Licaone

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Si fe d'un huom', un lupo empio, e rapace
Servando l'uso de l'antica forma,
Che l'human sangue più che mai li piace,
De' suoi vecchi desir seguendo l'orma.

[Ovidio, Metamorfosi, libro I]


Quella settimana ringraziai di non essere a Idris.

In quei due mesi o poco meno in cui ero mancata erano successi un bel po' di trambusti in Consiglio, e di questo ero già a conoscenza grazie alle telefonate di mio padre, ma prima che arrivassero a Villa Orlando delle lettere indirizzate a me e Chrysta non avevo idea che tali trambusti avessero portato a dei seri, seri provvedimenti.

In uno degli ultimi sogni con protagonista il misterioso lupo avevo notato che le torri di Alicante erano tinte di azzurro, come in tempo di Accordi. In teoria, la ratifica dei Dodicesimi Accordi sarebbe dovuta avvenire nel 2037, come di consueto a quindici anni dalla convalida dei precedenti, gli Undicesimi, nel 2022. Mancava ancora un intero lustro.

E invece no: alla luce dei recenti avvenimenti, tra cui la crisi del Ministero della Sanità e varie rivolte dei mannari di tutto il globo a seguito della morte per omicidio di ventisei licantropi sul suolo di Idris, di cui ancora si cercava il colpevole – o i colpevoli –, un'extrema ratio del Consiglio aveva ordinato, come mai era successo prima, la firma degli Accordi con ben cinque anni di anticipo.

Qualche tempo dopo, con la testa di Mattia in grembo, le mani insanguinate e un pugnale d'argento abbandonato poco lontano, mentre urlavo a squarciagola un'unica, inutile parola, avrei aggiunto un altro, terribile motivo alla lunga lista dei già sufficienti presupposti perché avvenisse un evento tanto strano.

Se la Chiaroveggenza avesse funzionato, forse avrei potuto evitarlo.

~ • ~

Il Sottomondo di Gaeta, contrariamente a quanto sembrava, era discretamente attivo. Certo non era New York, ma per una cittadina di provincia avere un clan di vampiri, un branco di mannari e una buona rappresentanza di membri del Popolo Fatato era seriamente encomiabile.

Gli unici a mancare – come, alla fine, anche nel resto d'Italia – erano gli Shadowhunters. Un solo Istituto su tutto il territorio italiano, dalle parti di Roma, e vari Nephilim sparsi qua e là, assemblati in minuscoli gruppetti che messi insieme non contavano più di un migliaio di persone. Non che servissero: la presenza demoniaca nella penisola era, ed è, più o meno equivalente alla presenza di panda rossi in Asia. In fondo, quale entità infernale vorrebbe mai avventurarsi su un suolo così santo e benedetto?

Risposta: un'entità davvero potente.

Comprai un libro di leggende locali nella cartoleria sulla salita di Sant'Erasmo. Era la ristampa di un successo abbastanza datato e molto conosciuto dalla gente del posto, un must have per le vecchie e nuove generazioni. C'erano storie di tutti i tipi, dall'origine della rivalità tra Formia e Gaeta ai racconti sulla nascita della tiella, ma tra le tante una in particolare attirò il mio interesse.

Aveva come protagonista un enorme, maligno serpente, che si era insediato nella piana di Sant'Agostino – una località alla periferia di Gaeta, dalla spiaggia sassosa e dall'acqua fredda e spesso agitata – e aveva reso impossibile coltivare i campi circostanti per via dell'immane terrore che incuteva ai contadini. Nelle notti ventose, il suo fetore si spandeva fino alla cittadina, e a volte il suo terrificante sibilo si confondeva col vento. Le navi passavano al largo da quella zona, poiché la capacità di ipnotizzazione del serpente era tanto forte da attirare i marinai sulla costa, per poi divorarli.

In molti avevano provato ad ucciderlo: principi, potenti, cavalieri, con bombarde, cannoni, spade e pugnali; uno aveva addirittura proposto di esorcizzarlo col crocifisso, un altro di farlo specchiare per riflettere il suo stesso magnetismo. Inutilmente.

Shadowhunters ~ Seeing the FutureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora