Clara
Mentre Adrian continuava a difendere William, agli occhi di Max, urtato dal suo atteggiamento ipocrita nei miei confronti, dentro di me si alimentava la rabbia.
Ero triste all'idea di perdere il mio amico; avrei voluto che rimanesse per tentare di salvare quello che restava dalla nostra amicizia, al prezzo di cosa, e sopratutto, di chi?
Un punto erano gli amici e un altro la propria figlia e il ragazzo a cui ti sentivi legata, in qualche modo.
Non avrei mai rinnegato né l'una né l'altro. E William doveva farsene una ragione, non aveva il diritto di pretendere niente. Se non lo accettava, poco importava.
Significava che non mi accettava davvero per quella che ero, ma solo per l’idea che si era costruito di me negli anni e che era pronto a voltarmi le spalle in qualsiasi momento.
"Non ha il diritto di decidere di chi posso innamorarmi, né con chi posso avere o meno dei figli. Non ha mostrato un minimo di fiducia! Nemmeno il beneficio del dubbio. Mi ha chiamata "la sua puttana". Ha dato per scontato che fossi andata a letto con lui per motivi ignobili. Grazie tante, davvero un bell'amico."
Ero realmente furiosa. A un certo punto avevo iniziato ad esprimere ad alta voce il mio pensiero e mi resi conto che il mio tono era patetico.
La rabbia se la batteva col dispiacere e delusione. E trattenevo a stento le lacrime, rifiutando di trasformarmi di nuovo in una fontana come avevo fatto davvero troppe volte negli ultimi mesi.
"Dagli tempo, Clara, lo sai, deve metabolizzare... Lo conosci, sai che ha bisogno di tempo."
"E che sono, una proteina, che mi deve metabolizzare? Lui deve solo connettere il cervello prima di aggredire le persone! La deve smettere di comportarsi come un ragazzino che apre la bocca e le dà fiato senza pensare a quanto può essere crudele e quanto male può fare alle persone che gli vogliono bene!"
"Clara, cerca di capire, non se lo aspettava … Anch'io avrei reagito in quella maniera."
"Cosa non vi aspettavate? Mi è cresciuta un’altra testa? Sono io, sono sempre io! Ho avuto una figlia, non ho fatto una strage! Quanto mai può essere strano che una donna faccia una figlia? È nella nostra natura."
"Beh, questo non lo metto in dubbio. Solo che è strano vedere Alberti comportarsi da padre."
Guardai Adrian un'altra volta e aprii la bocca per ribattere, ancora furibonda, ma non potei fare a meno di gettare un’occhiata anche all'interessato, che mi guardava partecipe, tenendo in braccio nostra figlia.
Mi calmai all’improvviso quando incontrai i suoi occhi.
Mi sfuggì un piccolo sorriso. "Hai ragione, lo è. Nemmeno vi potete immaginare quanto. Voi che avete conosciuto solo quel ragazzino antipatico e velenoso non potreste credere nemmeno lontanamente quanto sia…"
Max aggrottò la fronte.
Non si immaginava nemmeno con quanti epiteti ancor meno lusinghieri era stato chiamato.
Lo guardai ancora e scossi la testa.
Non avevo parole per raccontare la serenità, la sicurezza, il calore che mi dava averlo vicino. La costanza delle sue attenzioni verso di me, il suo sostegno nei momenti peggiori e la gioia quotidiana.
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PATTO DI SANGUE (Completa) #Wattys2018
Romanzi rosa / ChickLit(Completa 29/07/17) Capitoli anche in INSTAGRAM 🎊 È la lotta contro qualcosa di indistruttibile, il timore di vederne la fine e non poterlo prevenire a spingere una donna a vendere il proprio utero per creare quella cosa meravigliosa che si terrà s...