Alea iacta est ~ Parte seconda

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"And you can see my heart, beating
You can see it through my chest
Said I'm terrified but I'm not leaving
I know that I must pass this test
So just pull the trigger."


Il colpo partì.

Il colpo partì, e io scoppiai a piangere.

Il colpo partì, e il proiettile uccise.

Il colpo partì, ma c'era qualcosa che non quadrava.

Era troppo vicino a me. Il suono dello sparo proveniva dal punto dove si trovava Mattia, ma avevo sentito il fruscio del proiettile a dieci centimetri dal mio orecchio.

Raccolsi tutto il mio coraggio e mi costrinsi ad alzare gli occhi su Mattia.

Aveva uno sguardo spiritato, quasi folle, le labbra serrate in una linea sottile; era proteso in avanti e teneva la pistola nella destra, il braccio leggermente tremante per il peso e per il gesto appena compiuto.

In un modo tanto inconcepibile quanto ammirevole era riuscito a sparare al boss.

E per di più gli aveva sparato con una mano sola, senza poter mirare e senza la possibilità di contenere più agevolmente il rinculo dell'arma. Oltretutto c'era il rischio che in canna non ci fosse il proiettile, e che quindi Mattia avesse fatto una figura di merda colossale prima di, con tutta probabilità, morire di una morte ben più orribile rispetto a quella che gli sarebbe spettata se non avesse commesso quell'eroico atto disperato.

Infusa di una nuova forza e ormai sciolta dall'effetto dell'iniezione di inibitori calciai via il licantropo che stava quasi per addormentarsi sulle mie gambe, liberai polsi e caviglie dalle corde e saltai giù dalla scrivania.

Mi concessi un secondo per scrutare con attenzione il corpo dell'Alpha morente. Incrociai i suoi occhi da cui pian piano defluiva la vita, e il mio viso si aprì in un ghigno sfacciato.

Mi sentivo quasi male a sorridere davanti alla morte. Ripensai a Jean, e a nonno Valentine e zio Sebastian, e a quante volte anche loro avessero sorriso davanti alla morte e alla sofferenza di persone innocenti.

Ma infine ricordai a me stessa che quell'uomo disteso ai miei piedi non era innocente, e con le prove che avevo contro di lui – la più lampante delle quali era sicuramente Mattia – sarebbe stato comunque condannato alla pena capitale. Come minimo aveva morso decine di giovani per allargare il suo branco, violato gli Accordi in un'infinità di casi e istigato Mattia al suicidio.

Ero entusiasta che il boss stesse per finire all'altro mondo, entusiasta che quel bastardo stesse crepando per mano di un novellino, entusiasta che questo novellino fosse il ragazzo per cui, volente o nolente, stavo cominciando a provare qualcosa.

Lo stesso ragazzo che era crollato a terra tenendosi il fianco.

Con orrore mi accorsi che il secondo scagnozzo, ripresosi dall'accaduto, aveva raccolto il mio pugnale da terra, gridando di dolore per essersi bruciato la pelle con l'argento, e accoltellato Mattia allo stomaco.

In un impeto di rabbia mi scagliai contro di lui, gli tolsi il pugnale dalle mani e ricambiai il favore trapassandolo da parte a parte. Gli tirai una ginocchiata e lo feci cadere a terra, bloccando la fuga dell'altro ceffo ancora in forma di lupo.

Velocemente mi sfilai lo stilo dalla tasca dei pantaloncini dove era rimasto al sicuro e tracciai in aria una runa che avrebbe creato un cubo protettivo attorno a me e Mattia, prevedendo che altri licantropi ci avrebbero raggiunti.

— Mattia! MATTIA! — strillai a squarciagola, come avevo inutilmente fatto fino a poco prima intimandogli di non spararsi.

Sapevo come curarlo, sapevo come guarirlo, sapevo che se mi fossi sbrigata lui non sarebbe morto tra le mie braccia. Eppure non riuscivo a muovere un muscolo. Riuscivo solo a continuare a gridare.

Shadowhunters ~ Seeing the FutureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora