Finisco di fumare la mia solita sigaretta mattutina, un rituale irrinunciabile, e appena si spegne, la butto via. Guardo l'ora e m'accorgo di essere in ritardo, visto che sono già le 8:03. Accelero il passo ed entro prima che le bidelle chiudano la porta dell'entrata principale.
Appena raggiungo la mia classe, entro e mi siedo.
Fino a qui nessun problema, ma appena cerco di seguire il discorso della professoressa, mi perdo tra i miei pensieri.
In questi giorni sono davvero parecchi, ed anche confusi. Molto.Assomigliano ad una bufera fatta solo di emozioni, ricordi e sensazioni diverse ed anche contrastanti. Un caos totale, insomma.
Fra questi, spiccano i rimpianti, ossia tutto ciò che una persona rimpiange di non aver fatto anche se né ha avuto la possibilità. Ritengo che siano davvero difficili da gestire visto le mie condizioni sentimentali. Dunque, una delle cose che rimpiango di più è tutto quello che non è successo tra me e Simone.
Avremmo dovuto tenere la nostra timidezza e il nostro orgoglio da parte durante quei pochi giorni che avevamo, lo sappiamo entrambi.Inizio a sentire la voce della professoressa avvolgere la mia testa e m'accorgo che sta spiegando il lavoro che vorrebbe fare durante quest'ora di religione.
Consiste nel immaginare di scrivere una lettera ad una persona cara che vuole compiere un atto estremo come il suicidio oppure l'omicidio. A primo impatto, questo esercizio mi sembra davvero facile, ma dopo le prime 2 righe le mani iniziano a tremarmi.
Non capendone il motivo cerco di andare avanti, per un attimo riuscendoci, ma, dopo aver aggiunto altre 3 righe, sento il mio cuore andare in tachicardia. La mia mente inizia ad offuscarsi e il mio fiato comincia a diventare sempre più corto, come se stessi per soffocare da un momento all'altro. Quindi chiedo alla professoressa di andare in bagno, però, appena chiudo la porta dietro di sé, inizio a soffocare.Entro di corsa in bagno sedendomi in fretta sul pavimento, ma la situazione inizia a peggiorare: quel tremore che sentivo in classe pochi minuti prima, all'improvviso, comincia dilagarsi in tutto il corpo e il cuore continua a battere all'impazzata. Mi sento mancare l'aria, ma l'unica cosa che riesco a percepire sono solo le mie lacrime che rigano il mio viso atterrito. Mi sento morire.
Mi prendo la testa fra le mani e piango, provando a trattenermi dal gridare. Ho paura.Dopo qualche minuto, passato tra pianto e disperazione, finalmente comincio a calmarmi e, nel frattempo, a capire ciò che mia sta accadendo.
"Un attacco di panico -dico tra me e me - ....sono tornati."
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