Nineteenth chapter

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19. Vivere nell'attesa

Il mese di novembre è già cominciato ma a Key West, il sole ed il caldo non diminuiscono. Una questione d'onore per la piccola isola che sembra sfidare quella delle Bahamas a solo due ore di nave da qui. L'inchiesta avanza lentamente, gli ispettori hanno già interrogato una decina di potenziali sospetti, scavato nel loro passato, senza successo ma in tutta discrezione. Il volto di Harry non è rivelato ai media, il segreto non è sfuggito da nessuna bocca. Per ora. Non è la voglia che manca. Di gridare da tutti i tetti che è vivo, da qualche parte, per fare in modo che uno sconosciuto lo riconosca all'angolo di una strada e lo segnali.

Obbedire a Boyle. Non dire niente a nessuno. Gestire la propria impazienza. E vivere nell'attesa...

Justin passa al commissariato quasi tutti i giorni, per informarsi e "motivare le truppe" – traduzione: "mettergli la pressione". Se lui e Boyle non riescono ancora a comunicare, sento che una sorta di rispetto si è instaurato tra loro. Il luogotenente ed il bad boy hanno lo stesso obiettivo: ritrovare Harrison Bieber assente da fin troppo tempo.

La musica aiuta il fratello maggiore a resistere. Justin mi dice poche cose sull'argomento, ma so che scrive e compone, a volte la notte, quando non riesce a dormire. Lascia il mio letto – o il suo – mi bacia sul collo, e va a perdersi tra le sue note ed i suoi accordi.

Jay Bright, il produttore dal cappello, è tornato a casa nostra, li ho visti firmare dei documenti dopo una lunga conversazione nella quale non sono stata invitata.

Ne approfitto per confermare che la tecnica del bicchiere incollato al muro per ascoltare cosa si dice dall'altro lato è una fregatura...

Justin non ha ancora fatto cadere tutte le barriere, a volte resta sulla difensiva, ma sono pronta ad aspettare il tempo che ci vorrà. Ho diritto ai suoi sorrisi, ai suoi baci, alle carezze del risveglio. Alla tazza di caffè accompagnata dalla sua aria ancora mezza addormentata – e sexy come non mai – prima di andare a lavoro. A mezzogiorno, a volte mi sorprende dandomi appuntamento ai quattro angoli dell'isola per pranzare o... giocare a dei giochi insolenti. A fine giornata, lo ritrovo spesso nel salone, piegato sulla sua chitarra e i suoi spartiti che annerisce sotto i miei occhi. Quando esce dalla sua bolla creatrice e si accorge della mia presenza, basta un sorriso nell'angolo, uno sguardo malizioso per sapere che la serata sarà memorabile.

Tiger, furbo com'è, non si trova mai lontano. Ci osserva, appostato qui e là, con l'aria di dire con voce machiavellica "Stupidi umani, un giorno vi conquisterò!" È il terzo membro di questa banda di selvaggi che formiamo tutti insieme. E non la cambierei per nulla al mondo...

«Allora questa vendita?» mi chiede facendo scivolare le sue braccia intorno alla mia vita.

«Conclusa» sorrido ripensando ai milioni di dollari guadagnati.

Chi devo ringraziare? Summer, ventidue anni, bella cubana che ha parecchio cervello e ha fatto gran parte del lavoro. Da tre settimane la mia giovane assistente si uccide di lavoro. Grande lavoratrice, organizzata, positiva ed efficace, non potrebbe essere più perfetta. Tra l'altro, nessun collega maschila resiste al suo fascino. Ma Miss Alvarez non vuole avere niente a che fare con tutti questi don Giovanni e sono stati tutti pregati gentilmente di andare a cercare altrove...

Ancora un punto in più per lei.

«E se non andassi a lavorare domani?» mormora il titano tirandomi fino al divano.

«Devo visitere tre proprietà, poi continuare su...»

«Hai un'assistente...» sussurra al mio orecchio facendomi venire i brividi.

Forbidden Games. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora