Ciò che tu ami

365 33 39
                                    

Qual è la cosa più bella sulla terra nera?
Una schiera di cavalieri? Di fanti? Di navi?
Ciò che tu ami, io dico.

[Saffo]


Dopo avergli urlato in testa un paio di cosucce non troppo carine, Trish si trascinò via un inebetito Adriano verso una destinazione sconosciuta. Non ero sicura al cento percento che anche lui fosse arrivato simmetricamente alla stessa conclusione di mia cugina, ma qualcosa doveva pur aver capito.

Al contrario c'erano persone che – a ragione – non avevano capito un bel niente, perciò a me e a Logan toccò tenere un breve comizio per spiegare almeno i punti salienti della storia, a cominciare dai bei vecchi tempi in cui la nostra cara Trish altri non era che un'ingenua apprendista hacker adescata sulla rete da un tizio misterioso che si nascondeva dietro un nome d'arte piuttosto azzeccato.

Inutile aggiungere che Mattia era furioso: se non avessi avuto la certezza che non se lo sarebbe mai sognato, avrei scommesso che di lì a pochi minuti sarebbe andato a cercare Adriano in qualunque posto fosse per, a dirla con le sue parole, "fracassarlo di mazzate".

Neanche i lupi che avevano assistito alla scena furono risparmiati dalla sua ira, tantomeno scamparono a una ramanzina in perfetto stile Mattia: — Ma quando avevate intenzione di dirmi che è un maledetto criminale informatico?!

Assomigliava in modo inquietante a una mamma che sgrida i suoi figli perché hanno rotto la finestra dei vicini giocando a calcio. — Quante volte vi ho ripetuto che dovete mettermi al corrente di qualsiasi cosa o altrimenti il cazziatone ve lo beccate doppio? Mi sembra di parlare ai muri, guardate, mi sembra di parlare ai muri.

Mi veniva da ridere a vederlo sbraitare così, però in effetti non aveva torto: i mannari dovevano riporre fiducia in lui, sì, ma diametralmente anche lui doveva poter riporre fiducia in loro. Purtroppo lì non pareva valere il principio della reciprocità, quantomeno non nei modi in cui un cittadino civile si aspettava che valesse.

Nel palazzo dei licantropi – e probabilmente anche nell'intero, enorme clan dei Mallardo – la reciprocità assumeva soltanto valori negativi: tu mi fai un torto e io ne faccio uno peggiore a te, in un'esemplare legge del taglione. Ciò che offriva Mattia temevo fosse per i lupi semplicemente inaccettabile. Ammiravo la sua perseveranza, ma prevedevo che i suoi buoni propositi un giorno sarebbero stati impossibili da attuare persino per lui, e allora Dio solo sa cosa sarebbe potuto accadere.

A posteriori, molto a posteriori, realizzai che non mi sbagliavo affatto.

~ • ~

Presi da parte Mattia per poter chiacchierare un po'; era da quasi una settimana che non avevamo l'occasione di farlo seriamente. Era domenica, e in serata sarebbero rientrati in città i suoi genitori e la famiglia di suo fratello: dalla mattina dopo avremmo dovuto vedercela noi da soli, privi del suo aiuto e della sua presenza rassicurante. Ci saremmo comunque incontrati al ristorante – avevamo ufficiosamente prenotato un tavolo da quattro verso l'una – ma il Lupo di mare non era proprio il miglior posto per un briefing.

Eravamo in una delle stanze al piano – il primo – che ospitava gli alloggi per i membri del branco. Ognuno di questi si componeva di una o due piccole camere da letto più un bagno e un modesto soggiorno; la cucina e la sala pranzo erano comuni a tutti e si trovavano in fondo al corridoio. Constatai che, nonostante il clima generale non troppo spensierato, lì doveva essersi formata una bella comunità. Di sicuro Carmine Mallardo sapeva bene come giocare le sue carte: una sistemazione del genere necessitava di fiducia, collaborazione e rispetto reciproco, e un'eventuale lite poteva essere facilmente sedata nello stesso modo in cui si sarebbero messi a tacere due vicini di casa che litigavano per la spazzatura. Considerate le sue abilità, non mi sorprendevo che fosse riuscito a creare e a mantenere per così tanti anni un impero di quelle proporzioni.

Shadowhunters ~ Seeing the FutureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora