancora lì?" Chiese sua madre.
"S-si." Rispose con voce tremante. "Mamma, è stato molto carino da parte tua, ma non voglio andarmene."
"Cosa? Dopo un anno che ti lamenti! Adesso mi dici questo!" Esclamò la madre. "Cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Beh, mi sono fatto degli amici." Rispose lento, sperando che sua madre non si arrabbiasse. "E sono fantastici. Non voglio lasciarli."
"Davvero? Aha... e hai trovato anche qualcuno di speciale," Chiese la madre. Dan quasi riuscì sentirla aguzzare lo sguardo. "Ti ho messo in un collegio maschile per una ragione, Daniel. Non voglio che tu esca a conoscere ragazze."
"Non c'è nessuna ragazza, mamma." La rassicurò Dan, non era una bugia dopotutto. Diede uno sguardo a Phil che stava cercando di trattenere una risata. "Davvero."
"Okay, non mi importa molto di quegli amici. Andrai in quella scuola in cui ti ho iscritto." Gli ordinò in tono severo. Gli occhi di entrambi i ragazzi si spalancarono e Dan sospirò.
"No, non vado da nessuna parte."
"Scusa? Cosa hai detto, Daniel?" Chiese in tono minaccioso.
"Hai sentito benissimo! Non voglio andare in un'altra scuola!" Esclamò mordendosi il labbro. "Mamma, per favore."
"Daniel, devi capire che l'altra scuola è meglio per te! Impari cose sui tuoi nuovi poteri! Ti fanno fare dei test per scoprire i nuovi in sicurezza! Sei speciale, Daniel!" Spiegò ad alta voce.
"Mamma, un telefono fa comunicare le persone molto distanti tra loro. Non c'è bisogno di urlare." Sospirò frustrato. Perché gli adulti urlano così tanto al telefono? "E io me ne sto qui."
"Bene, se lo vuoi così tanto. Ad una condizione, però. Se vieni a casa per Natale, senza che qualcuno sappia che sei un Optimi Generis." Decise la madre. "E se qualcuno lo scopre, ti mando a calci in culo nella scuola che voglio io e userò nebula su gli occhi di tutti."
"Ma come si fa a farlo? Intendo usare nebula sugli umani." Chiese Dan. Per alcuni secondi ci fu silenzio.
"Hai già fatto qualche cazzata, vero?" La donna sospirò.
"Si." Ammise imbarazzato. "Dimmi come si fa quell'incantesimo e basta."
"Ti mando una foto del Libro degli Incantesimi. Fai i bagagli, aspettami Venerdì quando vengo a prenderti, okay?"
"Hmm... no." Rispose a malo modo Dan. "Non vengo. Non lascio la scuola. Io rimango qui. Capito?"
"Dan, io-" Iniziò la donna
"Bene." La interruppe. "Adesso mandami la foto del libro così posso risolvere i miei casini."
"Daniel, non parlarmi così perc-" Disse offesa la madre.
"Vuoi che faccia le cose per conto mio, allora lasciami fare." Rispose frustrato. La madre sbuffò dall'altro capo del telefono.
"Okay, ma usa nebula con cura, è facile fare casini e può provocare seri danni." Dan rimase scioccato. Era riuscito sul serio a manipolare sua madre così facilmente? Una delle persone più importanti della loro comunità, si era appena arresa a suo figlio?
"Ho anche scoperto dei nuovi poteri." Disse velocemente cambiando argomento. "Ho ereditato Calor da te e Motus da papà."
"Ah, davvero? È fantastico, tesoro! Spero gli userai con prudenza." Rispose, felice del cambio di argomento. "Devo andare ora, fammi uno squillo se si manifestano altri poteri!"
"Certo, mamma." Dan e la donna si scambiarono gli ultimi saluti, poi il ragazzo chiuse la chiamata. Diede uno sguardo a Phil che lo stava guardando a bocca aperta.
"Come hai fatto? Vorrei anche io convincere mia madre in questo modo. Mangerei così tanto cioccolato." Si mise a ridere Phil.
"Gesù Cristo, Phil. Ho avuto qualcosa come sessanta infarti quando ha detto di aver trovato una nuova scuola!" Esclamò il più piccolo, sdraiandosi di nuovo sul letto.
"Si, anche io." Phil sospirò e fece lo stesso che Dan, avvolgendogli le braccia attorno. "Dio mio, ero spaventato da morire. Avevo paura che mi avresti lasciato."
"Rimango con te." Lo rassicurò appoggiando il capo sul suo petto. "Ti amo."
"Ti amo anche io, orsetto." Phil sorrise, sentirono la notifica di un messaggio venire dal telefono di Dan. Il minore, sbuffando, prese il cellulare.
"Foto del libro, non posso fartela vedere." Mormorò Dan studiandola attentamente. Phil sbirciò dalla spalla del compagno, ricevendo una spinta nello stomaco. "Ti ho detto di non guardare!"
"Posso vedere la foto?" Chiese facendo gli occhi dolci. "Per favooooreee? Puoi farmi dimenticare dopo! No, no, aspetta! Dimmi una cosa super imbarazzante e poi fammela dimenticare! Puoi sperimentare su di me."
"Non voglio farti male!" Esclamò l'Optimi, sempre leggendo il libro dal cellulare. "E se per sbaglio faccio qualche cazzata e ti rovino la vita per sempre? Mamma mi ha detto che è molto facile sbagliare!"
"Nessun problema." Disse Phil facendo spallucce con un sorriso in volto. "Okay, dimmi un segreto."
"Phil, non proverò su di te. Non voglio farti male. Il libro dice che distorce anche la memoria, facendoti ricordare alcune cose in modo diverso."
"Dio sa quanto sono già messo male, Daniel. E voglio che tu cresca come un Optimi, e se questo mi concerà peggio, non mi importa." Sospirò. "E so che ce la puoi fare! Sei fortissimo e super intelligente!"
"Sei sicuro?" Chiese Dan sollevando un sopracciglio. Phil annuì, il minore tornò a studiare la pagina del libro mordendosi il labbro. "Uh, okay allora. Farai meglio a restare vivo. Ti ucciderò se morirai!"
"Si va bene. Dimmi qualcosa che non dovrei sapere." Phil non stava più nella pelle.
"Allora, penso che tu sia la mia altra metà, ovviamente." Iniziò Dan, guardando fisso per terra. "E tutti ne hanno, ovviamente, una sola. E quella persona dovrebbe stare con te fino a che muori. Ma dato che tu sei umano, ed io un Optimi, questo non sarà possibile. Perché sono immortale. E dopo che morirai, vivrò in eterna miseria perché ho perso la mia altra metà.
"Cosa?!" Esclamò Phil. Il minore alzò una mano di fronte al suo volto, Phil cercò di scacciarla via. "No! No, non usare ne-!"
"Quoque oblivisceris!*" Disse Dan, muovendo la mano vicino al volto di Phil. Le pupille di questo si dilatarono, fino a quando l'intero occhio fu nero. I suoi occhi e bocca erano spalancati, gli si irrigidirono i muscoli, poi collassò sulle gambe dell'Optimi. Dan gli scosse la spalla.
"Phil?" Chiese timidamente, muovendo il corpo sulle sue gambe. "Phil, per favore svegliati. Oddio, Phil? Phil rispondimi! Merdamerdamerdamerda..."
Dan continuò a scuotere il corpo, senza ottenere risposta.
"Oh no..." Mormorò. Lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi. "Phil dai... ti amo... per favore svegliati... Phil? Mi dispiace."
Velocemente riaprì la foto del libro, le mani gli tremavano. Cercò di capire cosa di dovesse fare quando lanci l'incantesimo. Riuscì malapena a leggere per colpa delle lacrime che continuavano a formarsi negli occhi.

Note:
*ti scorderai
Finalmente posso mettere in pratica le mie, quasi inutili, conoscenze di latino. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Preparatevi al prossimo perché succederanno... cose.
Alla prossima!

Libertas Volandi (Phan) [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora