Canzoni di redenzione

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"Emancipate yourselves from
mental slavery
None but ourselves can free
our minds"


Mattia era una testa dura già per principio. Quando ci si metteva, poi, niente e nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea.

Chrysta mi avrebbe ammazzata se avesse saputo che avevo acconsentito – per modo di dire – che Mattia tornasse nel luogo in cui era quasi morto, potenziale fonte di stress fisico e psicologico, per fare qualcosa che non solo si sarebbe potuta rivelare un'impresa suicida ma avrebbe anche rincarato la dose di stress fisico e psicologico.

Come ci videro arrivare, Logan e Trish, appostati fuori al palazzo dei mannari con aria annoiata dall'ora di pranzo, ci corsero incontro esaltati.

— Buoni, buoni — li calmai. — Mattia non vuole fare una strage. Vuole solamente parlare.

— E spero voi sappiate che so parlare abbastanza bene — sottolineò il diretto interessato con finta aria di superiorità.

— Uhm, okay — acconsentì immediatamente Logan. — Tanto per la cronaca, finora non c'è stato alcun movimento sospetto, a parte un uomo e una donna che sono usciti da una stanza sistemandosi i vestiti.

— E tu come avresti fatto a vederli, considerando che al piano terra non ci sono camere se non quella nascosta nel muro? — lo interrogai aggrottando le sopracciglia.

— Ho la runa di Lunga Vista — borbottò lui di rimando. Aveva le guance rosse. — Forza, andiamo.

Trish aprì il portone e ci fece entrare, poi lo richiuse dietro di sé. — Domandina innocente: come faremo a chiamare a raccolta tutti i lupi senza farci scannare?

— Grazie a me — disse una voce alle nostre spalle.

Ci voltammo con un sussulto. A me balzò il cuore in gola.

Una donna vestita di nero mosse un paio di passi verso di noi. I tacchi alti riecheggiarono sul marmo lucidissimo del pavimento. Portava i capelli raccolti in uno stretto chignon fermato con uno spillone dai riflessi dorati. Il tailleur rigoroso e l'espressione fredda la facevano assomigliare a una severa insegnante di danza classica.

Trish trattenne il fiato. — Ho combattuto contro di lei ieri sera. Mi complimento per la bravura.

— La ringrazio — rispose la donna ricambiando l'uso della terza persona. — Conosco molti stili di lotta e ho avuto spesso a che fare con i Cacciatori.

Ci chiamava alla maniera italiana, notai. Non come il boss, che preferiva "Shadowhunter". Detto da lei, sembrava un complimento. O quantomeno non suonava dispregiativo.

— Io sono – ero – colei che il capo di questo clan si ostinava a considerare "moglie" — riprese avvicinandosi ulteriormente e incrociando le braccia sul petto generoso. — Ho sposato quella razza di canaglia per... be', un matrimonio combinato. La notte scorsa ho osservato da uno spiraglio quanto succedeva in quella stanza.

La indicò con un gesto della mano. — Mi dispiace di non essere intervenuta, ma se avessi anche solo bussato alla porta avrei fatto la sua stessa fine, Alpha — continuò rivolgendosi a Mattia. — Uccidendo Carmine mi ha tolto un grosso, grosso peso dalle spalle. Non lo dimenticherò mai. Non dimenticherò mai il servizio che tutti voi mi avete reso.

Mattia si limitò a un formale e confuso cenno del mento, imitato da me e Logan.

Trish al contrario dovette dire la sua. — Perché mi ha affrontato? Avrebbe potuto morire anche lei.

— Ripeto: non è la prima volta che mi ritrovo faccia a faccia con un Cacciatore armato — replicò la donna. — So come difendermi, e in ogni caso avevo l'obbligo di dimostrare agli altri lupi che ero vostra nemica e non, come invece è in realtà, vostra amica. Vado a radunare il branco — concluse. — Voi aspettatemi qui.

Shadowhunters ~ Seeing the FutureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora