Capitolo 16

511 52 5
                                    

1964
Beatles for sale

"Paul..", sussurrò la ragazza che stavo baciando.
Lei conosceva il mio nome, ma io non conoscevo il suo.
Ci avevo parlato, certo, scambio di due parole e poi ci eravamo ritrovati nella camera del mio albergo.

We say goodbye before we've said hello.

Le tolsi i vestiti di dosso senza pensarci due volte.
I baci erano veloci e privi di amore. Non provavo attrazione per la ragazza, non romantica. Mi era sembrata la più carina del suo gruppo. Io avevo scelto la mia e Ringo aveva fatto lo stesso.
Le tolsi il reggiseno mentre continuavo a baciarla. Non pensavo più a nulla, tutta la mente si era liberata da ogni stress e pensiero e....



La mattina seguente dopo essermi svegliato in ritardo e aver mandato via quella ragazzina da camera mia raggiunsi gli altri tre ragazzi a fare colazione.

"Buongiorno Principessa" urlò George vedendomi entrare, "nottata pesante?"

"It's been a hard day's night?", disse Ringo palesemente divertito.

"Stai zitto.", risposi ridendo.

John non disse nulla, era seduto a testa china mentre sorseggiava la sua tazza di caffè.
Non era la prima volta che capitava, avevo portato altre ragazze a letto e lui aveva fatto lo stesso ma credo che a quel punto avevo davvero oltrepassato il limite.

"John?", chiesi "tutto.."

"Va benissimo Paul.", non mi lasciò finire la frase.

Ringo alzò le spalle e ricominciò a parlare. Mi sentivo davvero uno schifo.

Il batterista stava parlando della notte precedente, vantandosi della sua prestazione ma io non lo stavo ascoltando, ero troppo occupato ad osservare John.

Dopo minuti e minuti di silenzio John alzò la testa e urlò "Ti prego! Smettila di fissarmi!".
Le mie guance andarono a fuoco, abbassai di scatto la testa mormorando un "scusa" detto troppo velocemente.

Ringo rimase stupito ma George riuscì subito a cambiare argomento facendo finta di nulla. John si alzò da tavola per risalire in camera sua senza dire un'altra parola. George mi guardò perplesso, alzò le sopracciglia e scosse il capo facendomi il cenno di seguire il ragazzo.

"Ragazzi io..." mi morsi il labbro, "ci vediamo dopo."







Bussai ripetutamente alla porta ma non ci fu nessuna risposta.
"Johnny," piagnucolai "ti preeeego."

Dopo qualche secondo il ragazzo venne ad aprirmi.

"Che cazzo vuoi?", le sue parole erano dure,aspre.

"Che ti prende?"

John alzò le sopracciglia perplesso e divertito
"Che mi prende?"

"No so che ti prende," mi corressi in fretta "ma volevo solo sapere se posso rimediare."

"Sei un cazzo di Don Giovanni, Paul. E io sono fottutamente geloso. Sono stufo, stufo di tutte le ragazze che ti porti a letto ogni sera."

"MA ANCHE TU LO FAI!"

John iniziò a ridere istericamente.
"Lo faccio per farti ingelosire, Paul."

Mi morsi il labbro.
Non l'aveva detto davvero.

"Non mi dire che non te ne eri mai accorto.", continuo lui. "Ti prego, non puoi essere così stupido. Ti prego non dirmi che non ti eri accorto che le canzoni che ho scritto su Beatles for sale sono dedicate a te.", vedendo che non rispondevo continuò "No Reply, I'm a loser, Every little thing, I don't want to spoil the party."

"Io...io.."

John si mise le mani nei capelli.
"Non ci credo."
Iniziò a canticchiare:
"Quando cammino vicino a lei
La gente dice che sono fortunato
Si, so di essere fortunato
Ricordo la prima volta
Che ero solo senza di lei
Sì sto pensando a lei adesso
Quando sono con lei sono felice
Anche solo di sapere che mi ama
Sì, so che lei mi ama adesso
C'è una cosa di cui sono sicuro
Io la amerò per sempre
Perché so che l'amore non morirà"

Non risposi.
Ero così imbarazzato.

"Non ci posso credere che sei così stupido da non essertene accorto.
Cantavo pure 'sono un perdente", secondo te perché lo facevo?"

"Io non sono stupido."

"Ne sei tanto sicuro?", le sue parole erano piene di odio e di disprezzo "ma scommetto che non ci metterai molto a trovare un nuovo amante, giusto?", la sua voce iniziò a tremare. "Io ero solo un giocattolo per te, una bambola."

Come poteva pensare questo?
Io che per lui avevo sacrificato tutto.

"Perdonami", disse lui "ma mi hai profondamente ferito.", e mi richiuse la porta in faccia.

The Beatles || McLennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora