Capitolo 31

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Volpina osservò l’arrivo degli altri membri del gruppo, rimanendo in equilibrio sulla statua della Fontana Rostand: «Dobbiamo parlare, LB.» sentenziò, non appena l’eroina fu vicina a lei: «Questi attacchi a questi orari impossibili non mi piacciono. Per niente.»
«Io l’avevo detto.» bofonchiò Ladybug, avvolgendo il filo dello yo-yo: «Di rimanere a letto, ma nessuno mi ha dato ascolto.»
«My lady, da te non me lo sarei mai aspettata una cosa del genere! Vuoi venire meno alla tua promessa di proteggere Parigi?»
«La tua lady ha bisogno di dormire, sai?» borbottò la ragazza, incrociando le braccia al petto e fissandolo male: «Ma  tu…»
«Sono un gatto con sane voglie.»
«Non so se lasciarli continuare o interromperli…» commentò Volpina, completamente dimenticata dalla coppia, voltandosi verso Peacock e Bee: «Sinceramente non vorrei venire a conoscenza di cose che non mi potrebbero far dormire la notte, però è divertente vederli litigare.»
«Il tuo concetto di divertimento è alquanto strano, sai?» commentò l’eroe blu, sospirando e sorridendo al poliziotto che li aveva raggiunti: «Ladybug! Chat! C’è questo simpatico signore, l’agente…» si voltò verso l’uomo, rimanendo in attesa.
«Baudin.» rispose il poliziotto, facendo vagare lo sguardo su tutti loro: era tentato di togliersi il cappello e asciugare la fronte, madida di sudore; non era caldo, ma l’agitazione che stava facendo un brutto effetto: era entrato da poco nelle forze dell’ordine, spinto dal bisogno di proteggere Parigi come facevano quei ragazzi e adesso li aveva tutti davanti a sé.
Sarebbe stato poco consono chiedere un autografo a tutti?
Prima il dovere.
Doveva pensare al dovere.
«Bene.» sentenziò Peacock, voltandosi verso la leader del suo gruppo: «L’agente Baudin è qui.»
«Lo vedo anch’io.» sentenziò Ladybug, sorridendo al compagno e dedicandosi poi all’agente: «Ci informi, la prego.»
«Ah. Ehm. Ecco…» l’uomo si schiarì la voce, facendo vagare lo sguardo su tutti loro: «Sono apparsi in mezzo al parco e…»
«Apparsi?»
«Sinceramente non abbiamo avuto il tempo di controllare tutto il perimetro dei Giardini.»
«Capisco.» annuì Ladybug, sorridendo al poliziotto: «Dove si trovano adesso?»
«Il tenente Raincomprix ha delimitato la zona davanti al Palazzo di Lussemburgo, Ladybug. Ha lasciato alcuni di noi in attesa attorno al parco, per informarvi appena foste arrivati.»
«Ci pensiamo noi.» dichiarò la ragazza, voltandosi in direzione del parco e inspirando profondamente: «E direi che questo è il momento di chiudere il gioco.»
«Concordo in pieno, LB.» sentenziò Volpina, saltando giù dalla postazione e affiancando l’amica: «Ci hanno sempre messo alle strette ma, ammettiamolo, dopo la sconfitta di Coeur Noir e i primi attacchi ci eravamo un po’ rilassati: siamo gli eroi di Parigi, dimostriamolo.»
«Non avrei saputo dirlo meglio, Volpina.»
«Grazie, LB.»
«Vi dobbiamo ricordare che ci hanno quasi sconfitto ogni volta?» domandò Peacock scuotendo il capo e afferrandole entrambe per le spalle: «Ma avete ragione: ci siamo rilassati troppo.»
«Pensavamo di essere invincibili…» commentò Tortoise, scuotendo il capo: «Non c’è peggior nemico della propria arroganza.»
«E Torty ci illumina con la sua perla di saggezza...» dichiarò Chat, mettendo mano al bastone e ruotandolo fra le mani: «Ma hai ragione, amico. Saranno forti, ma noi siamo gli eroi: li faremo neri questa volta.»
«Li faremo color Chat.»
«Ah ah. Divertente, Bee.»
«Andiamo, allora?» dichiarò Ladybug, voltandosi verso gli amici e ricevendo un cenno affermativo da tutti: quella era l’ultima battaglia, non avrebbe permesso che quei tre facessero ancora i loro comodi per Parigi.

Gabriel si tolse gli occhiali, massaggiandosi il setto nasale e osservando il disegno che stava realizzando, allungando la mano sulla scrivania alla ricerca della gomma: «Quella è la mia ala, Gabriel.» commentò Nooroo, quando le sue dita incontrarono qualcosa: «La gomma è dall’altra parte.»
«Grazie.» dichiarò l’uomo, allungando la mano opposta e sentendo la gomma sotto le sue dita: la prese, cancellando velocemente un dettaglio della gonna e, riprendendo la matita, disegnò un nuovo particolare totalmente opposto al precedente: «Gabriel?» la voce di Sophie, gli fece alzare il volto e osservò la donna sulla soglia della porta.
«Sì?»
«Stavo guardando la televisione, non riuscivo a dormire e quindi speravo di trovare uno di quei film soporiferi, ma è andata in onda l’edizione straordinaria del telegiornale e…»
«Maus ha di nuovo attaccato?»
«Esattamente.» assentì la moglie, osservandolo alzarsi dalla scrivania e inforcare gli occhiali: «Che cosa hai intenzione di fare?»
«Andare ad aiutarli.» spiegò Gabriel, facendo un cenno al proprio kwami, sotto lo sguardo della donna: «Non posso permettere che li affrontino da soli: sono forti, troppo, per loro sei e basta.»
«E non pensi alla tua salute?»
«Non morirò per un’akumatizzazione in più…» dichiarò l’uomo, posandole le mani sulle spalle e sorridendole: «Non posso morire ora, non ora che sei tornata da me.»
«Gabriel…»
«Non posso lasciarli soli.»
Sophie l’osservò, inspirando profondamente e chiudendo le palpebre, annuendo con la testa: «D’accordo.» dichiarò, aprendo nuovamente gli occhi e osservandolo: «Ma io sarò al tuo fianco. Io sarò la persona che akumatizzerai e che ti aiuterà. Nessun’altro.»

Miraculous Heroes 2 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora