Twenty-Eighth chapter

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28. La volta di troppo

Facciamo la strada di ritorno insieme da Paradise Valley a Key West – io, Justin, Harry e Sienna scortati dal luogotenente Boyle. Gli psicologi hanno detto che Harry poteva tornare a casa e i poliziotti di Winnemucca hanno deciso che non avevano più bisogno né di sua madre né di suo fratello per l'inchiesta. Per tutto il tragitto, il tornado italiano non smette di guardare suo figlio, e gli tiene sempre la mano per attraversare la strada, per salire sul taxi, per fare la fila all'aeroporto, per uscire dall'aereo – come se avesse ancora tre anni. A Harry non sembra dispiacere. Anche se fa ancora un po' fatica a rispondere al suo nome o a chiamare Sienna "mamma", sembra felice e sollevato dal fatto che ci si prenda cura di lui, in ogni istante. Justin li guarda sempre, intenerito. E sembra già assente, lontano da me.

Le nostre dita non si sono intrecciate neanche una volta.

Gli psicologi ci hanno spiegato che Harrison avrà bisogno di molto sostegno per assimilare tutti questi cambiamenti. Che passerà diverse tappe e che bisogna accettarle. Diverse settimane in cui sicuramente le cose diventeranno dure, si attaccherà a sua madre e a suo fratello, rifiuterà di essere lasciato solo, anche per dieci minuti, farà molte domande e avrà paura di un nuovo abbandono. Il tempo che i ricordi risalgano in superficie, che la vecchia vita riprenda o ne cominci una nuova, hanno consigliato a Sienna e Justin di vivere a scompartimenti, di costruire intorno a lui una bolla protettrice, nell'intimità del cerchio familiare il più ristretto possibile, per fare una transizione dolce.

Ovviamente so già che io non farò parte di questo cerchio ristretto. Ovviamente sono pronta a fare prova di tutta la pazienza e la comprensione del mondo per lui, per il bene di Harry. Ma il giorno dopo il nostro ritorno dalla Florida, sono sconvolta nell'apprendere che il clan Lombardi­-Bieber parte per l'Italia e si trasferisce nella città natale di Sienna. Troppi giornalisti davanti alla loro villa. Troppi curiosi che vogliono vedere il piccolo Harrison Bieber dal vivo, sei anni e mezzo dopo. Vengo a sapere anche che Archibald, l'altro fratellino, farà parte della spedizione. Sienna ed i suoi tre figli tutti riuniti.

E non immaginavo di stare così male per essere stata rifiutata da una famiglia che non è neanche la mia.

Justin non viene nemmeno a salutarmi. Non passa a prendere nessuna delle sue cose. Non ci siamo neanche parlati da ieri. Quando mi chiama, a quanto pare proprio prima che il jet privato, decolli, capisco due parole su tre, parla veloce, non ha tempo, c'è molto rumore intorno a lui, e sento:

«Partiamo per l'Italia. Per qualche tempo... Non lo so con precisione. E non posso dirti dove... Ti ci porterei se potessi... Devo andare, Liv. Lo faccio per Harry, ha bisogno di avermi vicino.»

«Capisco...» rispondo dolcemente. «Vai.»

Ma non so nemmeno se ha sentito le lacrime nella mia voce prima di riattaccare.

*

Passa una settimana. Il mese di marzo è quasi finito e Justin ha festeggiato i suoi 26 anni lontano da me. Ma "vicino a lui". Ed è la cosa più importante. Io ho ritrovato casa mia, la mia agenzia, il mio quotidiano, la mia vita di prima. Senza di lui. E non sono riuscita a sistemare niente nella sua camera. È nello stesso stato di quando siamo partiti improvvisamente per Paradise Valley: vestiti sparsi sul suo letto, l'album di foto stropicciato appartenente a suo padre, aperto sulla scrivania, il suo computer ancora acceso, una tazza di caffè vuota posata vicino alla finestra. Non so perché non posso mettere a posto.

Se cancellassi le sue tracce, vorrebbe dire che ho smesso di aspettarlo?

Da una settimana, i miei colleghi della Luxury Homes Company sfoggiano dei sorrisi radiosi. Io cerco di fare altrettanto. Tutta Key West è in festa. Il piccolo scomparso dalla città è tornato a casa, e anche se è già ripartito, è una specie di eroe. Parlano perfino di dare il suo nome ad una scuola o una piazza. Per strada, al supermercato, le persone mi fermano per farmi i complimenti, come se fossi stata io ad aver risolto l'inchiesta. Altri vengono a suonare alla mia porta, a stringermi tra le braccia, a dirmi che mi vogliono bene e che hanno pregato per me, per assicurarmi che "tutto è finito ora", che "tutto è bene quel che finisce bene". Ho l'impressione che mi stiano annunciando che mi hanno finalmente perdonata. Per gli abitanti dell'isola, è l'ora della mia redenzione. Ritrovando Harry, ho ripulito il mio nome, l'orrore gettato sulla mia famiglia, tutte le proibizioni infrante sono improvvisamente scomparse.

Forbidden Games. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora