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L'alba arrivò rapida, e ci svegliammo tutti, come al solito. Papà era già partito, non ci aveva voluto aspettare.

<<Sii forte, farò ritorno presto.>>aveva detto stringendo la mano di sua moglie , con un tocco che voleva dire ogni cosa, tutto il loro amore di quei quindici anni. Poi si abbracciarono, e lui partì.

Il viaggio verso la casa fu lungo, anche lui sentì gli odori intensi, che cambiavano avanzando, i rumori, che divenivano più forti, la paura, che s'insinuava dentro di lui. Non sapeva cosa sperare. Che Enn e Serin si fossero sbagliati, la donna stesse ancora lì, ed in tal caso avrebbe rischiato  la morte per mano sua, o che la casa fosse disabitata, e allora nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo.

In ogni caso, il risultato sarebbe stato un disastro. Cosa avrebbero fatto? Sarebbero scappati. Ma per dove? Quanto lontano si doveva correre, per evitare le razzie dei Signori del Vento? Esistevano villaggi al di là di quelli conosciuti da loro? Oppure dovevano aspettare. Ma aspettare cosa? Sarebbero comunque arrivati. Dovevano scappare. Preso dai pensieri non si accorse di un rumore alla sua destra, finche un cane non gli si avvicinò  ed iniziò a ringhiare.

Era piccolo di statura, non sarebbe mai stato pericoloso, eppure continuava a mostrargli i denti, senza lasciarlo passare. Nella borsa aveva messo anche un piccolo coltello da caccia, con la lama affilata, per ogni evenienza. Non lo tirò fuori, non voleva uccidere nessuno. Si inginocchio, divenendo della stessa statura del cane, e lo fissò. Il cane continuò a ringhiare per un po', poi decise che non ne valeva la pena, e se ne andò per i boschi.

Mio padre riprese il cammino, mostrando più attenzioni ai rumori intorno a lui, se non si era accorto di un cane, di certo non si sarebbe accorto nemmeno del Vento. Doveva stare più attento. Il sole era alto in cielo, lo poteva vedere attraverso gli alberi, i suoi figli dovevano essere già a scuola. Continuò a camminare ancora ed ancora, finche vide la curva, il rettilineo, e poi la casa in lontananza. Sentiva che non ci sarebbe stato nessuno. Non si vedevano più animali nei pareggi, non si sentivano più rumori, però fece comunque attenzione. Si nascose dietro gli alberi, allo stesso modo di Serin e di me, allo stesso modo strisciò, allo stesso modo ebbe paura prima di affacciarsi alla finestra e di vedere che non c'era nessuno. Almeno quella sera sarebbe tornato a casa. Poi avrebbero affrontato ogni cosa insieme. Poteva pure evitare di far preoccupare i ragazzi così presto, ma comunque la loro vita sarebbe cambiata di lì a poco, tanto valeva che iniziassero a pensarci.

Aprì la porta e si guardò intorno. Non c'era nulla che facesse pensare a qualcuno che vivesse lì. Uscì dalla casa, mangiò un pezzo di formaggio e si decise a tornare indietro. Sarebbero dovuti partire, il prima possibile. Riprese il sentiero, ancora una volta percorse quella stretta stradina costeggiata dagli alberi. Poi sentì un rumore. Si fermò di colpo. Il cuore iniziò a battere forte, i nervi a fior di pelle. Afferrò il coltello, e si mise in attesa. Il cane uscì dal bosco e gli venne incontro.

<<Ancora tu.>> disse sollevato. Il cane, marroncino, con alcune macchie più scure, gli si avvicinò, e lo leccò. <<Hai deciso che non sono un nemico, vero?>> disse lui accarezzandolo. Poi il cane si irrigidì, la coda appuntita, e lo sguardo perso nel bosco. Iniziò ad abbaiare, contro qualcosa di lontano, un nemico temibile e crudele. Una folata di Vento passò sulle loro teste. Un Vento freddo e pungente, capace di entrarti dentro  e che annunciava la guerra. "Stanno per arrivare, lo sento." Pensò.

Riprese il cammino, questa volta ad un tempo di marcia, per arrivare il prima possibile, con il cane al seguito.

Arrivò a casa che era sera. Sua moglie gli venne incontrò, lo abbracciò e baciò, con le lacrime agli occhi.

<<Ti avevo detto che sarei tornato.>> disse lui, e le strappò un sorriso bagnato.

<<Si, e con un amico.>> rispose mia madre accarezzando il cane.

I Figli del Vento ~~ Concorsiamo 2k17 ~~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora