Capitolo 1

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"24 Agosto 2015.
Incenso.
Fu quello l'odore che sentii quando finalmente riaprii gli occhi.
Proveniva da alcune candele in fondo ai miei piedi.
Mi trovavo sul letto di un ospedale, con le flebo attaccate ad entrambe le braccia che non mi permettevano di fare alcun movimento.
La stanza era vuota, bianca, fredda ed io non riuscivo a ricordare come ci fossi finita lì dentro, nè quando.
C'era solo una vetrata, alla mia sinistra, proprio come quelle dove i padri scrutano i propri bambini appena nati che dormono nelle cullette, che dava su un corridoio trafficato.
Finalmente un'infermiera mi vide, era giovane, alta e aveva dei lunghi capelli raccolti in una coda, il camice bianco e con entusiasmo andò a chiamare il medico responsabile del reparto.
Scoprii così, di essermi risvegliata dopo cinque giorni di coma, causati da un incidente in macchina guidata da mio padre di cui vi parlerò prossimamente. "

E così sono arrivata a scrivere anche dell'incidente sul mio blog "La ragazza con la valigia", l'unica cosa che mi lega ancora al mio passato e alla mia vita a Philadelphia.

Sono ormai da tre mesi a New York e per quanto per alcuni possa essere un sogno vivere qui, per me si sta rivelando un incubo.
Dopo l'ennesima discussione con il suo capo, mio padre ha deciso di dimettersi e di venire a vivere qui, in uno squallido attico, la cui vista non è di certo quella che ci si aspetta di avere in una città come questa, ma un vialetto oscuro e pieno di secchi della spazzatura, con un continuo via vai di topi. Di tanto in tanto, inoltre, qualche barbone decide di passare proprio qui sotto la notte, costruendo un piccolo rifugio con dei semplici cartoni riciclati qua e là.

Mio padre, Thomas, si è ora dedicato alla scrittura, la sua passione. È un tipo un po' strano, alto all'incirca quanto me. È stata colpa della sua vita stressante, come la chiama lui, a rendergli i capelli brizzolati e la barba non curata, della stessa tonalità. Veste sempre con camicie larghe e sgualcite. Ogni volta che ne sceglie una decide di indossarla per più giorni. Ha sempre una sigaretta in bocca quando non ha altre sostanze da fumare, molte delle quali lo ha ridotto uno scheletro. Non è mai stato un tipo molto aperto, non mi ha mai dimostrato il suo affetto e proprio come lui anche io sono introversa.

Ha avuto molte donne nella sua vita dopo che mia madre lo ha mollato. Io non avevo neanche imparato a camminare quando lei se ne andò di casa e il giudice decise che il resto della mia vita lo avrei passato con mio padre. Non ho alcun ricordo di lei, né dei miei nonni materni, nulla di nulla del mio passato.
Con questo trasferimento in questa grande città, mio padre ha voluto dare una svolta alla sua vita. La nostra vita ricomincia da qui, insieme.

In passato ho attribuito gran parte della colpa a mia madre per l'atteggiamento di mio padre con le donne ed io rientro nella categoria di donne che lui tratta con disprezzo.

<<Vedrai Charlotte, questo cambiamento radicale sarà una vera e propria svolta. Potrai portare a compimento il tuo obiettivo di diventare una brava stilista. >> mi aveva detto per convincermi pochi giorni prima della partenza.

E così, per una volta nella vita, ho dato retta a mio padre.

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