Tommaso, uno dei Dodici, detto Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il signore!»
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi
e non metto il mio dito nel segno dei chiodi
e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».[Giovanni 20, 24-25]
— Stai meglio coi capelli corti.
Mattia non mi guardava in faccia. Teneva lo sguardo basso puntato su di sé, sulle sue braccia che stringevano il nipotino. Valentino, un bimbo meraviglioso di tre mesi massimo, gli stava sbavando sulla spalla, e aveva tutta l'aria di volergli ciucciare pure il papillon.
Eravamo seduti sul muretto di fronte al suo ristorante, lui voltato verso il mare e io di tre quarti per poterlo scrutare bene. Aveva un aspetto decisamente migliore rispetto a quando l'avevo incontrato la domenica precedente, almeno a livello fisico; sotto il profilo psicologico, al contrario, sembrava aver appena varcato la soglia dello studio di uno strizzacervelli.
Ovvio, considerando che credeva di essere pazzo.
Per poco non mi convinsi di essere pazza anch'io, dato che non avevo riconosciuto la sua natura di lupo mannaro nemmeno dopo tutti i sogni e le visioni che mi avevano tanto tormentato a New York. Ma in fondo i veri e tangibili segni della sua licantropia erano pochi, magari giusto la cicatrice del morso sul braccio.
Pensandoci più approfonditamente, però, mi resi conto non solo che avrei dovuto includere l'attacco di un mannaro tra le tante ipotesi che avevo formulato circa l'interruzione della sua chiamata tempo addietro, ma anche che l'ultima volta che ci eravamo visti, a Serapo, un paio di giorni prima del plenilunio, i suoi occhi erano più chiari certamente non per un gioco di luce. E dire che ero abituata a notare il cerchio giallo nell'iride di nonno Luke in periodo di luna piena.
Con una riflessione posteriore arrivai alla conclusione che, in parole povere, non è che non ne ero stata in grado, anzi, non avevo voluto mettere insieme i pezzi del puzzle: io quel lupo l'avevo visto morto. Moriva continuamente, quel bastardo, in un infinito, terribile, assillante loop.
E non è una bella cosa sapere della morte di qualcuno, che tu lo conosca o meno. In quel caso, considerato che si trattava di sogni e non propriamente di visioni, più che sapere della sua morte sapevo che il destino gli avrebbe riservato brutte sorprese, e io gli avrei fatto compagnia. Posto ovviamente che fosse lui quel mannaro, anche se ormai mi pareva abbastanza certo.
Si risvegliarono in me le speranze, abbandonate quasi definitivamente a New York, che il lupo avrebbe potuto aiutarmi con la questione Jean. Oh, che bello: un ragazzo che nemmeno aveva idea di chi era veramente si sarebbe fatto in quattro per far salire a galla la verità su cosa era successo a dicembre dell'anno precedente in un paese che per lui non esisteva e che coinvolgeva un tizio sconosciuto e una vacanziera americana con una strana abilità nel parlare italiano senza accento. Che grandi speranze.
Oltretutto, Mattia manteneva la calma solo grazie al nipote. La presenza di Valentino lì aveva il ruolo di freno inibitorio, che gli impediva di alzare la voce, gesticolare come un pazzo o compiere altri gesti avventati, quale ad esempio buttarsi in mare. Sospettai sin dall'inizio che non fosse casuale il fatto che, dopo aver visto me fuori dalle finestre del ristorante che gli facevo segno di uscire, avesse prima preso in braccio Valentino e poi mi avesse raggiunta. Lui me lo confermò più tardi: aveva passato col nipote quasi tutta la settimana, dalla fine delle lezioni fino all'ora di cena, salvo quando aveva dovuto fare affiancamento in ospedale.
La buttò lì, pratico e schietto. Partì parlando della nonna, che abitava nello stesso palazzo del ristorante, e arrivò con una naturalezza pazzesca al pezzo clue del racconto. Probabilmente neanche si aspettava che lo capissi. E invece io avevo capito tutto, persino più di lui.
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Shadowhunters ~ Seeing the Future
Fanfiction[Terza storia della "Shadowhunters ~ Past, Present and Future" series] [Sequel di Living the Present] Vedere il futuro. Conoscerlo, comprenderlo, sognarlo. Per la Chiaroveggente Lorianne Herondale, il futuro non è altro che un nuovo presente per fug...