Capitolo 14: Un'ottima idea

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Max

La sera della cena con gli pseudo-amici la passai da solo, nella mia grande villa a inghiottire cognac.
Non che fosse una novità.

Erano passati i tempi in cui catturavo prede per portarmele a letto. Solo per una notte, certo, almeno nelle mie intenzioni.

Una su due ci riprovava e rifiutava di rassegnarsi, io non ricordavo il loro nome a causa dei fumi dell'alcol e loro si sentivano fidanzate, storie importanti. Una su otto diventava un problema: faceva scenate, si attaccava al mio campanello, mi telefonava e stalkerizzava. Ero stato costretto a cambiare più volte recapito. Per una avevo chiesto perfino un'ordinanza restrittiva.

Il mio patrimonio aveva per loro un fascino irresistibile. Forse non solo quello. Ero certo del mio fascino, il solito ghigno mi comparve sul viso, ma i soldi, per quel tipo di donna, erano come il formaggio per i topi.

Irresistibile.

Molto più attraente di me.

Nessuna di loro era quello che volevo, la donna della mia vita.

Avevo impiegato fin troppi anni prima di rendermi conto che non avrei mai trovato una donna che tenesse davvero a me, che mi amasse per me stesso e non per i miei soldi. E che io potessi amare senza sentirmi un idiota.

Non dico che non esistano donne simili capaci di insegnarti il vero amore, dico che non né ho mai conosciuto una.

Un figlio, già...

Fra qualche mese, avrei avuto un figlio e ottenuto in questo modo due grandi vantaggi: un erede per farsì che prendesse il mio posto un giorno e, sopratutto, qualcuno che mi avrebbe amato e che avrei amato fino alla morte.

Mio figlio, o figlia,- non avevo preferenze in proposito-, sarebbe stato intelligente, affascinante e testardo come sua madre.

Guardai dalle vetrate del soggiorno le luci opache dei lampioni.

Non avevo voglia di leggere, né di guardare un film. Ogni tanto, tra un sorso di whisky e l'altro, mi chiedevo oziosamente se la cena fosse già terminata.

Mi passai una mano fra i capelli.

Non l'avrebbero portata in qualche locale, dopo? E lei non sarebbe stata tanto sciocca da bere alcolici? Che poi lei beve? Non l'avevo mai vista bere ma non si sa mai, uno di quegli stolti potrebbe tentarla, ignaro che sia incinta.

Domani avremmo discusso anche di questo, dovevo mettere le cose in chiaro per evitare malintesi.

"Signore?" Damon entrò nella stanza, e nel vedermi agitato mi chiese:
"Nè vuole un altro?"

Feci ondeggiare il bicchiere mezzo vuoto sul ginocchio, poi alzai il viso. "No, puoi portare via la caraffa."

Il governante annuì, si piegò, e recuperò il vassoio per poi uscire, lasciandomi solo con i miei pensieri.

Vorrei vederla e chiederle com'era andata, se i suoi amici avevano creduto alla nostra invenzione oppure nutrivano sospetti.

E se quegli sfigati non c'erano cascati nel tranello? Se l'avevano messa con le spalle al muro e costretta a confessare, se l'avevano umiliata, fatta piangere?

 PATTO DI SANGUE (Completa) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora