Capitolo 10

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Stuart.
Che nome carino, che ragazzo carino, che persona carina, che viso carino.
Sbagliato.

Un ragazzo rubacuori, dai Capelli mori, occhi neri, pelle bianchissima e con forti lineamenti tedeschi.
Fin dal primo giorno all'accademia John aveva mostrato un particolare interesse per lui.
"Ti devo assolutamente presentare Stu. È un ragazzo fantastico, ti piacerà. E Dio, Paul, potrebbe diventare il nuovo bassista del nostro gruppo. UN BASSISTA VERO CON UN BASSO VERO. Sarebbe fantastico."

Sorridevo timidamente, ma questo Stuart non mi piaceva affatto. John aveva preso l'abitudine di passare più tempo con lui e la sua nuova amica Cynthia che con il resto del gruppo.
Fantastico, morivo di gelosia ogni giorno.

Fanculo Stuart, mi stavi già antipatico prima ancora di averti conosciuto.
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Un Martedì sera, John si presentò alle prove accompagnato da un'alta figura vestita di nero con uno strumento tra le mani. Mi si gelò il sangue nelle vene.
"Vi presento Stuart, nuovo bassista del gruppo."

"Almeno sa suonare?" le parole mi uscirono troppo velocemente dalla bocca con un tono aspro e duro.

Stuart sorrise timidamente
"Beh...io...sinceramente.."

"JOHN NON CI CREDO, NON SA SUONARE!" , sentivo la rabbia bollire dentro di me.

"Macca, neanch'io sapevo suonare, ma grazie a te sono diventato decente. Imparerà."

"Qualcuno di noi sa suonare il basso? No. Quindi come possiamo insegnargli?"

"Stai zitto McCartney." , John mi fulminò con uno sguardo "Stu, prendi il basso e cominciamo."
Il moro sorrise, non parlava tanto volentieri.

Non avevo mai visto un basso, nessuno di noi non aveva mai visto un basso tranne nelle vetrine del negozio di musica.

"Hofner Bass, niente male. Stu l'ha comprato vendendo uno dei suoi quadri. È bravo, disegna bene."

La forma del basso di Stuart assomigliava alla mia chitarra, ma le corde erano molto più spesse e invece di avere la corda di Si e del Mi cantino si fermava alla quarta corda di Sol.
Stuart si passò una mano nei capelli e guardò John, il quale iniziò a ridere a crepapelle.
Odiavo la loro complicità, odiavo la loro amicizia, odiavo il loro legame.

Siccome io e George eravamo gli unici ad avere "l'orecchio musicale", come usava ripeterci John, ci fu dato il compito di stare dietro a Stuart, il quale era davvero un disastro. Anche dopo mesi di prove non riusciva ad andare a tempo e a ricordarsi le note. John lo sapeva, ma non diceva nulla. Annuiva rassegnato e faceva finta di non sentire gli errori del suo migliore amico.

E così passarono i mesi dell'anno '59. Tra continui litigi (sopratutto miei e di John), cambi continui del batterista, delusioni e tanti fallimenti. Volevamo tutti mollare.

Dopo l'ennesima esibizione catastrofica John ebbe un'idea. Amburgo. Partire, andarcene, cercare la fama internazionale. Che stupida idea, eppure all'epoca ci sembrava la cosa più bella al mondo.
Incontrammo Pete Best, un batterista
fenomenale che ci accompagnò per tutto il viaggio ad Amburgo.

i capitoli sono corti perché CERCHERÒ di postare everyday
Vi voglio bene

The Beatles || McLennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora