"Dan, cosa stai facendo?" Chiese Phil, guardando il ragazzo sdraiato sul suo letto mentre leggeva qualcosa sul computer.
Tornarono in camera dopo essersi fermati a cena e aver parlato della gita. Phil informò Chris e PJ di quanto fosse bravo Dan a suonare il pianoforte, mentre questo negò tutto con le guance rosse. Il suo ragazzo gli suggerì anche di suonarlo a scuola, un'offerta che Dan rifiutò gentilmente. Ma nssuno dei due osó dire cosa fosse successo a Dan. E nessuno dei due osò dire cosa fosse successo a Phil.
Il castano alzò lo sguardo dallo schermo, poi tornò a concentrarsi sulla sua lettura.
"Sto cercando cosa si deve fare quando un tuo amico ha un attacco di panico." Mormorò scorrendo in giù, mordendosi il labbro. "Devo ammettere di aver fatto un buon lavoro."
"Dan, non è necessario." Sospirò Phil lasciandosi cadere sul letto del proprio ragazzo. "Non succederà di nuovo."
"Non lo puoi sapere." Dan corrucciò le sopracciglia e si voltò verso Phil. "Voglio essere pronto in caso succedesse di nuovo."
"È molo dolce da parte tua." Phil ridacchiò e gli diede un bacio sula guancia prima di alzarsi di nuovo. "Cosa devi fare, allora?"
"Consiglio numero 1." Lesse ad alta voce, sedendosi e mettendo il portatile sulle gambe. Si schiarì la gola e strizzò gli occhi. "State con il vostro amico e calmatelo. Fatto! 2. Dategli le medicine che prende in caso di un attacco. Prendi delle medicine?"
"No, non devo! Ti ho detto che non è niente di preoccupante!" Esclamò il maggiore camminando avanti e indietro per la stanza. "Continua."
"3. Spostatelo in un posto tranquillo Ho fatto anche questo, più o meno..." Dan sorrise. "4. Non tirate ad indovinare cosa potrebbe aver bisogno. Chiedete. Sì, fatto pure questo. Sono fantastico, vero? 5. Parlategli con farsi corte e semplici. Okay, in un certo senso fatto. Siate prevedibili. Evitate sorprese. Ti ho sorpreso in qualche modo?"
"Quando hai spinto via tutte quelle persone." Ridacchiò Phil, facendo impallidire l'altro.
"Merda, speriamo che gli Optimi non mi uccidano. Anche se quasi sicuramente lo scopriranno." Mormorò spaventato. "Mi aspetto una chiamata da una madre molto arrabbiata dopo. Beh, l'ho fatto per te. Ne è valsa la pena."
"Si, certo." Rise Phil. "Vai avanti."
"Consiglio numero 7. Aiutatelo a concentrarsi facendogli ripetere un semplice sforzo fisico. Come sollevare le braccia sola la testa. Non l'ho fatto, scusa. Lo terrò a mente per la prossima volta."
"Tranquillo, non sapevi nemmeno cosa fare. Hai fatto un buon lavoro per essere uno che non ne sapeva un cazzo." Phil gli rivolse un sorriso. "Continua."
"Adesso numero 8. Aiutate a rallentare il suo respiro, inspirando ed espirando lentamente con lui. Hey, guarda, ho fatto esattamente questo! Sono proprio bravo." Disse con tono sbruffone.
"Te l'ho detto che sei stato fantastico! Finito qui?"
"Ultimo ma non per importanza, anzi, penso sia il più importante di tutti. 9. Non andate in panico quando lui va in panico." Lesse Dan, esaminando la pagina. "Io non sono entrato in panico."
"Tu ti sei un po' agitato." Ammise Phil con una risatina.
"No, non è vero!" Esclamò offeso. "Cazzo, ero rilassassimo."
"Hai usato i tuoi poteri per scaraventare le persone via da me, mettendo in pericolo te e tutta la tua comunità." Rispose sollevando le sopracciglia.
"Sta zitto, volevo solo solo aiutarti." Mormorò sottovoce. "Ero calmo."
"Si, sicuramente." Sospirò sarcastico. "Ma ascolta, ho avuto un'idea! Andiamo nell'auditorium!"
"Perché?" Sbuffò, chiudendo il portatile e posandolo sul letto. Phil fece finta di suonare il piano con le mani, Dan scosse la testa. "No, non voglio mettermi in imbarazzo."
"Come potresti farlo? Sei stato bravissimo quando hai suonato nella galleria." Esclamò Phil, saltando sul letto del castano. "Sei piaciuto a tuti!"
"Zitto." Ridacchiò con le guance rosse, punzecchiandogli i fianchi.
"È vero!" Phil rise e gli diede un bacio sulla guancia. "Magari potresti insegnarmi un po'."
"Non ti darò lezioni di piano." Rispose severo, scuotendo la testa con un sorriso. Phil mise il broncio.
"Perché no?" Si lamentò, allungando la o e mettendo la testa sulle gambe di Dan.
"Perché ho un brutto ricordo delle mie lezioni." Ridacchiò accarezzandogli la guancia. "La mia insegnante, o meglio, strega, era proprio una stronza. Quindi ho messo di andarci."
"Si, ma tu non sei una strega stronza." Esclamò Phil. Lentamente piegò il capo, aguzzando lo sguardo. "Beh, in realtà certe volte-"
"Phil!" Lo richiamò offeso, dandogli un pizzicotto sulla guancia. "A volte sono stronzo, e a volte una strega. Devi farci l'abitudine, scemo."
"Se mi darai lezioni." Rispose con un sorriso. "Dai, ti pregooo."
"Neanche se me lo chiedi in ginocchio." Sorrise, facendo tornare di nuovo il broncio sul volto del maggiore.
"Sono le nove." Si lamentò Phil, tirando il braccio al castano fissandolo con sguardo implorante. "Possiamo andarci ora."
"Phil, smettila!" Esclamò, stringendogli il naso.
"Di fare cosa?" Rispose ridacchiando con voce nasale.
"Quella faccia! Quello sguardo!" Gli lasciò andare il naso, per coprirgli gli occhi. "Smettila di essere così carino, lo sai che non ti so resistere!"
"Danny, Orsetto..? Per favore, sii il mio insegnante di pianoforte." Lo pregò Phil, alzando il tono di voce man mano che tornava a sedersi, togliendo le mani del più piccolo e guardandolo con occhi da cucciolo. "Per favore, insegnami come pianofortare. Ti amo..."
"Pianofortare? Oh mio dio, Phil." Dan si mise a ridere e gli diede un bacio. Rimasero a fissarsi per alcuni secondi fino a che il minore sbuffò frustrato. "Proveremo una volta, e se sarà divertente, continuerò. Ma solo se sarà divertente, okay!"
"Yay! Grazie, orsetto!" Phil gli sorrise, poi lo baciò per alcuni istanti e saltò giù dal letto . "Andiamo."
"Okay, ma solo una lezione!" Esclamò quando Phil gli afferrò la mano, trascinandolo via dal letto. "Prendila come una prova gratuita."
"Quindi devo pagare dopo questa lezione?" Chiese, sollevando le sopracciglia, con un sorriso furbo nel vedere l'altro annuire. "Hmm, con cosa?"
"Cioccolatini." Decise Dan, uscendo dalla camera. Appena vide la porta dell'auditorium, Phil si lasciò scappare un urlo ed iniziò ad accelerare il passo. Dan ridacchiò e lo seguì. Il maggiore aprì in fretta e furia la porta, si guardò attorno con occhi spalancati. Non veniva quasi mai da queste parti del collegio, e l'ultima volta che era stato qui tutto era diverso.
L'auditorium era una grande stanza quadrata con specchi per muri. La maggior parte degli strumenti era stata rimpiazzata con dei nuovi. Un piano a coda bianco se ne stava nel mezzo della stanza, circondato dagli altri strumenti: trombe, violini, percussioni ed un'enorme batteria. Anche Dan strabuzzò gli occhi entrando nella stanza.
"Wow, l'hanno proprio cambiato questo posto." Disse guardandosi attorno, ma i suoi occhi si fermarono sul pianoforte. "Questo è nuovo."
"Venivi spesso qui l'anno scorso?" Chiese incuriosito Phil, avvicinandosi allo strumento.
"Si, suonare mi aiutava molto a farmi dimenticare tutto quando stavo male." Con un sorriso fece spallucce e lasciò le dita scivolare sui tasti. Premette alcune note. Sol Fa# Si Mi Re (My Chemical Romance, Welcome to the black parade intro.)
"Dan! Smettila! Mi farai piangere!" Esclamò togliendogli le dita dai tasti. Dan Lo guardò.
"Cos'è questo comportamento? Sono il tuo insegnante ora. Mi devi chiamare Mr. Howell o professore." Ammiccò con un occhiolino, facendo ridacchiare Phil. "Quello che preferisci."
"Okay, professore." Si corresse. "Cosa mi insegnerai?"
"Riesci a leggere gli spartiti?" Chiese Dan, mentre Phil si accomodava sullo sgabello. Il maggiore butto la testa all'indietro e sbuffò.
"Non voglio imparare quella roba! Insegnami come suonare qualcosa, prof." Si lamentò frustrato. "Leggere gli spartiti è noioso."
"Okay, cosa vuoi imparare per prima? Cerca di scegliere una facile."
"Quella che hai appena suonato, dei My Chem," Disse convinto. "The black parade!"
"Va bene, allora iniziamo con un Sol." Spiegò Dan indicando il tasto bianco trai due neri. Phil portò il dito sulla tastiera e lo premette sorridendo al suono. "Non devi tenere la mani così, Phil."
"Allora come devo metterle, Mr. Howell?." Chiese giocosamente, facendogli la linguaccia. Dan gli prese la mano e la posizionò sui tasti: Il pollice sul Fa, l'indice sul Fa#, il medio sul Sol ed il mignolo sul Si. Dan schiacciò il dito medio, l'indice e poi il mignolo, creando così le prime tre note. Phil sorrise nel sentire le dita del suo ragazzo che facevano suonare le sue. Dan arrossì sentendo lo sguardo di Phil su di lui.
"Concentrati sul pianoforte, studente." Ridacchiò Dan. "Ti sto insegnando come mettere le dita, guarda qui."
"Preferirei metterle da qualche altra parte, Mr." Sussurrò Phil, toccando il sedere del ragazzo. Dan lanciò un urlo e diede una spinta a Phil che cadde a terra, poi rimasero a guardarsi per alcuni secondi. Dan si pietrificò e fissò Phil con occhi spaventati. Aprì la bocca, ma ci vollero alcuni secondi prima che le parole riuscissero ad uscire.
"Io... mi dispiace... non volevo..." Balbettò Dan, facendo alcuni passi all'indietro. D'improvviso si voltò all'indietro e aumentò il passo per raggiungere la porta.
"No! Dan, aspetta!" Esclamò Phil. Scattò in piedi ed inizio a correre verso di lui. Anche Dan iniziò a correre e Phil vide immediatamente dove si stava dirigendo. L'uscita.
"Dan!" Urlò mentre lo inseguiva per i corridoi. "Aspetta!"
Il castano si strappò la maglia e spalancò le porte. Si era già fatto buio fuori ed i ragazzi riuscivano a malapena a vedere. Phil strabuzzò gli occhi nel vedere le ali uscire dalla schiena di Dan, pronto per prendere il volto. Il maggiore urlò di nuovo mentre cercava di raggiungerlo, ma questo saltò in aria. Fece appena in tempo ad afferrargli una caviglia, facendoli quasi cadere a terra contro ad un albero, ma presto l'otptimi iniziò a volare sempre più in alto.
"Dan! Per favore torna giù! Cristo!" Urlò Phil. Le mani iniziavano a fargli male e delle lacrime cominciarono ad annebbiargli gli occhi. Il minore ignorò le richieste dell'altro e continuò a volare, muovendo di tanto in tanto i piedi. Phil lanciò un altro grido.
"Per favore, Dan!"
Strinse gli occhi quando sentì il castano accelerare. Una folata di vento gelido li colpì entrambi, nonostante ciò, Dan continuò a volare imperterrito. Phil cominciò a dondolarsi pericolosamente. Sentì le mani scivolare dalla caviglia di Dan e gridò a squarciagola. Basta, era finita, sarebbe caduto e morto sul colpo.
"Dan!" Sentì le dita cedere, scivolare dalla caviglia del suo ragazzo. I suoi piedi toccarono immediatamente terra, aprì gli occhi e si guardò attorno. Non riusciva a veder molto, ma abbastanza da sapere che fossero sul tetto della scuola. Dan stava fluttuando davanti a lui, lentamente si abbassò e anche i suoi piedi toccarono il terreno. Le guance di Phil erano coperte di lacrime, si guardava in giro scioccato. Dan andò verso un angolo del tetto e aprì una mano. Una palla di fuoco bruciava al suo interno, alzò il braccio e la lanciò contro il muro. Si accese un piccolo fuoco scoppiettante, alcune scintille si persero sul pavimento attorno. Dan si avvicinò ed abbassò le ali. Phil, da lontano, riuscì a scorgere un vecchio materasso con alcuni stracci. Guardò Dan sedersi di esso, coprendosi spalle ed ali. L'optimi si girò verso di lui, gli rivolse un sorriso timido e picchiettò sul posto accanto a lui. Phil, lentamente, si avvicino e si sedette. Il minore avvolse le braccia attorno a lui e nascose il viso nel suo petto.
"Mi dispiace." Mormorò. Phil ritornò l'abbraccio, e accarezzò timidamente le sue ali.
"Cosa ti è successo tutto ad un tratto, orsetto? Sai che stavo solo scherzando, vero?" Disse sotto voce. "Non voglio obbligarti a fare niente."
"No! Non è quello!" Sbottò il castano. "È che... quando mi hai toccato, tutto quello che riuscivo a sentire erano le mani di quell'uomo... e... mi dispiace così tanto."
"Wow, piccolo! Non scusarti!" Esclamò, abbracciando forte il ragazzo. "Avrei dovuto immaginarlo. Hai appena avuto un'esperienza traumatica. Se qualcuno deve scusarsi qui, quello sono io. E mi dispiace, tesoro."
Stettero in silenzio per qualche minuto. Phil fissava il fuoco, mentre il corpo di Dan riscaldava il suo. Sospirò profondamente.
"Vedo che vieni qui spesso." Iniziò con un sorriso.
"Già, ho bisogno di volare a volte. E non ce altro modo che volare per salire qui sopra, quindi ci ho portato delle cose per renderlo più confortevole. Nessuno lo ha ancora scoperto. Passo delle giornate a prendere il sole d'estate, e a fare gli angeli di neve d'inverno."
"È accogliente." Sorrise, poi diede un bacio sulla testa del suo ragazzo. "La prossima volta che succederà qualcosa del genere, non scappare via. Parliamone."
"Lo so." Sospirò. "Lo so. Ma volte affrontare i propri problemi è una palla. A volte non ne ho proprio voglia, sai."
Ci fu un altro silenzio. Phil alzò gli occhi verso il cielo scuro.
"Le stelle sono belle sta notte." Affermò con un sorriso. Sentì Dan alzare la testa dal suo petto.
"Il mio umore sale al cento per cento quando ci sono le stelle nel cielo." Sorrise, ammirando i barlumi bianchi. "È bellissimo. Ed infinite. E, dio, sono ovunque."
"Vedi quella stella?" Chiese Phil, indicando quella che brillava di più. Il più piccolo lo guardo con un sorriso ed annuì. "Dice che sei uno sfigato."
"Hey!" Ridacchiò Dando a Phil una spinta. "Pensavo avresti detto qualcosa di romantico!"
"Tipo cosa?" Chiese tornando a guardare all'insù. Dan indicò una stella.
"Quella è particolarmente bella." Notò con un sorriso. "Sai chi altro è bello?"
"Chi" Chiese arrossendo.
"Kanye West." Phil gli diede una spinta ed il più piccolo si mise a ridere.
Si osservarono in silenzio, ammirando i tratti dell'altro. Phil guardò Dan negli occhi, adorava come brillassero sotto la luce delle stelle. Dan fece lo stesso, notando come gli occhi del suo fidanzato avessero delle sfumature di giallo e verde. Phil gli accarezzò una guancia, passò il pollice sullo zigomo e gli rivolse uno sguardo dolce. L'optimi arrossì, senza mai distogliere gli occhi da lui.
"Solo per chiedere," Sussurrò dopo quelle che sembrarono ore. "Stiamo giocando a chi ride per primo?"
"Zitto e baciami." Rispose Phil. Con un po' di esitazione, per non volerlo spaventare di nuovo, mise le labbra su quelle di Dan, che rispose baciandolo gentilmente.
"Ti amo..." Mormorò il maggiore sulle labbra dell'altro, ricevendo una risatina.
"Ti amo anche io..." Mormorò di ritorno, passando la lingua sul suo labbro inferiore.
La mano di Phil rimase sulla mascella, l'altra accarezzava incerta il petto nudo del minore. Dan gli prese la mano, intrecciando le loro dita. Phil a staccò con uno sguardo confuso. Davvero Dan non voleva neanche fargli toccare il suo petto?
"Mi dispiace, ma non oggi, okay?" Disse sotto voce, con lo sguardo rivolto verso il basso. Phil gli mise due dita sotto il mento, facendolo guardare su.
"Non importa, Ti amo." Sorrise dandogli un ultimo bacio. "Davvero, davvero tanto."
"E non hai idea di quanto ti ami io."
"Si. Ma ora parliamoci seriamente." Iniziò Phil, guardandosi attorno. "Come minchia farai a portarmi giù senza uccidermi?"
"Non lo so. Troveremo un modo."Note:
Phil, sei un po' scemo eh.
Alla prossima!
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Libertas Volandi (Phan) [Italian Translation]
FanficPhil Lester odia il suo collegio. Odia il fatto che non abbia amici e che venga costantemente bullizzato. Odia che tutti gli ridano alle spalle, o che lo chiamino con certi nomignoli. E odia assolutamente il suo nuovo compagno di stanza. Dan Howell...