{Isak's POV} Storie di famiglia e di amori

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La famiglia. Eravamo uno strano piccolo gruppo di personaggi che si facevano strada nella vita condividendo malattie e dentifrici, bramando gli uni i dolci degli altri, nascondendo gli shampoo e i bagnoschiuma, prestandoci denaro, mandandoci a vicenda fuori delle nostre camere, infliggendoci dolore e baci nello stesso istante, amando, ridendo, difendendoci e cercando di capire il filo comune che ci legava.
(Erma Bombeck)

Ho conosciuto persone che nella loro vita hanno sofferto, a causa della povertà, a causa delle condizioni sociali, a causa della propria famiglia.

Isak's POV
Mercoledì 20:00
Dopo essere tornati dentro, ho detto a Jonas e Eva che ero molto stanco, che il viaggio era stato troppo lungo per me e che volevo riposarmi. Gli ho consigliato anche di chiamarmi a cellulare se mi volessero chiedere qualcosa, perché gli ho detto che avrei dormito con le cuffie nelle orecchie e non avrei sentito se avessero bussato alla porta.

Ho mentito spudoratamente ai miei migliori amici. Ma non potevo fare altro. Stasera devo assolutamente vedere Even.

Guardo l'ora, sono solo le otto. Penso di riposare un po' prima di dirigermi alla festa. Così chiudo gli occhi e sonnecchio. Quando li riapro è abbastanza tardi e sul telefono ho circa cinque chiamate di Even.

Guardo l'ora e noto che ho dormito per quattro ore. Spero che la festa non sia finita. Mi alzo dal letto senza fare rumore, credo che Jonas e Eva stiano dormendo, la casa è tremendamente silenziosa. Esco dalla finestra e appena sono abbastanza lontano compongo il numero di Even.

Al primo "tu" del telefono il mio cuore inizia a battere forte. Al secondo inizio a sudare. Al terzo mi pervade la paura che lui non mi risponda.

Ma fortunatamente lui mi risponde.
-Pronto?- dice. È il mio cuore va a mille, la sudorazione diventa oltremodo che eccessiva e quasi credo di non riuscire a respirare.
-Pronto?- dice ancora lui dall'altro lato.
Mi faccio coraggio e dico tutto d'un fiato:
-Ciao Even sono Isak! Sei alla festa?-
-Ehm sì, tu?- mi chiede.
-Sto arrivando, ho fatto tardi- mi scuso.
-Ok, ti aspetto vicino al lago-

Mi solleva il fatto che mi abbia risposto, ma sopratutto che mi abbia aspettato.

In circa quindici minuti mi ritrovo fuori la baita di William. Sul patio c'è lui e Chris che limonano con quattro ragazze, sinceramente non so come facciano e la cosa mi fa anche un po' schifo.

Da lontano li salutò, ma loro sono troppo preoccupati a gestire quella cosa che non mi vedono neanche. Ma a me non importa. Vado dritto al lago. E lì, seduto per terra vedo una sagoma.

È difficile dire chi sia, la luna brilla come non mai in cielo, ma credo sia Even, perché mi ha detto che mi avrebbe aspettato qui.

Mi avvicino. Poi mi fermo e faccio per tornare indietro. Non so perché, sono ansioso, ho paura che lui non sia come me.

Mi faccio coraggio, mi sistemo la giacca e mi avvicino.
-Ciao!- dico.
-Ehi Isak!- dice lui alzandosi. Mi viene incontro e mi abbraccia. Sa di vaniglia e sigarette.

Si risiede e mi fa cenno di mettermi accanto a lui. Mi siedo proprio al suo fianco e iniziamo a parlare:
-È degenerata la festa vero?- chiedo.
-Eh sì, ma è sempre così per le feste di William e Chris... a proposito di Chris cosa è successo stamattina?- mi chiede.
-Ehm...-
-Mh?- alza le sopracciglia, ok adesso mi sciolgo.
-Credo che Chris abbia problemi di droga...-
-Bé non è una novità- afferma lui. Io sono stranamente sbalordito da questa affermazione.

-Scusa?- chiedo.
-Ho detto che non è una novità- ribatte.
-Perché- chiedo ancora.
-Perché già ha avuto problemi in passato. Quando aveva quattordici anni ha provato per la prima volta l'erba, e da allora non smette di farne uso. A sedici anni ha provato della vera e propria droga, non so bene cosa fosse, ma l'ha provata. Fortunatamente i professori se ne sono accorti e l'anno inviato in un centro di recupero. Stava proprio male- mi racconta.

Du Er Ikke Alene # Chris And Eva # SkamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora