{Chris's POV} Notte di festa

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Chris's POV
State attenti a chi vi circonda, e non fidatevi di chiunque, ricordatevi il Diavolo una volta era un Angelo.

Lunedì 10:30

Sono a scuola, che barba, ho sempre odiato la scuola. Mi aggiro per i corridoi da quando ho varcato le porte dell'edificio, mi sto davvero annoiando, penso di svignarmela. Tanto non mi interessa se chiamano i servizi sociali e li mandano a casa ''mia''. Da quando è iniziata la scuola mia madre è stata chiamata già tre volte. A lei non frega nulla, e fortunatamente i miei professori non possono convocare il mio patrigno, lui si che mi farebbe il culo, secondo me, mi ucciderebbe, anzi ordinerebbe ad altri di uccidermi. Mia madre semplicemente si limita a parlare con gli insegnanti, promette loro un mio cambiamento, promette di darmi punizioni, di controllarmi, ma alla fine appena il colloquio termina, lei scorda tutte le sue promesse appena citate e torna a casa senza dirmi una parola. Anche stamattina l'hanno convocata, uno dei miei professori impiccioni non si è fatto gli affacci suoi e ha notato che per quei pochi minuti che ero rimasto in classe ero troppo tranquillo e avevo uno sguardo assente. E mi pare! Avevo fumato un po' d'erba, quindi mi stavo rilassando ed ero un po' abbattuto! Il professore in tutta risposta ha iniziato a perquisire la cartella, ha trovato alcune sostanze e convocato d'urgenza mia madre. Lei era arrivata a scuola in condizioni pessime, vestiti e capelli unti, vari lividi sul corpo e tanto fondotinta sulla faccia, di sicuro Joe le aveva alzato le mani addosso e lei aveva cercato di coprire i lividi. Un po' mi faceva male vederla così. Comunque dopo aver parlato con vari insegnanti è venuta da me, credevo per una ramanzina, invece si è avvicinata per dirmi sotto voce che ero un cretino, che così sarebbero arrivati i servizi sociali a casa e avrebbero sequestrato tutta la roba che spacciava Joe e le avrebbero tolto l'affidamento dei miei fratelli. Non mi interessa della roba di Joe, ma dei miei fratelli. Sì avrebbero vissuto lontano da quei due, ma avrebbero dovuto affrontare una difficile strada. E forse io non avrei più rivisto Sonja. Dopo avermi detto questo mia madre si dirige fuori, senza neanche guardarmi.

Adesso passo vicino alla porta di uscita mi guardo intorno, apro piano la porta ed esco furtivamente. Penso che nessuno mi abbia visto, posso defilarmela tranquillamente. O quasi. Infatti da lontano vedo che mi viene incontro qualcuno: il professore di storia Tijej. Lui non lo tollero proprio, è la persona che odio di più e che ha convocato mia madre più volte durante lo scorso anno, ha sequestrato anche tre volte la mia erba. anche il suo aspetto mi da i nervi, alto, magrissimo, sembra uno scheletro, porta gli occhiali dietro i quali nasconde degli occhi color argento, che appena ti guardano ti fulminano.

Si avvicina a me, con la valigetta sottobraccio e mi dice:

-Dove va signor Shistad?- mi guarda dalla testa ai piedi e annusa l'aria, forse per controllare se puzzo d'erba.

-Torno a casa- rispondo secco. Lo guardo dritto negli occhi, lo sto sfidando.

-Torni indietro- mi intima, sembra quasi una minaccia, questo tizio mi fa quasi più schifo di Joe. -Torni nell'edificio, oggi abbiamo lezione e non vorrei che lei la saltasse- adesso mi ha bloccato al muro, mi sta minacciando, mi fa sentire un ragazzino. Ma d'altronde che cosa mi potevo aspettare da un concorrente di Joe? Sì avete capito bene, il professor Tijej è uno dei più famosi spacciatori di Oslo, ed odia a morte Joe. Prima non provava per me tutto questo odio, anzi mi considerava quasi come un figlio, mi aveva proposto di lavorare per lui, e io avevo accettato, ma quando, a causa della salvaguardia dei miei fratelli avevo dovuto abbandonare il lavoro e avevo dovuto ''tradire'' il prof per spacciare con il mio patrigno, quello se l'era presa e aveva giurato di farmela pagare. Questo è il motivo per cui chiama mia madre ogni settimana e manda i servizi sociali a casa.

-Allora vuoi restare lì impalato?- mi urla contro.

-Ma vai a fanculo- gli dico dandogli un spinto e andando via. Mi dirigo fuori dal cortile della scuola, non mi interessa quello che dice, quasi non lo sento ma sono sicuro che stia dicendo cose tipo:-Se non torni indietro convoco tua madre- che la convochi, non mi interessa. Mi dirigo dritto fino alla mia macchina. Ci salgo dentro e metto in moto. Parto per una destinazione sconosciuta, non so dove andare, i miei amici sono a scuola, non mi va di incontrare quelli "extrascolastici", poi, improvvisamente, mi ricordo che per stasera il mio migliore amico William ha organizzato una festa alla baita, così accelero e mi dirigo lì.
Dopo aver percorso una mezz'oretta la strada verso la casa di montagna di William, decido di chiamare quest'ultimo:-Ehi fra'- gli dico appena risponde.
-Oh fra' ma dove stai?- mi chiede.
-Sono sulla via verso la baita- gli rispondo.
-Ma non eri a scuola?- mi domanda confuso.
-Sì, ma poi me ne sono andato. Senti ti spiego tutto più tardi, ti volevo dire ,poiché io mi dirigo direttamente lì, non posso procurarmi la roba, posso solo ordinare la birra... ci pensi tu?-
-Certo frà, non ti preoccupare, ah quasi dimenticavo, casomai se arrivi prima faccio scaricare le altre cose così prepari la festa...-
-Ok, bro, allora mi organizzo io non ci sono problemi, penso che arrivo tra circa tre ore e mezzo, c'è un traffico pazzesco- esclamo esasperato.
-Va bene, fammi sapere a che ora arrivi e io chiamo i fornitori- dice lui concludendo.
-A dopo- lo saluto.
-A dopo- mi risponde.

Du Er Ikke Alene # Chris And Eva # SkamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora