Capitolo 8

726 53 18
                                    

Febbraio era sicuramente il mese che odiavo di più. Il freddo che ti teneva per ore in casa senza far nulla, la tristezza vedendo le strade deserte senza i soliti monelli che corrono a fare scherzi e la nebbia che ci abbracciava a quasi ogni momento della giornata.

Quella sera presi la giacca e uscì di casa senza salutare. La nebbia mi avvolse come un mantello mentre camminavo nelle strade più deserte della mia città.
George aveva convinto i suoi genitori di lasciarlo festeggiare il suo quindicesimo compleanno nello scantinato di Roger.
Ovviamente Dave avrebbe portato l'alcol e Nick le sigarette, di questo non c'era da preoccuparsi. Ci sarebbe stata qualche ragazza, un bel po' di musica e sopratutto ci sarebbe stato John.

Bussai ripetutamente alla porta e dopo svariati minuti mi venne ad aprire Shotton con una sigaretta in bocca e una bottiglia di birra in mano.
"Finalmente sei arrivato. Manchi solo tu."
Peter richiuse la porta con il piede e mi diede una spallata per farmi avanzare.
"Rilassati McCartney" disse il ragazzo in un mezzo sorriso "anzi, prendi questa.", mi porse la sua sigaretta che accettai ben volentieri.
Lo scantinato era pieno zeppo di persone che ballavano.
Inconsciamente cercai per prima cosa la figura di John sperando che non stesse flirtando con qualche ragazza. Non lo vidi. Pensai al peggio. La paura che lui si fosse appartato con una ragazza mi faceva rabbrividire.

"Hei Paul!" George aveva i capelli incollati alla fronte dal sudore, le guance rosse e un sorriso smagliante "ti diverti?"

"Sisi." risposi freddo continuando a guardarmi intorno.

"Se stai cercando Lennon.." continuò lui "è accanto al giradischi. Ma Paul, dovresti davvero smettere di..."

Non lo lasciai finire
"Oh grazie George."

Il mio cuore iniziò a battere forte e vidi John guardare attentamente i 45 giri che si sarebbero ascoltati quella sera.
"MIO DIO DAVE, CHE CAZZO DI MERDA HAI PORTATO? TE LA FACCIO SENTIRE IO LA VERA MUSICA!" John iniziò a ridere e finalmente incrociò il mio sguardo ritornando all'istante serio. "Ciao Paulie."
John accennò un sorriso e poi riprese ad urlare, "CAZZO DAVE, QUESTA ROBA FA SCHIFO."
Dopo qualche minuto di urli e risate, John mi prese per il polso e mi trascinò via dalla festa, portandomi nel vialetto di casa.

"Non trovi che ci fosse troppo rumore per parlare in santa pace?" disse lui in un sorriso timido.

"Cazzo John, sei ubriaco?"

"Non sono PROPRIO ubriaco. Ho solo bevuto sei birre di troppo, ecco tutto."

Iniziai a ridere ma John si avvicinò pericolosamente al mio viso.

"Oggi sei particolarmente carino, Paulie."

"E tu John, oggi sei particolarmente ubriaco, smettila ti prego." risposi continuando a ridere.

John iniziò a giocherellare con una ciocca dei miei capelli. Non l'avevo mai visto così. In quel momento era timido, indifeso e imbarazzato.
Avevo una voglia matta di baciarlo.
Lui fece sfiorare le sue labbra contro la mia guancia provocandomi dei brividi lungo tutta la spina dorsale.
Ero paralizzato.
Lui mi guardò, mi prese la testa tra le mani e mi diede un bacio sulla fronte, poi sulla guancia per poi fermarsi sulle labbra.
Iniziai a tremare ma mi staccai subito.
"Qualcuno potrebbe vederci."

"Tu dici?" il tono di voce di John era provocatorio e la cosa mi piaceva, "seguimi."

Mi portò nel giardinetto sul retro della casa e lui riprese a baciarmi. Ma i suoi baci non erano timidi e dolci come lo erano stati fino a pochi minuti prima. Ora erano passionali e forti.
Dopo qualche minuto sentimmo la porta principale aprirsi.
John mi spinse via da lui con una violenza così forte che indietreggiai e persi quasi l'equilibrio.
"PAUL? JOHN? DOVE SIETE ANDATI A FINIRE? AVETE DECISO DI SCAPPARE?"

"Hei Nick, siamo qui!" disse John con voce forte e facendo un sorriso smagliante.

"TESTE DI CAZZO, FARETE MEGLIO A MUOVERVI, GEORGE STA PER
TAGLIARE LA TORTA."

Io e John iniziammo a correre.
Il ragazzo non mi guardava neanche in faccia.

"Hei ragazzi? Ma che avete fatto?" chiese Nick in una risata.

"McCartney si stava sentendo male. Sai, è una femminuccia. Dopo un sorso di birra già sviene per terra."

E quella fu l'ultima frase che John mi rivolse per il resto della serata.

The Beatles || McLennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora