Gli occhi di Sidney balzano velocemente da destra a sinistra, da sinistra verso destra, guardando velocemente sia me che Noel.
<< Mi avevi detto che saresti venuta da sola, mi hai supplicato di annullare quell'appuntamento ed ora ti trovo qui con lui, con mio fratello! >> urla Sidney. La vena del suo collo sembra poter esplodere da un momento all'altro e ad ogni parola che fuoriesce dalla sua bocca sembra assumere sempre più un colore verdastro.
<< Tuo fratello? >> dico balbettando, mentre indico Noel.
<< Aspetta, posso spiegarti! >> dice Noel, toccandomi le spalle in modo da poter cercare di calmarmi.
<< Tu lo sapevi? >> rispondo. Ho gli occhi pieni di lacrime che fatico a mettere a fuoco ciò che ho attorno. Sento di poter esplodere da un momento all'altro ed alzo lo sguardo al cielo per evitare di far scivolare le lacrime sul mio viso irradiato di calore.
Sidney afferra il polso di Noel con forza, tanto che il suo braccio diventa in un batter d'occhio rosso. Riesce a trascinarlo dietro di sè, nonostante lui sia girato nella mia direzione chiedendomi ancora scusa.Guardo per un ultima volta gli occhi di Noel che si perdono d'un tratto tra la gente, sparendo. Mike è al mio fianco ed ha assistito a quasi tutta la scenata. Mi sfiora leggermente la spalla come segno di rassicurazione. Un leggero brivido mi percorre la schiena. Stringo le braccia attorno a me stessa. Mi guardo attorno cercando di trovare una via di fuga. La vetrata che dà sull'enorme prato è aperta.
<< Scusami >> dico a Mike, lasciandolo in mezzo alla folla, solo, con il suo bicchiere stretto nella mano sinistra. Mi dirigo verso di essa, cercando di andare il più lontano possibile da questo posto, che improvvisamente è passato dall'essere meraviglioso al suo più estremo contrario. Attraverso a testa bassa l'enorme stanza, evitando di incrociare lo sguardo di qualcuno che potrebbe rendersi conto, dai miei occhi gonfi di lacrime, che qualcosa non va. A quel punto mi chiederebbero cosa c'è che non va e qualsiasi domanda potrebbe farmi crollare. Di conseguenza tutti potrebbero vedere che non sono poi così forte come sembro.Attraverso la possente porta in vetro con gli inserti dorati . Il freddo mi entra nelle ossa, avvolgendo il mio esile corpo da capo a piedi. Mi stringo le mani attorno alle braccia, strofinandole lungo di esse velocemente. Il palmo delle mani scivola sulla mia pelle ruvida, dovuta dalla temperatura glaciale.
Affondo i piedi nell'erba appena tagliata.
Il suono martellante della musica diminuisce mano a mano che mi allontano dall'abitazione. Mi giro qualche volta a vedere se qualcuno si accorge della mia presenza qui fuori e come un ladro mi nascondo nel buio, fuggendo da quelle luci natalizie che circondano la casa. Ogni volta che le incrocio con lo sguardo, entrano in contatto con i miei occhi pieni di lacrime, annebbiandomi ancor di più la vista.
Percorro l'enorme distesa di terra di casa Mayer. Infondo ad esso c'è una piccola depandance in legno bianco, con delle finestre perfettamente quadrate ai lati della porta d'ingresso. Sotto di esse, una miriade di rose rosse circondano la casa. Poco più in là, esattamente sotto ad un enorme albero, probabilmente potrebbe trattarsi di una quercia, un piccolo tavolo in legno, con quattro sedie dello stesso materiale, sono pronti ad accogliermi. Mi siedo su una di esse. L'umidità trattenuta dal legno finisce per essere assorbita quasi del tutto dai miei pantaloni. E' qui che mi rendo conto di aver raggiunto una certa distanza dagli altri. Dò il via libera alle lacrime di attraversarmi tutto il viso. Spesso è l'unica soluzione per sentirsi più leggeri quando nessuno ci dà le risposte che cerchiamo. Mi poggio sullo schienale della sedia, portando la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. Resto in silenzio, ascoltando i rumori della natura e quello della musica risuona in lontananza tra quelle quattro mura.Avevo cercato di dimenticare Kyle, il suo sguardo, i suoi occhi, ma nel modo sbagliato. Odiavo prendere in giro Noel, nonostante per me fosse uno dei più bei ragazzi visti sinora, ma l'effetto che Kyle aveva su di me non era paragonabile a qualsiasi altra cosa al mondo.
<< Ti disturbo? >>
<< Chi sei? >> dico urlando, portandomi la mano al petto per fermare il cuore che sembra esser quasi arrivato alla gola. Le mie natiche si sollevano rapidamente dalla sedia e mi giro a guardare quella sagoma nella penombra.
<< Tranquilla Charlotte, sono Mike >>. Mike avanza lentamente, alzando le mani in segno di resa.
<< Mike, mio dio! Mi hai fatto prendere un colpo >>. Il mio corpo si butta di peso sulla sedia posta alle mie spalle ed il battito cardiaco torna ad essere normale, lentamente.
<< Posso farti compagnia? >>. Non riesce a finire la frase che si è già stravaccato sulla sedia, poggiando le gambe sul tavolo in legno.
Entrambi osserviamo ciò che ci circonda, nonostante sia buio, cercando di esser bravi a non incrociare gli sguardi che potrebbero creare alquanto imbarazzo. Il suono delle cicale è così intenso da penetrare nelle mie orecchie fino a diventare un suono abituale al quale non riesco più a far caso.<< Posso? >> esclama Mike. Mi asciugo le lacrime velocemente. Sposto lo sguardo su di lui e lo osservo a lungo in quanto non riesco a capire a cosa si stia riferendo. Estrae furtivamente una piccola bustina trasparente all'interno della quale è nascosta della marijuana. Faccio cenno di si con la testa.
<< È erba >> continua, mostrandomela.
<< So di cosa si tratta! >>. Lo so benissimo, Mike. Mio padre ne fa uso da quando puzzavamo ancora di latte. Ricordo ancora quando mio padre la lasciò incustodita sul tavolo della nostra vecchia casa. Lasciarla in casa quando si è in presenza di una bambina di dieci anni, che poi sarei io, può già far capire di che tipo di padre ho avuto l'onore di esser figlia. Blacky lo stesso giorno ne trovò un pezzo a terra e lo ingerì. Gli effetti furono devastanti. Forse è per questo motivo la causa della sua costante stanchezza oggi giorno.<< Secondo me dovresti approfittarne, ti vedo un pò tesa >> dice. Le sue parole sono la prova schiacciante che anche sotto effetto di alcolici, si riesce a vedere il mio stato attuale.
<< Forse hai ragione!>> dico strappandogliela dalle mani. Faccio due o tre tiri. A pieni polmoni. Mi lascio trasportare da ciò che non esiste, da ciò che è solo frutto della mia fantasia. Entro nel mio mondo ovattato, un mondo che non esiste ma dove la fantasia è nettamente superiore da ciò che la realtà mi offre.<< Non arrenderti! >> esclama Mike togliendomi a sua volta la canna.
<< A cosa ti riferisci? >> dico stupefatta.
<< Kyle. Non arrenderti, gli piaci. Sophie è fatta così, dirti che tutta la squadra è stata a letto con lei forse potrebbe esserti d'aiuto. Quando avverte che qualcun'altra potrebbe portarle via un ragazzo, si fionda su quest'ultimo senza pensare alle conseguenze. >>
Le sue parole riescono a confortarmi, in parte. Ma ora lei ci stava provando con quello che avrei voluto fosse il mio di ragazzo e lui non ha fatto nulla per impedirglielo.
<< Probabilmente non è lui a piacere a me, se fa così >> dico mentendo in parte.
<< Riuscirò a farti ricredere, Kyle è molto più profondo di ciò che credi! >>. La dolcezza con cui parla del suo amico riesce già quasi a convincermi del tutto.Il cellulare ormai scarico, si spegne sotto ai miei occhi.
<< Cazzo, no! Ci mancava questa! Sapresti dirmi l'ora? >>
Mike ha gli occhi quasi del tutto chiusi e rossi. Scosta la manica della sua felpa, dalla quale fuoriesce un orologio argentato e si sporge di lato in cerca di uno spiraglio di luce che gli permetta di vedere meglio.
<< Sono le due passate >> dice con la voce impastata a causa del fumo.
<< Cazzo, è tardissimo. Come faccio a tornare a casa? Cazzo, maledetto Noel >> dico battendomi le mani sul volto.
<< Ehi, rilassati. Dormiamo nella dependance. >> propone con tono serio.
<< Cosa? Spero tu stia scherzando! >> dico accompagnando il tutto con una rumorosa risata.
<< Senti, non ti faccio nulla, non sono nè nelle condizioni di riuscire a farlo nè tradirei mai un amico! Hai la mia parola >> dice, mentre batte la mano sul petto come segno di giuramento.Lascio passare qualche secondo prima di accettare la squallida offerta. Non è di certo la scelta più saggia presa finora ma di gran lunga è migliore del dover prendere un taxi da sola a notte inoltrata.
<< E Kyle? >>
<< Kyle non se ne accorgerà neanche, sa che dormo qui e non verrà a disturbare per paura di potermi trovare con qualche ragazza >> dice. Apre cautamente la porta della dependance ed entriamo per passarci la notte.
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Sunshine
Chick-LitNon è facile per una ragazza di 18 anni, introversa come Charlotte ambientarsi in una nuova città, specialmente se si tratta della Grande Mela. Non sempre un nuovo trasferimento rappresenta qualcosa di bello nella nostra vita, perdere tutti i con...