Capitolo 27

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La luce dello schermo illuminava la stanza con la sua luce azzurrina, mentre la voce della giornalista annunciava dell’attacco che si stava svolgendo in quel momento a Place Pigalle: «Io vado.» sentenziò Sophie, alzandosi dalla poltrona e voltandosi verso l’uomo che, seduto sul divano, la stava osservando: «Non posso rimanere qui.»
«E cosa hai in mente di fare?»
«Qualcosa.» mormorò la donna, stringendosi nelle braccia e scuotendo la testa bionda: «Non posso permettere…»
«Non hai più un Miraculous, Sophie.»
«E Nooroo è dal maestro, assieme a tutti gli altri kwami.» dichiarò Sophie, fissando orgogliosa il marito: «Cosa pensi che possano fare i ragazzi?»
«Ho fiducia in loro.» mormorò Gabriel, alzandosi anche lui e sovrastandola nell’altezza: «Dovresti averla anche tu.»
«Lo so, ma…» la donna scosse la testa, mordendo il labbro inferiore: «So di cosa è capace Maus. L’ho già combattuto e sono stata sua prigioniera per tutto questo tempo, io…»
«Tu dovresti avere fiducia nei sei eroi di Parigi.»
«Perché non sette? Papillon non è…»
«Papillon è un extra, che appare di tanto.»
Sophie annuì, lasciando andare un lungo sospiro e tornò a voltarsi verso la televisione, osservando le prese in diretta: la polizia stava delimitando la zona di Place Pigalle con le transenne, cercando di delimitare la zona e tenere il più al sicuro la popolazione; sentì Gabriel muoversi accanto a lei e si voltò, vedendolo uscire dalla stanza con il telefono alla mano.
Stava andando.
Ma lui poteva.
Lui era un Portatore.
E lei…
Cosa era diventata lei?
Una donna che sarebbe rimasta in casa, tremante, osservando il proprio marito e il proprio figlio combattere la sua battaglia?
Strinse il pugno, scuotendo la testa e osservando seria la figura del marito, nell’androne: «Io vengo con te.» dichiarò sicura, osservando lo sguardo chiaro di Gabriel posarsi su di lei: «Non puoi impedirmelo.»
«Sophie…»
«Ero Pavo, l’eroina di Parigi. E Maus è il mio nemico.»
«Sophie, non hai…»
«Akumatizzami. Dammi tu il potere, Gabriel.»

Le forze dell’ordine erano entrate nel locale, intimando l’immediata evacuazione: Marinette aveva osservato i compagni uscire velocemente da Le Cigale, scortati da alcuni uomini del tenente Roger e, solo grazie all’approfondita conoscenza che Rafael aveva del locale, loro erano riusciti a rimanere all’interno e nascosti: «Sono certo che qualcuno ci cercherà…» commentò Adrien, allentandosi il jabot e fissando gli altri: «Sicuramente ci cercheranno.»
«Alya si starà domandando dove siamo finiti.» mormorò Marinette, togliendosi il cappello da strega e guardando gli altri, soffermandosi su Alex: «Ancora niente?»
L’americano scosse il capo, senza alzare lo sguardo dallo schermo del suo cellulare: «No, niente. Il maestro Fu ci avrebbe contattati appena sarebbe stato in zona…»
«E dall’altra parte?»
«La polizia di Parigi ha delimitato la zona di Place Pigalle.» spiegò velocemente Alex, arruffandosi i capelli scuri: «Ma è pericoloso. Sappiamo quanto Slimer e Sith sono potenti, se avvenisse lì lo scontro…»
«Abbiamo il Lucky Charm di Ladybug.» sentenziò Lila, osservando l’amico: «Rimetterà tutto al suo posto.»
Alex annuì, sospirando: «Beh, siete voi gli eroi.» dichiarò, aggrottando la fronte: «Ehm. Papillon, o meglio Gabriel, è vicino a Place Pigalle.»
«Davvero?» domandò Adrien, avvicinandosi all’americano e osservando lo schermo del cellulare: un pezzo di mappa di Parigi faceva bella mostra di sé e al biondo ci vollero pochi secondi per capire che si tratta della zona ove si trovavano; vicino Place Pigalle una farfallina lampeggiava, quasi impaziente di mettersi all’opera, mentre poco distanti poteva osservare le icone di tutti loro: «Dobbiamo uscire da qui. Se per caso un poliziotto fa un giro di controllo e ci trova…»
«Sarà impossibile per tutti voi trasformarvi.» sentenziò seria Willhelmina, voltandosi verso Rafael e fissandolo intensamente: sbuffò, quando il ragazzo ricambiò lo sguardo senza dirle niente: «C’è un’uscita secondaria? Un accesso dei dipendenti? Un qualcosa da cui potercene andare?» domandò,  scandendo bene le parole e sorridendo, quando vide il ragazzo annuire: «Sarah, non potevi scegliertelo un po’ più intelligente.»
«Ehi!»
«Rafael è intelligente.» bofonchiò l’americana, impegnata a legare i capelli in uno chignon improvvisato e fissarlo con il pettinino dell’Ape: «L’unica volta che potevo evitare di indossare quest’affare…e quelli attaccano.»
«Sarah, ti lamenti dopo del tuo Miraculous. Ok?» sentenziò Rafael, prendendola per una mano e facendo cenno agli altri di seguirlo: scivolarono fra le tende nere che erano state appese, dirigendosi verso il retro del locale, nella zona della cucina, ove venivano preparati gli stuzzichini e alcuni piatti semplici; il capofila si fermò davanti a una porta, armeggiando con la maniglia: «Alain non aveva voglia di fare avanti e indietro con le casse e scatole quindi, durante la ristrutturazione del locale, ha messo una porta sul magazzino.» spiegò, aprendo l’uscio e facendo cenno agli altri di entrare: «Dritta davanti a voi. Da sul retro del locale, c’è un piccolo spazio dove Alain parcheggia e...» si fermò, chiudendo dietro di sé la pesante porta del magazzino: «…sulla nostra sinistra c’è un’uscita.»
«Ottimo!» commentò Adrien, fermandosi davanti la porta indicata da Rafael: «E’ chiusa!»
«Ci dovrebbe essere attaccata la chiave a…destra, mi pare.»
«Ok, era a sinistra.» sbuffò Adrien, prendendo il piccolo pezzo di metallo e infilandolo nella toppa, aprendo poi e uscendo velocemente: «Abbiamo notizie del maestro?»
«Lo chiamo.» rispose immediatamente Alex, superandolo e avviandosi verso un piccolo tunnel nel palazzo alla loro sinistra: «Hallo? Maestro Fu? Dov’è?»
«Davanti la chiesa di Saint Jean de Montmartre.» ansimò l’anziano dall’altro capo: «Voi dove siete?»
«Siamo riusciti a uscire ora dal locale.» sentenziò Alex, allontanandosi il cellulare e mettendo il vivavoce, digitando velocemente il nome della chiesa e sorridendo: «Siamo vicini, maestro! Fra poco arriviamo!»
«Perché urli? Sono vecchio, mica sordo!»
«Dove si trova?» domandò Adrien, accerchiando Alex con tutti gli altri: «E’ vicino?»
«Chiesa di…»
«Saint Jean de Montmartre.» ripeté Fu, sospirando: «Siete lontani?»
«No, vicinissimi.» dichiarò Rafael, sorridendo e indicando davanti a sé: «Dobbiamo arrivare fino alla prima strada a sinistra e svoltare lì, poco dopo c’è la chiesa.»
«Ottimo. Io vi aspetto qua.»
«Maestro, mio padre…»
«Tuo padre l’ho già incontrato e ha già preso Nooroo.»
«E quando…?»
«Invece di stare a chiacchierare, venite qua a recuperare i kwami!»
«Arriviamo subito!»

Miraculous Heroes 2 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora