DYLAN'S POV
Era il caos.
Non appena uscirono da quella tenda trovarono la sala da ballo completamente in preda al delirio.
Non era un fenomeno straordinario, né tanto meno pericoloso, a quel tipo di feste un blackout può sempre verificarsi.
Eppure, Dylan, non se ne stava tranquillo, qualcosa, un sesto senso, gli diceva che quel tipo di blackout non era affatto normale.
Qualcuno l'aveva provocato, e voleva assolutamente scoprire il perché.Nel frattempo i dj sul palco gridavano a gran voce di stare tranquilli alla massa di gente che si agitava di qua e di là.
La luce flebile dei cellulari non bastava granchè a illuminare l'intera sala nè a far vedere il disastro combinato dai vari ragazzi ubriachi.Sentì Hanna accanto a se, prendere il suo telefono della tasca e accendere la torcia, Dylan non avrebbe mai e poi mai voluto lasciarla lì da sola, non in quel casino, tuttavia doveva scoprire cosa fosse appena accaduto.
Si avvicinò alla ragazza e la prese per mano. Lei si voltò in preda al panico, le mani le tremavano e la poca luce bastò ad illuminarle gli occhi lucidi e attenti ad ogni piccolo movimento.《Hanna ascoltami bene...》iniziò a dire queste semplici frasi, avrebbe dovuto continuare con un "rimani qui, non muoverti fino al mio ritorno" ma non ce la fece.
Che fare? Portarla con se sarebbe stato rischioso, ma anche lasciarla lì in mezzo a quelle persone tutt'altro che lucide. Il suo cervello elaborava informazioni e infine prese una decisione 《Vieni》
La trascinó verso la porta che dava sul corridoio prelevando anche lui dalla tasca l'attrezzo elettronico.
Intorno a loro tutto era buio, e, una volta lontani dalle grida degli studenti in festa, non sentirono altro che i loro pesanti passi rimbombare lungo tutto il corridoio del liceo.《Dyl aspetta》 Hanna aveva finalmente preso parola, per un po' l'aveva seguito senza dire niente, ma adesso si era fermata costringendo anche Dylan a rallentare.
《Vuoi spiegarmi dove stiamo andando? Pensavo stessimo uscendo fuori per prendere l'auto e andare a casa. Non ha alcun senso rimanere qui. La festa è rovinata,la luce non ritornerà per un bel po'》
《Lo so..Io...Devo controllare una cosa poi prometto che ti riporto a casa.》disse ciò cercando di controllare il suo nervosismo, la voce ferma e gli occhi ancorati a quelli di lei per non lasciarsi andare al panico.
Hanna sembrava in lotta con se stessa, fremeva dal desiderio di fare domande eppure chissà per quale assurdo motivo rimase con la bocca chiusa. Prese nuovamente la mano di Dylan e si fece continuare a guidare verso il luogo a lei sconosciuto.Svoltarono diversi angoli, e sorpassarono tantissime porte prima di arrivare a destinazione.
Si fermarono di fronte a una pesante porta gialla con il cartellino impresso che recitava "Magazzino"
Da sotto lo spiraglio Dylan vide chiaramente una luce, sussurri che provenivano dall'interno.
Non si riusciva a captare a chi appartenessero quelle strane voci, ma Dylan credeva di saperlo.
《Resta qui fuori 》 disse ad Hanna, e poi senza aspettare alcunchè spinse la porta ed entrò.La luce della sua torcia illuminò il tetro magazzino spazioso, quando la porta si chiuse con un tonfo facendolo sobbalzare il suo telefono finì a terra spegnendosi totalmente.
《Dylan?》
La sua voce. Eccola, finalmente dopo tanti anni la risentì. Calda e distaccata, sempre piena e sicura di se.
《Beatrice...》HANNA'S POV
Aveva paura.
Inutile nasconderlo.
Il buio l'aveva sempre ipnotizzata, e non riusciva a far altro che restare lì impalata ad aspettare il ritorno di Dylan. Il corridoio era deserto e la luce della sua torcia seguiva il movimento ondulante della sua mano tremante.
Non era riuscita neanche a dire a Dylan di portarla con se, e si sentì improvvisamente un'emerita idiota.
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Wherever you will go ||DOB [I PARTE COMPLETA]
RomanceLei: tutta libri e scuola. Lui: casino e pericolo. Dal testo: 《...Davanti ai tuoi occhi la mia maschera cade, e mi sento nudo, con l'anima esposta, perché hai l'assurda capacità di leggermi dentro, e questa è una cosa che mi ha sempre fatto paura.》 ...