Raggiungo la Pennsylvania a bordo di un autobus nuovo di zecca. Durante l'ora e mezza di viaggio che separano Philadelphia e New York, ripercorro mentalmente tutte le tappe più importanti che hanno segnato la mia vita fino ad ora. Attraversiamo il fiume Hudson che separa la penisola newyorkese dalla costa dell'America occidentale. Gli altissimi grattacieli scorrono velocemente aldilà del vetro ed una volta raggiunta la zona residenziale della mia vecchia città, la natura prende piede, rubando il posto alle creazioni umane.
Una volta scesa dall'enorme mezzo di trasporto, l'aria fresca e pulita, inebria le mie narici. Le mie orecchie riescono a dimenticare in un batter d'occhio il rumore del traffico newyorkese. Il mio cuore invece, non riesce a dimenticare tutto ciò che ho lasciato nella città in cui vivo.
《 Sei arrivata? 》chiede Sid tramite una nota audio.
《 Si, pochi minuti fa. Spero che a mia nonna non prenda un infarto. Sarebbe stato meglio avvertirla? 》Raggiungo la mia vecchia casa dopo aver percorso a piedi un'isolato.
Il mio cuore perde battiti non appena metto piede sul vialetto di casa. Il piccolo sentiero di ghiaia, separa in due l'enorme prato che circonda l'abitazione. I miei piedi calpestano velocemente il brecciolino e la polvere che si innalza si deposita sulle mie scarpe nere. Salgo i tre gradini prima di trovarmi difronte al portone d'ingresso. Accarezzo con il pollice i quattro nomi riportati sull'etichetta del campanello.
《 Thomas Hagan, Charlotte Hagan 》leggo a bassa voce ed i miei occhi si riempiono di lacrime.
Avverto il rumore delle ciabatte della nonna Rose strusciare sul pavimento mentre si dirige all'ingresso per vedere chi ha disturbato il loro riposo pomeridiano. Ho sempre sorriso per il modo in cui i suoi piedi non si sono mai staccati dal pavimento, ma si sono sempre mossi in maniera pesante, in particolar modo durante gli ultimi anni. Ho sempre adorato quella maniera buffa di camminare ed il modo in cui il nonno la sgridava per il rumore fastidioso che le sue pantofole provocavano.《 Oh madre di Dio 》esclama la mia adorata nonna portandosi una mano al petto. Il cuore prende a battermi all'impazzata non appena noto i suoi occhi azzurri velarsi d'emozione.
《 Erik, Erik corri! 》urla di gioia prima di buttarmi le fragili braccia al collo. Sembra essere più minuta del solito e le ginocchia mi scricchiolano quando mi abbasso leggermente per permetterle di stringermi più forte. L'odore di biscotti è impregnato sulla sua vestaglia di cotone. Il blu cobalto del suo abito illumina ancor di più il suo viso pallido.
《 Sorpresa! 》
È l'unica parola che riesco a pronunciare tra le lacrime.
《 Non restare lì sulla porta, entra! Ora vado ad avvertire tuo nonno. Quel ragazzaccio non sente più nulla 》
Cerca di sfilarmi dalle mani il pesante borsone contenente alcuni vestiti.
《 Nonna, ci penso io! Vai a chiamare il nonno 》
Si fionda velocemente in cucina e si dirige verso l'uscita posteriore che dà su un piccolo orticello. Ammazzo il tempo guardandomi attorno con la speranza di trovare tutto come lo avevo lasciato. Le pareti sono per metà rivestite in legno scuro, proprio come il parquet che riveste tutta la casa.
《 Chi è? 》 chiede il nonno a bassa voce.
《 Ora sei addirittura cieco 》lo bacchetta sua moglie 《 è tua nipote 》
Mi volto verso la loro direzione e mi butto tra le sue braccia prima che svenga a terra dall'emozione.Ci perdiamo in chiacchiere fino al tramonto, sorseggiando un the caldo e mangiando le prelibatezze della nonna.
《 Vi dispiace se vi lascio soli per un paio d'ore? Ho davvero bisogno di riposare! 》
《 Ma certo che no mia cara 》risponde nonna baciandomi la fronte《 nel frattempo preparo la cena. Cosa vuoi mangiare? 》
《 Non preoccuparti nonna, davvero! Ho già mangiato troppi dolci 》
《 Devi mettere su qualche chilo 》 interviene il nonno. Ho sempre avuto il desiderio di vedere come fosse la sua bocca senza quella folta barba bianca che gli copre la maggior parte del viso. Mi ricorda da sempre il nonno di Heidi.
《 Sono stata un pò attenta alla linea, lo ammetto. Quando vivevo quì era quasi impossibile esserlo a causa di tutto questo 》esclamo indicando i vari biscotti preparati da sua moglie.
《 Devo portarti la valigia sopra? 》chiede gentilmente.
《 No no, resta lì seduto. Riesco ancora a ricordare la disposizione delle camere, non sono mica una vecchietta come voi due 》dico scherzando.I gradini in legno scricchiolano sotto le mie suole quando poso il peso su determinati punti di essi. Raggiungo la mia piccola e vecchia stanza.
Il letto in ferro battuto, ha ancora le coperte rosa cosparse dai piccoli fiorellini gialli.
《 Nessuna piega, come sempre 》esclamo, sfiorando il copriletto.
Apro la finestra posizionata ai piedi del letto con la speranza di mandar via l'odore di chiuso, donando alla stanza il vecchio ricordo di essere scaldata dai raggi del sole.
Disfo le valigie posizionando i panni all'interno dell'armadio in legno lucido ed estraggo il portatile, poggiandolo su una piccola scrivania.Non riesco a chiudere occhio. Il pensiero di Kyle mi tormenta. Una parte di me vuole averlo per sempre. L' altra parte invece, quella razionale, vuole lasciarlo libero di vivere la sua vita. Seguendo per quasi diciannove anni il cuore, sono riuscita a portare a casa solamente delusioni. Sono riuscita a costruirmi addosso un carattere fragile, insicuro.
《 Viviamo queste due settimane come se non ci fossimo mai conosciuti. Quando tornerò a New York decideremo cosa fare. 》
Digito quelle due righe con fatica. Non riesco più a distinguere le lettere che compaiono sulla tastiera in quanto i miei occhi sono del tutto appannati. Il pentimento di aver premuto invio riesco già ad avvertirlo, ma la frenesia di seguire la ragione per una volta nella vita, mi ha spinto a farlo.La chiamata di Sidney interrompe il mio ricercato riposo.
《 Quando posso venire a trovarti? 》mi domanda dopo aver chiacchierato un paio di minuti.
《 Questo weekend sarebbe perfetto 》
《 Si! 》urla entusiasta 《 mancano soltanto due giorni e finalmente potrò riabbracciarti 》
《 Mi manchi anche tu 》le dico emozionata.
《 Ah, Sid! Volevo dirti un'altra cosa 》esclamo prima che riattacchi 《 se vuoi porta Noel 》
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Sunshine
ChickLitNon è facile per una ragazza di 18 anni, introversa come Charlotte ambientarsi in una nuova città, specialmente se si tratta della Grande Mela. Non sempre un nuovo trasferimento rappresenta qualcosa di bello nella nostra vita, perdere tutti i con...