Capitolo 17

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Alex osservò la piantina della città, notando come le icone dei supereroi di Parigi si stavano avvicinando velocemente al punto d'incontro, dando poi una veloce occhiata alla finestra più piccola ove teneva sotto controllo le notizie provenienti dalla polizia: «Ok. Sembra che Sith – d'ora in poi il tipo sarà chiamato così –, per il momento, abbia distrutto alcune vetture e creato alcuni danni agli edifici attorno al museo. La polizia ha creato un perimetro attorno a tutta l'area.» sentenziò, informando velocemente gli amici: «Ragazzi, attenti. Non mi sembra un tipo tranquillo.»
«Grazie, Alex.» dichiarò Ladybug, saltando giù dalla cupola dell'Institut de France e atterrando nella piazza sottostante: «Chat ed io siamo al ponte.»
«Sto arrivando con Tortoise.» dichiarò la voce di Peacock nell'auricolare: «Siamo davanti Notre-Dame. Il tempo di attraversare l'isola e siamo da voi. Mi sembra di aver visto Volpina...»
Ladybug alzò lo sguardo verso il cielo terso e sorrise al lampo arancione che sfrecciò verso il basso, atterrando sul Ponte degli artisti: «E' arrivata.»
«Sono quasi arrivata anch'io.» dichiarò la voce di Bee, pochi secondi prima che qualcosa di giallo sopraggiungesse vicino all'eroina rossa: «Eccomi qua.»
«Pennuto. Torty. Mancate solo voi.» commentò Chat, avanzando sul tetto assieme alle due ragazze: «Guardate che iniziamo la festa senza di voi.»
«Guarda alla tua destra, micio, e ci vedrai.» dichiarò Peacock tranquillo: il felino si voltò, notando i due eroi correre sull'Ile e saltare, atterrando sul ponte: «Eccomi qua. Non mi perdo un party da quando avevo quindici anni e questa non sarà la prima volta.»
«Stai dicendo che hai il Miraculous da quando avevi quindici anni?» domandò Volpina, roteando il suo flauto e sorridendo: «E cosa hai fatto prima di unirti a noi?»
«L'idiota?»
«Su quello non avevo dubbi.» sbottò la ragazza, scuotendo il capo: «Io ho ricevuto il mio Miraculous a diciassette anni.»
«Pure io.» dichiarò Peacock, incamminandosi con il gruppo verso il punto in cui c'era il nemico: «E con party intendevo le feste a cui ho iniziato a partecipare da modello.»
«Quelle che io, puntualmente, evitavo come la peste.» aggiunse Chat, scuotendo il capo: «Non ho mai capito cosa ci fosse di divertente.»
«Mh. Vediamo...»
«Vuoi davvero continuare questo discorso, Peacock?» domandò Bee, guardandolo con un sorriso zuccheroso in volto: «Vuoi davvero?»
«Qualcosa mi dice che se rispondo a Chat poi mi ritrovo con qualche pungiglione piantato nel corpo.» commentò l'eroe blu, sorridendo alla ragazza e battendo le mani: «Andiamo a sconfiggere Sith?»
«No, se volete continuare a fare conversazione per me va bene.» dichiarò la voce di Alex negli auricolari: «Comunque, Peacock amico mio, potresti portarmi a uno di questi party? Da quel che non hai detto, si direbbero molto interessanti per me...»
«Ehi, se vuoi che ti presenti qualcuna basta chiederlo.»
«Potremmo presentargli Blanche.» propose Chat, voltandosi verso il collega modello e vedendolo annuire: «Penso che ti piacerebbe, Hacker.»
«Chi è Blanche?» domandarono in coro Ladybug e Bee, mentre Volpina scuoteva la testa e sospirava.
«Andiamo a sconfiggere il nostro amico?» chiese Tortoise, cercando di mettere fine alla confusione generale: «Poi, ragazze, potrete fare quel che vi pare con i vostri fidanzati.»
«Possibilmente qualcosa che includa l'essere senza niente addosso e in posizione orizzontale.» aggiunse Chat, ridacchiando: «Ok, mi va bene anche in verticale.»
«Forse te l'ho già chiesto, LB, ma come fai a sopportarlo?»
«Zitta tu, che mi avresti acquistato senza problemi.»
«Per poi riportarti subito indietro, chiedere il rimborso e anche qualcosa per i danni morali.»
«Andiamo.» dichiarò Ladybug, mettendo fine all'ennesimo scambio di battute: «Abbiamo un nemico da sconfiggere.»
«Ci sarà un giorno, in cui noi andremo in battaglia senza dire tante cavolate...» sentenziò Peacock, scuotendo il capo: «...ma non è questo il giorno.»
«Quest'oggi noi combattiamo!» urlò Alex, modulando la voce e dandogli un tono serio: «Per quanto di più caro abbiamo, su questa bella terra, io vi invito a resistere...»
«Andiamo!» urlò la coccinella, voltandosi e osservando i suoi compagni: «E il primo che osa dire qualcosa o citare qualche film, lo appendo a testa in giù dal ponte!»
«Signorsì, signora.»


Willhelmina osservò ciò che stava succedendo davanti il Louvre, battendo nervosamente le dita sulla scrivania e ignorando il suo assistente Maxime: «Max, tesoro, puoi andare a prendermi un the?» domandò all'uomo, cercando di sorridere e fissandolo: «Ho veramente bisogno di bere qualcosa di caldo...»
«Ho paura a lasciarti da sola...»
«Non andrò da nessuna parte.» dichiarò la donna, sorridendo all'uomo: «Al massimo puoi trovarmi nell'ufficio di Gabrielluccio.»
Maxime la fissò, scuotendo poi il capo: «Vai a dare noia a quell'uomo, su.» sbottò, alzando le braccia verso il cielo: «Ma ti avviso, ci hanno provato in molte – e in molti – ma è sempre stato fedele al ricordo della moglie.»
Willhelmina sorrise, facendo scorrere indietro la sedia: «Anch'io sono fedele al ricordo del mio compagno.» dichiarò, uscendo velocemente dalla stanza, che aveva adibito a suo ufficio e atelier durante il suo soggiorno a Parigi: sapeva che anche Gabriel ne aveva una, lì alla Fondazione Vuitton ed era lì che dirigeva gran parte del lavoro della maison Agreste.
Sorrise ad alcune impiegate, camminando sicura sui tacchi alti e raggiungendo velocemente l'ufficio dell'uomo: «Hai visto cosa sta succedendo?» domandò, entrando senza tante cerimonie e trovando Gabriel alla scrivania, intento a guardare il tablet: «Gabriell...»
«Lo sto vedendo ora.»
«E non hai in mente di andare?» domandò Willhelmina, chiudendo la porta dietro di sé e notando il kwami della Farfalla comparire da dietro le spalle dell'uomo: «Tu non hai intenzione di dirgli niente...ehm...»
«Nooro. Il mio nome è Nooroo.»
«Non gli vuoi dire niente, Nooroo?»
«Non spetta a me dire al mio maestro cosa fare.» sentenziò il kwami, chinando la testa in segno di rispetto.
«Gabriel, sei un Portatore...»
«Lo so. Ma non andrò.»
«Perché? E' un tuo dovere...»
«Ho dei problemi, Willhelmina.» dichiarò l'uomo, alzando lo sguardo e sostenendo quella della donna: «Durante la battaglia contro Coeur Noir, contro Chiyou, ho riakumatizzato – diciamo così – tutti coloro che avevo usato quando...quando ero cattivo...»
«E quindi?»
«L'ultima volta che mi sono trasformato, l'ho capito.» mormorò Gabriel, intrecciando le mani e posando lo sguardo su di esse: «Non penso che potrei sostenere un'altra battaglia.»
«Cosa?»
«Posso spiegarle io, maestra Willhelmina.» bisbigliò Nooroo, volando davanti la donna: «Durante l'ultimo scontro contro di lei – o meglio, contro lo spirito che l'ha posseduta – Gabriel ha dato fondo al potere del Miraculous e questo...»
«Questo ha fatto sì che il corpo di Gabriel s'indebolisse, mi stai dicendo questo? Ma noi...»
«Voi siete più resistenti e longevi rispetto agli altri esseri umani, è vero.» dichiarò il kwami, sospirando: «Ma ciò se si usa correttamente il Miraculous: l'uso scorretto che ne ha fatto Gabriel, per tanto tempo, e l'akumatizzazione di massa...»
«Combatterò solo se strettamente necessario.» dichiarò l'uomo, alzando la testa: «Ma sono certo che loro sei...» dichiarò, indicando il tablet e sorridendo alle figure colorate che erano apparsa in scena, mentre il cameraman stava riprendendo in diretta ciò che accadeva davanti il Louvre: «Possono farcela tranquillamente.»
«Tuo figlio sa di questo?»
«No. E non voglio che lo sappia. Non ho detto niente neanche a Sophie: loro non devono sapere.»
Willhelmina sospirò, mettendosi a sedere su una delle due poltroncine e portandosi le mani alle tempie: «Da quanto lo sai? E' per questo che hai sempre combattuto poco? Anche contro di me, intendo.»
«Fu mi avvisò quando andai a riportargli il Miraculous di mia moglie.»
«Capisco. Quindi l'akumatizzazione di massa...»
«Non avrei dovuta farla, ma dovevo aiutarli in qualche modo. E sarà così anche in futuro: se dovrò, io li aiuterò con ogni mezzo a mia disposizione.»
La donna annuì, stringendo la mano destra a pugno e portandosela alle labbra: «Dovresti ridare il Miraculous al Gran Guardiano, affinché un nuovo Portatore venga scelto.» mormorò, dando una breve occhiata al kwami e sorridendo: «Ma penso che Nooroo non te lo permetterebbe, sembra molto attaccato a te.»
«Sì.»
«Se mai ci sarà bisogno, invece di akumatizzare qualche sconosciuto, fallo con me, Gabriel.» dichiarò Willhelmina, sorridendo: «Sono certa che potrei diventare qualcosa di simile a Coeur Noir e aiutarli, in modo che tu non debba strapazzarti.»
«Lo farò.» assentì Gabriel, chinando lieve la testa: «Grazie, Willhelmina.»
«Non sei l'unico che deve redimersi.»


Ladybug saltò sulla punta della piramide di vetro, osservando il loro nemico – Sith – usare la sua spada per tagliare in due un bus e poi voltarsi verso di loro: «Vi stavo aspettando, eroi.» urlò, allargando le braccia: «Questa sarà la vostra tomba.»
«Mh. Sì, direi che è purrfetta per tutta la mia meaowravigliosità.» dichiarò Chat, balzando su uno dei lampioni alle spalle di Sith e sorridendo: «Qui giace Chat Noir, eroe incredibilmente bello e...»
«Incredibilmente egocentrico.» sbuffò Volpina, balzando sul tetto dell'enorme palazzo che costituiva il Louvre assieme agli tre eroi: «Mai sentito il detto che chi troppo si loda poi s'imbroda? Eh, gattaccio?»
Chat Noir liquidò il tutto con uno sbuffo e un gesto della mano: «My lady, immagino che hai un piano, vero?» domandò, mettendo mano al bastone, che teneva appeso dietro la schiena e sorridendo di fronte allo sguardo sicuro della sua signora.
Ladybug gettò una breve occhiata a Volpina che, annuendo, si portò il flauto alle labbra e suonò alcune note, creando copie di tutti loro e mandandole contro il nemico che, cadendo nell'illusione, iniziò a combattere contro queste: «Peacock, vedi!» urlò Ladybug, vedendo l'eroe blu annuire e fare alcuni passi indietro, mentre Bee si posizionava davanti a lui, tenendo sotto mira Sith: «Tortoise! Crea uno scudo attorno al nostro amico, appena avrà finito di sbarazzarsi delle illusioni di Volpina. Chat, Volpina. Per ora rimanete fermi...»
«Come voi, my lady.»
La coccinella sorrise ai compagni, lanciando lo yo-yo verso il cornicione del palazzo e atterrando vicino a Peacock e Bee: «Dimmi che hai qualcosa di utile.» mormorò, osservando il pavone riaprire gli occhi e scuotere la testa.
«Ho visto un laboratorio e...» Peacock si portò due dita al setto nasale, chiudendo gli occhi e cercando di riportare alla mente tutto ciò che aveva visto: «C'era uno schermo e qualcosa di simile a dei progetti: erano tre elementi diversi ma in tutti c'era la scritta Quantum...»
«Tre?» domandò Volpina, voltandosi verso di lui e scuotendo il capo: «Nei files che Hacker ha preso c'era solo il progetto di un'arma al Quantum-β ed è quella che il tipo ha in mano.»
«Forse Maus le ha ideate dopo oppure...»
«Oppure Hacker non è riuscito a prendere tutto...»
Ladybug annuì, voltandosi verso Sith e vedendolo affondare la spada nel nulla e poi esultare vittorioso: «Ora! Tortoise!»
L'eroe verde annuì, invocando il proprio potere e creando una gabbia attorno a Sith, imprigionandolo: rimasero a osservarli, mentre il nemico colpiva ripetutamente la barriera con l'elsa della spada, usando poi la lama e fendendola più e più volte: «Non resisterà a lungo.»
Ladybug annuì, osservando anche lei la barriera di Tortoise incrinarsi: «Volpina, Bee. Preparate i vostri poteri.» ordinò la ragazza, allungandosi oltre il cornicione e osservando Chat Noir ancora fermo sopra il lampione, in attesa di muoversi: «Chat, non ti avvicinare.»
«D'accordo.» urlò il ragazzo, alzando un braccio verso l'alto: «Però sappi che mi sto annoiando!»
La coccinella sospirò, usando il proprio yo-yo ed evocando il Lucky Charm che si materializzò sotto forma di un ombrello: «E che ci devo fare con questo?» domandò, voltandosi verso gli amici.
«Forse ha messo brutto tempo?» ipotizzò Peacock, alzando le spalle e sorridendo: «Oppure fai una romantica passeggiata con il nostro Sith.»
«Ah. Ah. Molto divertente.» dichiarò Ladybug, scuotendo il capo e iniziando ad analizzare l'ambiente che la circondava, sorridendo al piano che la sua mente stava formulando: legò il suo yo-yo attorno all'ombrello, prendendo poi la mira e lanciandolo verso il felino: «Chat!»
All'urlo della ragazza, l'eroe alzò la testa e afferrò l'oggetto che gli era stato lanciato: «Ehm. Non sta piovendo, my lady.» dichiarò, riposizionando il bastone sulla schiena e guardando divertito l'ombrello: «Che dovrei farci con quello?»
«Usalo come se fosse una spada.» dichiarò Ladybug, indicando Sith: «E invitalo a singolar tenzone.»
«Oh. Questo mi piace.» dichiarò Chat, balzando giù e mettendosi in posa da schermidore con l'ombrello a mo' di spada: «Ok. Giusto per la cronaca: sappiate che mi sento un idiota così»
«Lo sei, amico.» dichiarò Peacock, portandosi le mani ai fianchi e scuotendo la testa.
Ladybug sorrise, dando una breve occhiata agli altri: «Concludiamo questa storia: Peacock e Tortoise hanno pochi minuti ancora.» spiegò, vedendo il resto del gruppo annuire: «Volpina, Bee. Lanciate i vostri poteri contro Sith appena l'avremmo sfiancato; Peacock, Tortoise: noi tre andremo ad aiutare il nostro duellante.»
I due ragazzi annuirono, balzando giù dal tetto e venendo immediatamente seguiti da Ladybug, che lanciò il suo yo-yo, afferrando così il braccio che teneva la spada al Quantum-β e trattenendola: Chat sorrise, aprendo l'ombrello e spedendo il nemico a terra, prese il bastone, roteandolo e colpendo la mano che teneva la spada, facendola mollare a Sith.
Peacock recuperò l'arma, che si era disattivata, rigirandosela fra le mani e notando che era composta da un enorme cilindro di metallo: «Come si attiva?» mormorò, non notando che il nemico si era rialzato: Sith corse verso di lui, assestandogli una spallata in pieno addome e spedendolo per terra, recuperando l'arma e voltandosi verso Peacock, evitando le lame che il ragazzo gli aveva lanciato contro.
Sith portò la spada sopra la testa e abbassò la lama, che venne fermata dalla scudo di Tortoise, mentre Ladybug lanciava nuovamente il suo yo-yo e lo avvolgeva attorno alle braccia del nemico: «Ora! Chat!»
«Capito!» urlò il felino, attivando il suo potere di distruzione, correndo verso il nemico e sfiorando con la mano destra il pezzo di piazzale sotto i piedi di Sith: questo venne inghiottito dalla terra, rimanendo immobilizzato e venendo colpito dai poteri dell'Ape e della Volpe.
«Non mi avete ancora sconfitto.» ringhiò Sith, resistendo ai colpi e infilzando poi la spada nel terreno, attivandone la piena potenza e riuscendo così a liberarsi, saltando fuori dalla prigione e mettendosi in posizione di difesa, pronto a dare nuovamente battaglia; si portò una mano all'orecchio, rimanendo fermo, con lo sguardo rivolto verso di loro e poi, abbassando l'arto, fece un passo indietro: «Non è finita qui, eroi.» dichiarò, voltandosi e iniziando a correre via, saltando sul tetto del Louvre e sparendo oltre l'edificio.
«Dobbiamo inseguirlo.»
«Non possiamo, pennuto.» dichiarò Chat, osservando l'amico muoversi per seguire Sith: «Fra poco le nostre trasformazioni si scioglieranno...»
«Ma...»
«Pensi di fare qualcosa senza potere dei Miraculous?»
«Possiamo...»
«Cosa? Dare da mangiare ai nostri kwami e poi...»
«Peacock.» mormorò Ladybug, osservando anche lei il punto in cui Sith era sparito: «Chat ha ragione. Non possiamo inseguirlo.»


«Come stai?» domandò Sarah, osservando il ragazzo disteso nel letto e allungando una mano per scostare una ciocca di capelli mori dalla fronte.
«Inizio a pensare che Fu ha ragione: farmi colpire sempre non mi rende più eroe.»
«Dovresti stare più attento, Rafael.» mormorò Sarah, facendo scivolare la mano fino a quella del ragazzo e stringendola: «Se...»
«Niente se.»
«Ma...»
«E niente ma, Sarah.»
«Sei testardo, lo sai?» mormorò la ragazza, intrecciando le dita con quelle di lui: «Ti chiedo solo di stare più attento. Per favore.»
«Questo posso farlo.»
«Peccato che poi non lo fai mai.»
«Non è vero.»
«E' vero.»
«Scusate...» mormorò Flaffy, attirando su di sé l'attenzione di tutti: «Posso interrompere un attimo il vostro scambio di battute?»
«Che c'è, Flaffy? Vuoi il tuo cioccolato?»
«Giù mangiato, grazie.» dichiarò il kwami sorridendo al suo Portatore: «In verità, volevo solo dirti che sono fiero di te, Rafael.»
«Per essermi fatto colpire?»
«No, per aver citato il discorso di Aragorn prima di andare in battaglia.»
«Non l'ho fatto.»
«L'hai fatto.»
Rafael si voltò verso Sarah, osservandola serio: «Non l'ho fatto, vero?»
«Sì, l'hai fatto. E Alex ti è venuto dietro.»


Lila gettò la borsa sul divano, osservando il laptop abbandonato sul tavolo basso: «Non pensarci nemmeno.» la intimò Wei, chiudendo la porta dell'appartamento e studiandola serio: «Tu non accenderai quel pc e non ti metterai nuovamente a guardare la roba di Maus.»
«Ma...»
«No, Lila. Stai diventando ossessionata da quel tipo.»
«Wei, lo faccio per...»
«Per cosa? Dalla visione di Rafael abbiamo capito che Alex non è riuscito a prendere tutto.»
«Ma quel poco che abbiamo dobbiamo studiarlo e...»
«E pensi di riuscire a farlo adesso?» le domandò il ragazzo, fissandola serio: «Siamo appena usciti da un combattimento, sei stanca sia mentalmente che fisicamente.» si avvicinò, posandole le braccia sulle spalle e chinandosi fino ad avere il volto all'altezza di quello di lei: «Ti prego, riposati.»
Lila gettò un'occhiata al pc, tornando poi a guardare il ragazzo: «D'accordo, d'accordo. Niente dottore pazzo per oggi.»
«Brava ragazza.»
«Ma solo perché ho un mal di testa allucinante.»
«D'accordo.»
«E non perché me l'hai chiesto tu.»
«Certamente.»


Marinette osservò Tikki e Plagg divorare avidamente il loro cibo sulla sua scrivania: «Qualche problema, my lady?» le domandò Adrien che, comodamente sdraiato sulla chaisse longue, stava fissando il soffitto della camera della ragazza.
La mora tirò su le gambe, poggiando il viso contro le ginocchia e osservando il ragazzo, rimanendo seduta sulla sedia girevole: «Ti ricordi il senso di sconfitta che avevamo ogni volta che ci scontravamo contro Lila?»
«Sì.»
«Ecco, provo quella sensazione.»
Adrien si alzò a sedere, osservandola e sospirando: «Non abbiamo perso ma neanche vinto.» dichiarò, abbassando lo sguardo sulle mani e scuotendo il capo: «Mi chiedo perché è fuggito in quel modo: avrebbe vinto se...»
«Se fosse rimasto, sì.» concluse per lui Marinette: «Non so come avremmo potuto...»
«Non dovete buttarvi giù.» sentenziò Plagg, afferrando un nuovo triangolo di camembert e fissandoli seri: «Ricordatevi che qualsiasi cosa aveva quell'arma, è una pallida imitazione dei vostri gioielli e delle vostre armi. Abbiate fiducia nei vostri Miraculous.»
«Ed ecco a voi, Plagg. Il piccolo bastardello sa sempre cosa dire e quando.» dichiarò Adrien, allargando le braccia e sorridendo: «Beh, quasi sempre. Molto spesso sparla a proposito e quando non deve...»
«Ehi, moccioso, se vuoi parlo di quello che hai fatto stamattina...»
«Cosa hai fatto stamattina?»
«Niente.»
«Niente.» ripeté Marinette, dando una veloce occhiata al kwami e vedendolo scuotere il capo, mentre Tikki ascoltava tutto con il sorriso sulle labbra: «Mh. Qualcosa mi dice che non voglio saperlo.»
«My lady, mi avevi lasciato pieno di...»
«Non voglio saperlo.» sentenziò la ragazza, ridacchiando poi all'espressione imbronciata di Adrien e allungando una mano verso il kwami nero: «Grazie, Plagg. Hai ragione: noi siamo i Portatori dei Miraculous e le armi di Maus sono solo imitazioni dei nostri poteri. La prossima volta vinceremo.»
Adrien annuì, allungando il pugno verso di lei e facendola sorridere, mentre anche lei protendeva il proprio, colpendo quello del ragazzo: «Bien joue!» esclamarono insieme, come avevano sempre fatto per tanto tempo.
«Era una vita che non lo facevamo.» dichiarò Adrien, guardandosi il pugno e ridacchiando: «Penso che ci saremmo potuti riconoscere da questo, se lo avessimo fatto almeno una volta anche in versione...beh, normale.»
Marinette si alzò, andandosi ad accomodare vicino al ragazzo: «T'immagini la scena?» domandò sorridente e facendo di nuovo il pugno con la mano, mentre il ragazzo lo colpiva con il proprio: «Aspetta. Un attimo...Chat Noir?»
«Ladybug?»
«Voi due siete due dementi.» concluse Plagg, scuotendo la testa e voltandosi verso la kwami rossa: «Non gli dici niente?»
«Vuoi lasciarli in pace? Sei sempre a brontolare.»
«Io non brontolo.»
«E' vero, brontolone.»
Adrien ridacchiò, osservando i due kwami: passò un braccio attorno alle spalle della ragazza, tirandola verso di sé e posandole un bacio sulla tempia: «Affronteremo anche questa, Marinette.» dichiarò sicuro, vedendola annuire con la testa: «E la vinceremo.»

Miraculous Heroes 2 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora