{Isak's POV} Cuore Infranto

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I Penetrator, diavolo, i più bastardi in assoluto. Ti seducono, ti dicono belle parole, ti lusingano, ma tu non vali nulla per loro. Vogliono solo illuderti, si divertono così,  non hanno intenzioni serie, vogliono solo farti soffrire.

Isak's POV
Sabato 00.04
Dopo che Chris ci ha lasciato fuori casa di Eva, io e quest'ultima siamo entrati dentro e ci siamo rinfrescati.
Da quando la madre di Eva è sempre fuori per lavoro io dormo spesso a casa sua quindi ho tutto il necessario per fare una bella doccia. Dopo una  doccia rinfrescante abbiamo deciso di guardare un film, così abbiamo acceso il computer e aperto Netflix.

Dopo aver sfogliato il catalogo abbiamo deciso di vedere una serie TV. Si chiama Skins e racconta storie di ragazzi. È molto carina anche se un po' volgare. Adesso siamo al terzo episodio, ma io non lo sto seguendo molto, ho troppo sonno.

-Eva mi sto addormentando- dico all'improvviso.
-Ok, spegniamo- dice lei che evidentemente si stava addormentando mentre guardavamo la serie. Ah! Eppure io me la sorbivo per non lasciarla da sola!

Prontamente prendo un cuscino e mi dirigo verso il salotto.
-Notte Isak- mi dice appena sono sulla soglia della porta della sua camera.
-Notte Eva- le rispondo.

Dopo averla salutata mi dirigo verso il soggiorno, mi stendo sul divano e cerco di addormentarmi.

Ma il sonno che prima avevo, sembra essere svanito nel nulla, i miei occhi non vogliono restare chiusi, continuano ad aprirsi e la mia mente non smette di pensare.

È dalla festa che non vedo, né sento Even e questo mi preoccupa, penso di essermi esposto troppo, di aver fatto tutto troppo in fretta, di aver sbagliato qualcosa.

Prendo il telefono e accedo a Messenger, Even è online ma preferisco non contattarlo. Così chiudo l'app e accedo a Facebook. Guardo diversi link, foto e video, ma non riesco a rimanere concentrato. Il pensiero di Even mi tormenta e a quanto pare non sono l'unico, dopo un po' mi chiama. La prima chiamata non rispondo, alla seconda mi dirigo fuori e la accetto:
-Pronto?- dico fingendomi assonnato.

-Ehi sono Even, mica ti ho disturbato?- dice lui tutto d'un fiato.
-Dormivo- mento.
-Ah...- fa un sospiro -Allora riattacco-
-Dimmi pure, ormai mi hai svegliato- fingo di essere un po' seccato.

-Sai dopo l'altra sera non ci siamo più sentiti...- inizia- E io mi sento in dovere di dirti una cosa-
-Dimmi pure- rispondo. Sono un po' preoccupato... vuile dirmi che non mi ama?
-Non per telefono, dobbiamo vederci-
-Dove?- ok, adesso seriamente mi sento agitato, forse vuoke dirmi che era tutto uno scherzo? Che non faceva sul serio?
-Dove sei tu?- mi chiede.
-A casa di Eva- gli rispondo con mille domande che rimbombano nella mia testa.
-Io ti raggiungo lì tra mezz'ora, mandami l'indirizzo-
-Ok- rispondo,  anche se non so se riuscirò a resistere un'ora senza avere risposta.
-A tra poco- mi dice.
-A tra poco- gli dico.

Come lui mi ha chiesto gli invio un messaggio con l'indirizzo di Eva, poi attendo che il tempo passi rimanendo seduto con gli occhi che guardano il vuoto.

L'ansia mi assale, cosa mi vuole dire? Inizio a fare tutti i pensieri possibili, poi il telefono squilla e io rispondo:
-Pronto?-
-Sono qui fuori- mi dice Even e penso che ha fatto più veloce di quanto io pensassi.
-Esco- rispondo.

Prendo la giacca, la indosso ed esco fuori. Lui è lì appoggiato alla sua macchina mentre fuma una sigaretta. Un brivido mi assale, forse è il freddo, forse la sua immensa bellezza che lo rende più bello di un angelo.
-Ehi- mi dice.
-Ehi- gli rispondo.
-Come va?- dice.
-Bene a te?- perché diavolo parliamo come se stessimo chattando? Perchè non mi dice quello che deve dirmi? Quello per cui mi ha chiamato?
-Bene-
-Cos'è che volevi dirmi?- gli chiedo impaziente.
-Sai...- prende una pausa -Ti va di fare un giro?- dice poi indicando la strada.

-Mh- rispondo.
Così ci incamminiamo verso sinistra, non so perché scegliamo questa strada, forse perché se fossimo andati a destra lo stesso non avremmo trovato nulla da vedere. Dopotutto è molto tardi.

Metto le mani in tasca, sento il cuore battere così forte, il fiato mi si fa pesante, sento sempre più caldo anche se intorno a me ci sono tipo meno due gradi centigradi. Decido di concentrarmi sui numeri, così non vado in paranoia, poi però lui parla e tutta la mia razionalità va a farsi fottere, mi concentro su quello che dice:
-Sai credo che abbiamo commesso un errore- appena pronuncia queste parole sento una fitta, come una pugnalata al petto.
-E poi devi sapere che io non sono libero, ho una fidanzata-

La sensazione che provo è lacerante, sento un peso addosso, un nodo alla gola, le parole si sono fermate in gola, la testa mi scoppia.

Lo guardo, il mio sguardo deve sembrare ferito e arrabbiato perché lui mi guarda in modo strano. Poi corro via, verso casa di Eva, decido di lasciarmi lui alle mie spalle, anche se mi rincorre. Apro la porta di casa della mia amica e la richiudo prima che lui possa raggiungermi, mi lascio cadere a terra e sento che Even fa la stessa cosa dall'altro lato. Lo sento fumare, inspira e espira il fumo. Poi mi dice:-Scusa-

Io non gli rispondo. Sento che ad un certo punto si alza e va via, verso la macchina. Attende un paio di minuti, la mette in moto e va via.

Io mi alzo e mi dirigo in salotto, mi stendo sul divano, affondo la testa sul cuscino e inizio a piangere. Le lacrime escono dai miei occhi. Come ho potuto credere che lui mi amasse? Come ho potuto credere anche solo per un minuto fidarmi di lui? Sono uno sciocco ecco quello che sono. Mi sono fidato di uno sconosciuto come se lo conoscessi da sempre! Che stupido che sono!

Mi sento morire dentro, cerco di soffocare i singhiozzi nel cuscino, poi mi calmo e finalmente riesco a trovare la pace e a dormire. O forse è solo un mucchio di stanchezza.

Domenica 11:13
Mi sveglio di colpo a causa di un forte rumore proveniente dalla cucina seguiti da un grido:- Ahia!-
È Eva. Mi alzo di scatto e corro da lei. Appena arrivo in cucina la trovo a terra che si massaggia la testa mentre alcuni pacchi di pasta e del riso sono sparsi per terra.

-Hahaha- rido -Ma cosa hai combinato?-
-Volevo cucinare qualcosa! E poi non ridere! Aiutami ad alzarmi!- mi grida lei ridendo.
Io prontamente la sollevo, la rimetto in piedi e le do una mano a rimettere tutto a posto. Nel frattempo lei mi dice:
-Dobbiamo uscire tra un po'-
-Ah sì? Cosa dobbiamo fare?- le chiedo mentre raccolgo il riso.

-Devo fare la spesa in centro dopo questo disastro... Hahaha mi devi accompagnare!- continua a ridere.

Appena abbiamo finito di riordinare, ci laviamo, ci vestiamo e usciamo. Ci avviamo a piedi fino al centro commerciale, che si trova più o meno nel centro della città.

Anche se non è proprio presto, le vie della città sono deserte, c'è solo qualche passante qua e là.

Appena arrivati di fronte al centro commerciale, io ed Eva, ci fermiamo a rimirarlo. È immenso, altissimo, con le vetrate che fungono da muri.

Guardo Eva e lei ricambia il mio sguardo,è la prima volta che vediamo questo centro e fare shopping ci ha sempre emozionati. Ci facciamo coraggio ed entriamo.

Eva si dirige prontamente al negozio alimentare, mentre io ne guardo uno di abbigliamento. Mentre sono assorto nei miei pensieri e rimiro un pantalone blu con una stampa particolare, noto che ,qualcuno di fronte a me, mi fissa.

Guardo la persona in questione e una volta che il mio sguardo ha incrociato il suo, sento come un pugno allo stomaco. Even mi sta fissando.

Cerco un posto in cui sparire, così mi dirigo nello spogliatoio. Lì non mi seguirà, o almeno così pensavo.

Infatti dopo poco essermi richiuso la tenda dietro le spalle, lui si precipita da me e mi bacia. Quei secondi in cui le nostre labbra si incontrano sembrano infiniti. Mi sento speranzoso e penso che lui abbia scelto me.

Poi succede che sento qualcuno che lo chiama.
-Even?- è una voce femminile. Lui prontamente esce e si dirige da lei. Apro di poco la tenda, quanto basta per vederlo andare via e vedere che le sue labbra abbiano toccato quelle della ragazza.

-Dove eri finito?- gli chiede una volta che il bacio è terminato.
-Ero lì a provarmi una maglietta- le sorride.

Più lui sorride a lei, più io mi sento morire dentro. E riesco a pensare solo ad una cosa: i Penetrator sono proprio dei bastardi, sopratutto Even.

Du Er Ikke Alene # Chris And Eva # SkamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora