Quante volte aveva fatto quel tragitto?
Quante volte aveva corso su quei tetti, desideroso di raggiungere velocemente la sua lady o ansioso di giungere a casa in tempo, per prepararsi e uscire come un ragazzo comune?
Eppure mai, mai come quel giorno, quella strada gli era sembrata così lunga.
Chat Noir si fermò al limitare di un tetto, riprendendo fiato e ascoltando i suoni dei suoi compagni che, senza aprire bocca, lo raggiungevano: nessuna battutina, nessun discorso stupido che accompagnava la loro corsa verso il luogo ove era comparso il nemico.
Niente di niente.
Il biondo inspirò, saltando e atterrando sul tetto opposto, senza curarsi di guardare se lo seguivano.
Lo avrebbero fatto.
Sempre e comunque.
Qualcosa di rosso comparve nella sinistra del suo campo visivo e Chat si permise di voltarsi, osservando Ladybug correre al suo fianco con lo sguardo azzurro e serio rivolto in avanti, sentendo un sorriso stendergli appena le labbra.
Lei era al suo fianco.
Come sempre.Gabriel osservò l’uomo che era entrato nella sua abitazione: così diverso da lui, quando un tempo era stato il nemico di Parigi, e da Coeur Noir, che aveva imperversato fino a poco tempo prima.
Maus non emanava quella aria che aveva avuto Coeur Noir e, sperava, anche lui.
«Cosa vuole?» domandò, incrociando le mani dietro la schiena e fissandolo dall’alto: dominare la scena, mettere subito in chiaro chi comandava lì. Gabriel accennò un sorriso, sentendo Nooroo posarsi sulle sue mani, pronto a entrare in azione e trasformarlo.
Maus inclinò la testa di lato, studiandolo: «Non chiedere come io sapere?» domandò l’ometto, sorridendo apertamente: «Lei non essere curioso?»
«Sicuramente ha fatto ricerche.» buttò lì Gabriel, rimanendo al suo posto e osservando l’altro muoversi nell’androne: «Ha studiato il mio aspetto…»
«Ja, ja. Tutto esatto.»
«E da uomo di scienza, quale spero che sia, ha trovato la soluzione al quesito.»
«Esatto.» esclamò giulivo Maus, quasi saltellando sul posto e indicandolo: «Ma fattore più importante essere stato Sophie.»
«Madame Agreste, per voi.» ringhiò Gabriel, assottigliando lo sguardo e tenendolo sull’uomo: «Non osate chiamarla per nome. Non voi.»
Maus piegò le labbra in un sorriso entusiasta: «Oh. Liebe.» dichiarò, inspirando profondamente: «Quel sentimento che smuovere mari e monti, eh? Proprio grazie a liebe – grazie ad amore – che io capire che lei essere Papillon: Sophie troppo orgogliosa per chiedere aiuto a chiunque. No, lei avere chiesto a qualcuno che conoscere bene…» mormorò lo scienziato, iniziando a camminare sul posto: «Lei avere chiesto potere di contrastare me a qualcuno fidato, qualcuno amato. Marito. Chi più importante di marito, ja?»
«Quindi poiché Sophie è tornata a essere Pavo…»
«Io avere capito chi essere Papillon, ja.» assentì Maus, annuendo con la testa e allargando le braccia: «Aspetto combaciare. Potere di Papillon permettere di creare eroi...» si fermò, lasciando andare le braccia contro i fianchi: «Io avere semplicemente fatto due più due.»
«Vuole l’applauso?»
Il sorriso di Maus vacillò un attimo e Gabriel ebbe la conferma che l’uomo sperava di avere avuto in mano un’ottima carta da giocare: rivelare che sapeva la sua identità era un modo per spaventarlo, per fargli temere qualcosa.
«Essere cyborg?» domandò il tedesco, inclinando la testa e studiandolo: «Lei non avere emozioni…»
Gabriel sospirò, scrollando le spalle: «Potrebbe discutere per ore con mio figlio, sulla mia mancanza di emozioni intendo.» borbottò, alzando gli occhi al cielo e fissandolo poi nuovamente: «Bene. Adesso cosa vuole fare? Mi vuole minacciare?»
«Io volere Miraculous.»
«Sì, questo è un classico, direi.» commentò Gabriel, sbuffando: «E penso sappia la risposta, no?»
«Ja.» ringhiò Maus, incassando la testa nelle spalle e fissandolo male.
«E allora? Rimaniamo in questa situazione di stallo?»
Maus aprì bocca, ma il suo intervento fu fermato dal portone della villa che si aprì, rivelando la donna bionda e ansante, ferma sulla soglia: «Sophie!» esclamò il tedesco, sorridendo caloroso: «Riunione di famiglia?»
«Lascia in pace la mia famiglia, Maus.» ringhiò la donna, tirandosi su e fissandolo male: «E’ sempre stata una lotta fra me e te.»
«No. Non più.» dichiarò Maus, sorridendole: «Tuo marito essere entrato: lui possedere Miraculous.»
«Gabriel non è…»
«Gabriel essere.»
«E’ gentilmente pregato di non parlare di me come se non fossi nella stanza, monsieur Maus.» dichiarò glaciale Gabriel, scendendo alcuni scalini e facendo vagare lo sguardo dall’uomo alla moglie: «Com’è andata la passeggiata, Sophie?»
«Male.» sbottò la donna, incrociando le braccia al seno: «Ho visto un topo entrare in casa mia.»
«Tu non dire di me, vero?»
«Sì, io dire di te.» sbottò Sophie, fissando male l’antico rivale, ignorando il fatto che Maus le aveva completamente rivolto l’attenzione: le mani ben piantate in tasca, lo sguardo furioso verso di lei.
«Nooroo, trasformarmi.» ordinò Gabriel, sentendo il potere del Miraculous avvolgerlo, donandogli la forza che da Gabriel Agreste non aveva; quando la luce della trasformazione lo lasciò, notò come Maus aveva dimenticato Sophie per rivolgere tutte le attenzioni a lui.
«Miraculous…» mormorò il tedesco, facendo un passo verso di lui e tendendo la mano nella sua direzione: «Esistere. Io…io…»
Papillon l’osservò, colpendo il pavimento con il bastone e creando farfalle candide come la neve: «Lei non farà più del male alla mia famiglia.» decretò, venendo circondato dagli insetti: «Mai più.»
«Miraculous. Dare a me.»
«Mai.»
Di fronte alla negazione di Papillon, Maus sospirò e, dopo aver portato una mano alla tasca del soprabito che indossava, tirò fuori una siringa: «Mia ultima creazione.» dichiarò, agitando lievemente l’oggetto: «Molto più complicato che creare armi, ammettere io. Ma non impossibile.»
«Cosa è?» domandò Sophie, osservando inorridita la siringa e il liquido ocra che essa conteneva: «Cosa hai creato?»
«Potere?» fu la risposta di Maus, guardandola con fare innocente; si alzò la manica del giaccone, scoprendo l’arto magro e, sorridendo, si iniettò il liquido: «Mia invenzione dare me grande potere, ja!» esclamò, gettando la siringa per terra: sorrise, osservando i propri vasi sanguigni diventare luminosi e, come una mappa, descrivere l’intero sistema mentre il prezioso elemento s’irradiava per tutto il suo corpo.
Sorrise, sentendo l’energia pervaderlo assieme al dolore: il suo corpo cambiava, lo sentiva nelle ossa che scricchiolavano e nelle membra che si tendevano fino a lacerarsi, ma lui aveva il potere.
«Quantum-β.» mormorò Papillon, osservando il piccolo omuncolo tedesco trasformarsi sotto ai suoi occhi: la pelle riluceva di una tinta ocra e, velocemente, le proporzioni dell’uomo aumentavano; quando, con le spalle, raggiunse il lampione di cristallo, l’uomo si ridestò e con un gesto imperioso della mano, spedì le farfalle candide contro di lui.
«Gabriel, akumatizzami.» ordinò Sophie, mentre il gigante si voltava verso di lei e, inclinata la testa, allungò lentamente una mano.
Papillon afferrò velocemente una delle farfalle, impregnandola del suo potere, e lasciandola poi volare in direzione di Sophie: la osservò entrare nel medaglione che la donna teneva al collo e, una volta, circondata dal potere la osservò saltare via nelle vesti di Pavo: «Come ti senti?» gli domandò, balzando al fianco, tenendo lo sguardo su Maus.
«Bene.» dichiarò prontamente l’uomo, muovendo la mano e scagliando contro il nemico una seconda ondata di farfalle: «Spero che qualcuno si accorga del gigante qui e chiami la polizia.»
«Willhelmina è rimasta fuori.» gli rispose Pavo, tirando fuori due ventagli e mettendosi in posa da combattimento: «Sono certa che li avrà chiamati…»
«Willhelmina, eh?» mormorò Papillon, afferrando una nuova farfalla e dandole il suo potere: avrebbe pagato per le sue azioni, lo sapeva bene, ma in quel momento avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile: «Vola, mia piccola akuma. Vola.» mormorò, osservando l’insetto volare via e poi il dolore lo colpì violentemente.
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Miraculous Heroes 2 {Completata}
Fanfic[Sequel di Miraculous Heroes] Sono trascorsi alcuni mesi da quando la minaccia di Coeur Noir è stata sventata e il gruppo di Portatori di Miraculous è alle prese con la vita di tutti i giorni: le relazioni sentimentali, il nuovo mondo universitario...