27. Più di sei anni di agonia
Ore 21:00. Fin qui, la giornata è stata meravigliosa, terrificante, felice, rivoltante, piena di dubbi, di grida, di sirene, di lacrime e di abbracci. Ma è anche interminabile.
Nonostante l'ora tarda, il commissariato di polizia di Winnemucca è ancora in piena effervescenza. La notizia è sfuggita da tempo, è già su tutti i titoli dei giornali Web e i canali TV. L'inchiesta deve essere irreprensibile. Come ha detto il capo brigata di fronte alle telecamere, «è importante che Harry possa tornare rapidamente a casa sua». L'uomo rigido come la visiera del suo cappello ha fatto accelerare le procedure. Sadie Freeman ha passato solo qualche ora in ospedale prima di essere portata in commissariato. Secondo l'ufficiale, sta spiegando le sue ragioni.
«Perché ci vuole così tanto? E perché non mi lasciano entrare in quel maledetto ufficio?» grugnisce Justin fissando la porta chiusa alla fine del corridoio.
«Forse Harry ha bisogno di essere solo per raccontare alcune cose» mormoro accarezzandogli il braccio.
«Sarà morto di paura!»
Il titano si alza e si rimette a fare i cento passi massaggiandosi nervosamente la nuca. Tira fuori il telefono dalla tasca, lo guarda poi lo rimette a posto con rabbia. Sono più di due ore che suo fratello è uscito dal suo campo visivo e l'attesa lo fa impazzire.
«L'ho cercato per più di sei anni, capisci?» mormora con voce rauca.
«Certo che capisco» dico teneramente.
Arrivando al posto di polizia, Harry era completamente disorientato. L'inquietudine si leggeva nei suoi grandi occhi blu. Layla, la psicologa dalla voce dolce e rassicurante, gli è stata di grande aiuto quando io e Justin non trovavamo le parole giuste. Ad un certo punto – la giovane donna è riuscita quasi a far sorridere il bambino – ma non suo fratello maggiore. E poi è arrivato il momento di lasciarli entrare in quell'ufficio. Dopo un ultimo sguardo umido verso di noi, Harry si è avviato con Layla. E Justin ha di nuovo quell'impressione di averlo abbandonato...
Nel frattempo, tre investigatori li hanno raggiunti, senza che nessuno si degnasse di dirci qualcosa. Eppure abbiamo chiesto notizie più volte. Justin se la prende con tutti i poliziotti che passano, reclamando senza sosta informazioni e il diritto di sostenere Harry standogli vicino – e anche quello di parlare a Sadie. Richieste sistematicamente rifiutate.
«Siate pazienti, questo tipo di cose non si sistemano in tre minuti.» sospira l'undicesimo poliziotto che subisce i suoi fulmini.
«Ha veramente detto questa cosa? Liv lo hai sentito anche tu?» Afferro con decisione la sua mano irrigidita e lo abbraccio.
Il suo grande corpo si risiede al mio fianco e sospira per la frustrazione, un po' più calmo. Bisogna dire che i minuti passano col contagocce e che nessuno ci dà retta. Siamo stati interrogati al nostro arrivo, prima separatamente, poi insieme. Alla fine di questi lunghi scambi di idee, l'eminente capo della polizia ha pensato bene di fare a Justin i complimenti per aver perseverato, per non aver mai abbandonato. Il mio bad boy gli ha semplicemente ribattuto:
«Se tutte le persone che portano la sua stessa uniforme avessero fatto il proprio lavoro, non avrei avuto bisogno di mandare la mia vita all'aria per ritrovare mio fratello. E lui non avrebbe passato sei anni e mezzo lontano dalla sua famiglia.»
L'uomo dallo sguardo duro non ha colto l'allusione, ci ha detto che il luogotenente Boyle stava per arrivare, poi ci ha lasciati per andare a interrogare la rapitrice. Ovviamente Justin ha cercato di seguirlo ma siamo stati "cordialmente" invitati a fermarci sulla panchina fredda e dura come il legno lungo il corridoio. E a restare là.

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Forbidden Games. ↠ Justin Bieber
FanfictionPerché amare un cretino è già una sfida di per sé, ma amare il proprio fratellastro... è quasi fuori-legge. A quindici anni ho incontrato il mio peggior nemico. Ma Justin Bieber era anche il figlio della nuova moglie di mio padre. E la cosa faceva d...