Capitolo 43

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Mio padre è nervoso. Lo intuisco dal modo in cui continua a battere i denti della forchetta sul piatto in ceramica verde. Infilza un paio di pennette al sugo alla volta, mentre tiene lo sguardo basso.
Io, seduta quì davanti a lui, lo fisso senza mai distogliere gli occhi di dosso dalla sua mascella che continua a contrarsi ripetutamente.

《 Non mangi? 》
Il suo tono di voce duro ed imponente, rompe il silenzio.
《 Non ho molta fame 》rispondo, spostando il piatto di qualche centimetro. Tutti questi dubbi hanno annientato i miei sentimenti, i miei bisogni. L'atteggiamento di mio padre, poi, non promette nulla di buono.
Una volta che ha terminato il pranzo, raccolgo entrambi i piatti e li poggio nel lavello.
《 Quando mi presenterai Kyle? 》chiede battendo velocemente le dita di una mano sul tavolo in legno, mentre l'altra è intenta a distruggere una morbida fetta di pane.
《 Non me lo hai mai chiesto prima d'ora e non ce ne è stata l'occasione 》
Il getto di acqua calda lava via tutti i residui di cibo incrostati dal servizio della nonna.
《 O forse la motivazione è un'altra? 》
Accende una sigaretta ed una nuvola di fumo nasconde un sorriso che lascia intendere qualcosa di tutt'altro che positivo.
《 Che intendi dire? 》dico, lasciando per un attimo ciò che stavo facendo.
《 Probabilmente non è il ragazzo giusto per te 》
《 E da quando ti preoccupi di cosa è meglio per me? 》
Sento il sangue pulsare nelle tempie. Il calore del mio corpo sembra concentrarsi sulla punta delle orecchie, diventate ormai completamente bollenti.
《 Non mi piace! 》
《 Ma non lo conosci neanche, smettila! 》
《 Non alzare la voce con me 》
《 E tu non dire stronzate! 》
《 Ho saputo cose su di lui che non accetto 》
《 Dimmi cosa sai di lui! 》urlo, posizionandomi dinanzi a lui.
《 Non rientra nei tuoi interessi saperlo, devi lasciarlo perdere e basta. Se non lo farai tu ci penserò io a porre fine a questa storia! 》
《 Smettila di rovinarmi la vita, basta! 》batto violentemente i pugni sul tavolo in legno bianco. Il tonfo fa fuggire Blacky dalla stanza.
《 Non mi fai paura, Charlotte! Pensa a quello che ti ho detto 》risponde, dirigendosi verso l'appendiabiti accando alla porta. Prende il suo giaccone e lo stringe forte tra le sue braccia 《 alla fine sai che le cose vanno sempre come voglio io 》continua, sbattendo forte dietro di sè il portone di casa.

Le lacrime percorrono le mie gote. Giocano a rincorrensi come farebbero dei bambini felici. Scorro la rubrica cercando il numero di Kyle.
Ho bisogno di sentire la sua voce, l'unica cosa che riesce a tranquillizzare la mia anima turbolenta.
Ehi, cosa succede? 》chiede dopo avermi sentita singhiozzare.
Ti disturbo? Sei a casa? Si tratta di mio padre. Sta cercando in qualsiasi modo di ostacolare la nostra storia e la mia felicità. 》
《 Sono a scuola, sto studiando matematica ma non capisco nulla! Piuttosto, cosa ti ha detto? 》
《 Continua a ripetere che non gli piaci ed io non capisco su quali basi giudica te e il tuo passato. 》
《 Credo sia solo invidia. Tu sei felice e lui no! E poi di quale passato stiamo parlando? 》
Giocherello con un filo fuori posto dei calzini mentre mi lascio tranquillizzare dalla sua candida voce.
Non vuole dirmelo 》
《 Beh, dovrebbe rendere partecipe anche me. In questa città sembra che tutti sappiano sempre qualcosa in più dei diretti interessati 》
《 Ho già il mal di testa. Questa storia mi ha già stufata ed è iniziata solamente ora 》
《 Tranquilla piccola. Chiudi gli occhi e non pensarci! Appena starai meglio scrivimi, d'accordo? 》
《 Certo, ci sentiamo più tardi! 》

Mi giro più e più volte cercando di assumere una posizione ottimale che mi permetta di rilassarmi o meglio ancora, addormentarmi.
I pensieri frullano imperterriti nella mia mente e la mia voglia irrefrenabile di sapere mi spinge ad alzarmi dal divano. Mi dirigo nella sua camera, più incasinata del solito.
Il suo PC portatile è semiaperto e la luce del monitor illumina la tastiera colma di briciole.
Raccolgo i panni mal piegati e posizionati sulla sedia e li poggio sul letto disfatto.
Respiro profondamente ed mi metto al computer alla ricerca di informazioni. La mia mente mi spinge ad indagare a fondo mentre il mio cuore spera nella buona fede di mio padre.

Ci sono un'infinità di icone che coprono gran parte del dekstop ed io non ho la più pallida idea da dove iniziare. Trovo innumerevoli articoli di cronaca, articoli riguardanti il football e delle foto di lui da giovane.
Resto quì davanti fin quando gli occhi non iniziano a bruciare dalla stanchezza. Li sfrego delicatamente, poi mi porto la testa tra le mani. Afflitta.
Frugo tra le tasche delle giacche che indossa più frequentemente, ma oltre ad un paio di fazzoletti già usati non riesco a trovare nient'altro.

Il suono del campanello mi fa sobbalzare. Riposiziono velocemente, quasi lanciandoli sulla sedia, i vestiti che ho precedentemente tolto.
《 Ciao Mary Jane 》esclamo quando trovo davanti a me la mamma della mia migliore amica. Dopo aver passato gran parte delle mie giornate da lei, ho imparato ad apprezzare sua madre.
《 Ciao tesoro 》risponde, aggiustandosi gli enormi seni costretti a soffocare in un reggiseno troppo piccolo 《 sono venuta a portarti una lettera! Per sbaglio l'hanno messa nella mia cassetta della posta 》
《 Grazie mille! Se vuoi accomodati pure 》
《 No, tranquilla! Sto andando ad un appuntamento 》
Sorrido guardando le sue ciglia finte muoversi velocemente, assumendo uno sguardo da cerbiatta predatrice.
Osservo la busta che ho tra le mani e sulla quale è riportato il nome di una clinica ospedaliera. Inizio a perdere il senso del tatto e le mie mani iniziano a tremare.
《 Cara, tutto bene?  》
《 S-si!》dico balbettando.

Mi siedo sul divano ed osservo la lettera che ho tra le mani. Apro leggermente la busta e leggo solamente le prime righe.
《 DNA Paternity Test 》
Scandisco lentamente quelle tre parole che leggo sul foglio che ho tra le mani e che da un momento all'altro potrebbe precipitare al suolo.
Chiudo velocemente la busta senza scoprirne il contenuto e l'esito. Non sento di esser pronta a tutto ciò. Mi sdraio a terra portando le gambe in aria per evitare in tutti i modi uno svenimento. Le lacrime scorrono più veloci che mai e la sforza di gravità le spinge verso la cute, bagnando i miei capelli neri.

Solo dopo aver raccolto tutte le mie forze, prendo la busta dal contenuto misterioso e salgo sul primo taxi per dirigermi da Kyle.

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